Un'opera generata dall'Intelligenza Artificiale, per un giudice americano, non può essere coperta da copyright

Un giudice americano ha stabilito che un'opera generata esclusivamente dall'intelligenza artificiale non può essere coperta dal diritto d'autore.

Un'opera generata dall'Intelligenza Artificiale, per un giudice americano, non può essere coperta da copyright

Un'opera creata esclusivamente dall'intelligenza artificiale, secondo un giudice americano, non può essere coperta da copyright.
La decisione è stata presa nel caso avanzato dallo scienziato Stephen Thaler che voleva ottenere i diritti di un'immagine creata dalla Creativity Machine, di cui è proprietario.

Una sentenza che punta al centro la creatività umana

Il giudice Beryl Howell ha sostenuto: "L'atto della creazione umana - e come incoraggiare al meglio gli individui umani a essere coinvolti in quella creazione e, di conseguenza, promuovere scienza e le utili arti - è stato centrale nel diritto d'autore americano fin dalla sua concezione. I soggetti non umani non hanno bisogno di incentivi con la promessa di diritti esclusivi protetti dalla legge degli Stati Uniti e il copyright, di conseguenza, non è disegnato per raggiungerli".
Il giudice ha sostenuto che l'elemento centrale del diritto d'autore è la creatività umana e, a differenza delle fotografie o di altre opere che vengono realizzate grazie all'uso di strumenti tecnologici, l'intelligenza artificiale non è un semplice mezzo al servizio dell'artista, non essendo guidata da una "mano umana". La sentenza ribadisce: "L'autorialità umana è la base del copyright".

Mission: Impossible 7, Paul Schrader: "Una scemenza così noiosa poteva scriverla un'intelligenza artificiale"

Howell ha sottolineato che ci si sta avvicinando a nuove situazioni che faranno emergere delle domande riguardanti quanto input umano sia necessario per sostenere che un sistema di Intelligenza Artificiale sia "autore" di un'opera generata tramite la tecnologia e in che modo questa possa essere protetta o considerata originale, essendo basata su opere pre-esistenti inserite nel sistema per poter essere rielaborate grazie alla tecnologia. Thaller aveva però richiesto di ottenere il diritto d'autore sostenendo che, essendo il proprietario della macchina usata, aveva un "ruolo di controllo nella generazione dell'opera", avendo offerto delle istruzioni e dando le indicazioni all'Intelligenza artificiale per creare l'opera.

L'avvocato di Thaller, Ryan Abbott, ha commentato dopo la sentenza che hanno intenzione di procedere in appello, dichiarando: "A nostro avviso, la legge sui diritti d'autore è chiara nel dichiarare che il pubblico americano è il beneficiario della legge e il pubblico ne trae beneficio quando è incoraggiata la generazione e la diffusione di opere, indipendentemente da come sono realizzate le opere. Abbiamo intenzione di presentare ricorso".