Cannes 2020: Thierry Frémaux sulla collaborazione con Netflix, sulla selezione e sul futuro del cinema

Thierry Frémaux, dopo l'annuncio della selezione di Cannes 2020, ha parlato del ritorno al festival di Netflix, delle scelte compiute e del futuro del cinema.

Cannes 2020 è stato cancellato e Thierry Frémaux, dopo aver annunciato la selezione ufficiale pochi giorni fa, ha svelato i retroscena legati ai titoli che avrebbero dovuto essere presentati al festival, condividendo inoltre le proprie opinioni su eventi come la Mostra del Cinema di Venezia e riflettendo sulla situazione del cinema.
L'intervista con il responsabile di uno degli appuntamenti più importanti del panorama cinematografico mondiale è stata pubblicata da Deadline.

Frémaux ha dichiarato di essere convinto che il cinema sia più vivo che mai perché aumenta la possibilità di vedere film grazie all'arrivo di internet e delle piattaforme di streaming, mentre solo le sale offrono delle esperienze uniche vissute fuori dalle mura delle proprie case: "Il lockdown e la crisi legata al Covid hanno chiaramente avuto un impatto enorme sul cinema tradizionale e ci saranno previsioni molto cupe sul suo futuro. Ma io credo che accadrà l'opposto: in futuro emergerà la sua unicità, quel potere innato che non ha rivali tra tutte le altre forme d'arte. Ma perché accada dobbiamo agire ed essere convinti, abbiamo bisogno di spettatori che contribuiscano alla causa. Ma andare al cinema mi sembra un dovere meraviglioso da sopportare!". Secondo il direttore di Cannes in futuro bisognerà agire per sostenere con più attenzione i cinema locali e proteggere i piccoli produttori.

In questa edizione ci sarebbe stato il ritorno di Netflix sul red carpet grazie a una proiezione fuori concorso di Da 5 Bloods - Come fratelli, visto che Spike Lee era il presidente della giuria. Ted Sarandos e Scott Stuber avevano acconsentito senza troppi problemi alla presenza del film nella selezione: "Sarebbe stata un'opportunità per dimostrare a Netflix che Cannes non inizia e finisce con i film in Concorso. Le nostre regole stabiliscono che i film in competizione debbano essere distribuiti nelle sale. Netflix fa il proprio lavoro, lo rispetto. Ma le Proiezioni Speciali con un red carpet a il Grand Théâtre Lumière possono essere ugualmente fantastiche. Pixar, Warner e altri grandi studios hollywoodiani sono abituati alle proiezioni speciali. E anche alcuni film francesi. Spero che ci incontreremo tutti di nuovo il prossimo anno. Ammiro moltissimo il lavoro nel campo della produzione di Netflix e capisco che potrebbero essere in disaccordo con le nostre tempistiche legate ai media. Cannes non può fare nulla per controllarlo, ma abbiamo delle cose incrollabili in cui crediamo: i film che sono in Concorso devono essere distribuiti nei cinema".

Nell'edizione 2020 del Festival di Cannes sarebbero stati presentati in concorso due film diretti da Steve McQueen. Si sarebbe trattato della prima volta che un regista avrebbe proposto due titoli in quella sezione, considerando che Richard Linklater nel 2006 aveva due film nella selezione ma in Concorso e nella sezione Un Certain Regard. Thierry Frémaux ha sottolineato che sono due opere molto rilevanti considerando quanto accaduto dopo la morte di George Floyd, affrontando le tematiche del razzismo e della violenza, oltre a rappresentare una lettera d'amore nei confronti della sua comunità.

Il responsabile del festival, parlando della presenza di filmmaker di colore nella selezione, ha spiegato che molti registi hanno deciso di posticipare le proprie opere al 2021 e che vengono selezionate solo quelle che vengono proposte, in base al loro valore artistico: "Per questo stiamo assistendo all'emergere di una nuova generazione ed è chiaro che il cinema africano stia sbocciando. C'è qualcosa da celebrare e sostenere. Il futuro appartiene a loro. Sono orgoglioso di aver selezionato i film di debutto di registi come Steve McQueen, Mati Diop e Ryan Coogler, e considerare Abderrahmane Sissako una presenza regolare a Cannes. E trovo fantastico che Spike Lee sia stato selezionato come Presidente di Giuria e sia il primo afroamericano ad avere quel ruolo in uno dei festival principali. I festival cinematografici devono adeguarsi al trascorrere del tempo ed evolversi in base alle tematiche più importanti della propria epoca, mentre salvaguardano i propri valori: in che situazione si trova il cinema, quale sarà il futuro, come gli artisti stanno parlando del mondo intorno a loro, come il cinema si rinnova in quanto forma artistica, e dove sta accadendo nel mondo".

Thierry Frémaux è inoltre convinto che si stia assistendo a una nuova fase per quanto riguarda lo spazio dato ai film diretti dalle donne: "Il vento del cambiamento è nell'aria". Il reponsabile del festival ha comunque ribadito che un'opera per essere selezionata viene giudicata per la sua qualità, pur sottolineando che si sta sostenendo la necessità di una maggior rappresentazione delle donne nell'industria cinematografica.

Cannes 2020: la farsa cinematografica dell'anno?

Parlando della situazione degli altri festival, il direttore della kermesse francese ha sottolineato che Venezia ha una forte tradizione legata alle première mondiali e non sembra quindi intenzionata ad accettare i titoli selezionati da Cannes, pur essendo ancora possibile un qualche tipo di collaborazione. La Mostra del Cinema, secondo Thierry Frémaux, sarà il primo festival di punta a svolgersi dopo Berlino e bisognerà scoprire come si evolverà la situazione per quanto riguarda le presenze internazionali agli eventi cinematografici.

La cancellazione dell'edizione 2020 di Cannes, infine, ha significato la perdita dell'80% delle entrate annuali, pari a quasi 5 milioni di euro, ma questo non impedirà la realizzazione di un'edizione 2021 memorabile che sarà ancora supervisionata da Frémaux: "Sono come un atleta: non voglio fare una stagione di troppo. Ma ho pianto alla fine di The Last Dance quando Michael Jordan dice che avrebbe voluto provare a vincere un settimo titolo con i Chicago Bulls. Voglio andarmene senza rimpianti, ma sicuro che sia arrivato il mio momento e che Cannes avrà sempre un futuro brillante. Durante il lockdown ho scritto un libro sul judo, che era il mio primo amore. C'è sempre qualcosa per cui andare avanti".