Brooke Shields rivela: "Era stato un potente produttore di Hollywood a stuprarmi quando ero ventenne"

L'attrice Brooke Shields è tornata a parlare della violenza sessuale subita quando era una ventenne, rivelando che il colpevole è un produttore hollywoodiano.

Brooke Shields rivela: 'Era stato un potente produttore di Hollywood a stuprarmi quando ero ventenne'

Brooke Shields ha rivelato che è stato un potente produttore di Hollywood a violentarla quando era una ventenne.
L'attrice, intervistata da People, ha ricordato il tragico momento e spiegato perché non ha parlato apertamente di quanto le è accaduto per molti anni.

Tra le pagine della rivista, Brooke Shields ha spiegato: "Mi ci è voluto molto tempo per elaborarlo. Sono più arrabbiata ora rispetto a quanto potessi esserlo all'epoca. Se hai paura è per un motivo. Sono situazioni spaventose".

La star ha condiviso la sua esperienza drammatica esperienza per la prima volta nel documentario Pretty Baby, presentato al Sundance Film Festival, e ha ammesso che è rimasta a lungo in silenzio perché era convinta che nessuno le avrebbe creduto. Brooke ha dichiarato: "Le persone non credevano a queste storie in quegli anni. Ho pensato che non avrei mai più lavorato".
A rendere ancora più complicata la situazione vissuta c'era poi il fatto che Brooke si trovasse in un periodo difficile della sua carriera, essendosi da poco laureata a Princeton. Shields aveva quindi ottenuto un incontro con il produttore di Hollywood ed era convinta che si trattasse di una cena di lavoro: "Ho pensato che si trattasse di farmi ottenere un film, un lavoro".

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La cena, tuttavia, si era conclusa con il produttore che l'aveva accompagnata nella sua stanza di albergo, con la scusa di permetterle di chiamare un taxi, per poi violentarla. Brooke ha ricordato: "Non ho combattuto. Mi sono bloccata". L'attrice, dopo la violenza, ha svelato che si è incolpata per quanto accaduto: "Continuavo a dire: 'Non avrei dovuto farlo. Perché sono salita con lui? Non avrei dovuto bere quel drink a cena'".
Il suo racconto è poi proseguito ricordando: "Lottare non era un'opzione, quindi in un certo senso abbandoni il tuo corpo. Pensi: 'Non sei lì. Non è successo'".