Addio a Giò Stajano, icona della Dolce Vita

Scrittrice, giornalista e attrice, è stata uno dei simboli provocatori del periodo più scintillante del nostro Paese. Nei primi anni '80 decise di sottoporsi ad un intervento di cambio di sesso.

Si è spenta oggi a Lecce Giò Stajano, icona della Dolce Vita che suscitò curiosità negli anni '60 per essere stato uno dei primi omosessuali dichiarati in Italia, oltre che per aver dato alle stampe libri scottanti sulla Roma degli anni '60, tra i quali Roma Capovolta. Stajano era nato in Puglia nel 1931 ed era il nipote del gerarca fascista Achille Starace. Dopo la separazione dei genitori studiò in un collegio di Mondragone, e in seguito si trasferì prima a Firenze, poi nella Capitale.
Proprio a Roma inizia a farsi notare per l'attività artistica e letteraria, oltre che per le sue provocazioni e diventa popolare anche grazie ad alcune apparizioni cinematografiche, la più chiacchierata delle quali resta quella ne La Dolce Vita di Fellini che fu tagliata dal regista in seguito ad un litigio con Stajano, e poi inserita nel montaggio del film destinato alla televisione e all'homevideo. Inoltre, sembra che sia stato proprio Stajano ad ispirare Fellini per la celebre sequenza della Dolce Vita in cui la Ekberg entra nella Fontana di Trevi.

Negli anni '70, con la nascita del movimento gay italiano, la curiosità sul personaggio di Stajano si affievolisce, e si torna a parlare di lui solo nei primi anni '80 quando decide di sottoporsi ad un intervento di cambiamento di sesso. Segue la pubblicazione di un nuovo testo autobiografico, La mia vita scandalosa, e poi il ritiro definitivo, motivato dalla necessità di voler intraprendere un percorso di ricerca spirituale.