Jim Belushi ricorda quando tirò un estintore addosso a un collega del SNL: "Ero fuori controllo"

Jim Belushi ebbe un'esperienza a dir poco particolare al Saturday Night Live, e a anni di distanza dall'incidente dell'estintore, racconta quanto fosse 'fuori controllo' a qui tempi.

Per un attore comico, il Saturday Night Live può essere una tappa fondamentale per la propria carriera, e anche Jim Belushi riconosce quanto importante fu il suo seppur breve e decisamente intenso stunt come parte del programma, a partire dall'incidente dell'estintore.

Saturday Night Live: il cast del 1985
Saturday Night Live: il cast del 1985

Era il 1983 quando l'attore Jim Belushi seguì le orme del fratello John e si unì al cast del celebre programma americano Saturday Night Live, come ricorda anche Belushi in un'intervista con Vulture.
Tuttavia, la sua permanenza nello show fu piuttosto a breve, anche a causa dei problemi personali che si portava dietro Jim, che in quel periodo lo portarono addirittura a tirare un estintore addosso al produttore esecutivo del programma.

"È molto semplice: ero fuori controllo. Il fatto che mi abbiano cacciato fu la cosa migliore che mi potesse accadere" ricorda l'attore, facendo riferimento al suo licenziamento a seguito di quel particolare episodio "Ero fuori di testa. Ho tirato un estintore addosso a Dick Ebersol in uno dei miei scleri".

Gigi Proietti e James Belushi sul red carpet del Roma Fiction Fest 2011
Gigi Proietti e James Belushi sul red carpet del Roma Fiction Fest 2011

"SNL è la cosa più difficile che abbia mai fatto, incluso l'affrontare un divorzio. Sono a malapena sopravvissuto" dichiara, e continua, commentando il suo ritorno nello show "Sono tornato da loro con la coda tra le gambe. Ho messo da parte l'ego e sono diventato più umile. Ho smesso di bere per il resto di quella stagione".
"Dick mi ha rimesso al mio posto, come giusto che fosse, e ebbe il coraggio di farlo. Tornai da loro; lo pregai di perdonarmi, e mi concesse un periodo di prova. Mia moglie a quel tempo mi disse che davo il meglio di me in quelle situazioni, perché mi comportavo meglio quando c'erano dei limiti e dei chiari confini da rispettare".