Le star di Glee si scatenano su GQ, e scoppia la polemica

Secondo un'associazione di genitori, le immagini di Cory Monteith, Dianna Agron e Lea Michele che sono apparse sul numero di novembre del magazine 'sfiorano la pedofilia'. Al bigottismo invece, non c'è limite.

E' bastata una cover sexy, e qualche foto all'interno nel numero di novembre dell'edizione americana di GQ a scatenare un putiferio, peccato che i toni utilizzati per commentare le immagini di tre protagonisti di Glee in versione studentelli scatenati siano apparsi decisamente eccessivi, persino più azzardati delle immagini stesse, se vogliamo. La scorsa estate il magazine aveva chiesto a Cory Monteith, Dianna Agron e Lea Michele di posare per un servizio fotografico un po' hot, per il quale gli era stato chiesto di interpretare una versione più esasperata dei loro personaggi di Glee, sui toni del video di Britney Spears ...Baby One More Time, che tra l'altro è stato anche ripreso in un episodio speciale dello show, dedicato alla ex-lolita del pop. Il risultato è una serie di immagini dai colori brillanti, alcune delle quali decisamente spregiudicate, ma in modo giocoso e ironico, soprattutto quelle per le quali ha posato Lea Michele. La Agron infatti, si limita a qualche posa ammiccante da cheerleader, mentre Monteith è addirittura vestito di tutto punto.

Sul perchè hanno deciso di posare per questo servizio, non ci sono state grandi spiegazioni: la Michele ha semplicemente spiegato che la scorsa estate era in splendida forma, e si è potuta permettere le pose sexy, mentre la Agron - sebbene non fosse proprio entusiasta del tema creativo del servizio - è stata al gioco. Un giochetto che tuttavia ha fatto arrabbiare non poco le solite associazioni di genitori, che evidentemente guardano pochissima televisione, e puntano l'indice solo su poche cose di cui parla la stampa, quasi a casaccio, oseremmo dire.
Tanto per fare un esempio, un'associazione ha rilasciato un comunicato stampa per contestare la scelta di "un magazine come GQ, scritto esplicitamente per uomini adulti, di inserire in un contesto sessuale le attrici che interpretano le studentesse di Glee. Una scelta che sfiora la pedofilia." Come se non bastasse, l'invettiva è stata indirizzata minacciosamente anche agli autori del programma colpevoli "di aver autorizzato questo tipo di performance semi-pornografica, tracciando una linea di percorso per la serie, che non è adatta alle famiglie"

Affermazioni eccessive, alle quali è arrivata la replica immediata da parte della redazione di GQ, la quale ha sottolineato giustamente che il Parents Television Council evidentemente non guarda molte serie televisive, tra quelle attuali (basterebbe dare un'occhiata a tanti video musicali, e a serie come Gossip Girl, 90210, ma anche quelle più vecchie come I segreti di Twin Peaks), e che i protagonisti del serivizio fotografico hanno più di vent'anni (addirittura Montheit ne ha quasi trenta, anche se ne dimostra sicuramente di meno)
Dianna Agron, dal suo blog personale, ha deciso di rilasciare un comunicato per scusarsi del polverone che il servizio può aver provocato, anche se tra le righe si intuisce che prende le distanze da certe affermazioni: "Se vostro figlio di otto anni ha una copia di GQ con le nostre foto tra le mani... mi dispiace", ha detto la Agron, come a voler dire che la responsabilità in tal senso non è del tutto sua. Allo stesso tempo, l'attrice ha sottolineato che lei e i suoi colleghi di Glee, non sono stati certo i primi a fare foto del genere, e che gli scatti non rappresentano quello che lei è, e quindi implicitamente invita a prenderli come una ragazzata. La Agron ha poi concluso il suo intervento con ironia, rivelando che le nel "servizio fotografico dei suoi sogni" lei è in una casa su un albero, in costume adamitico, mentre gioca con il suo drago da compagnia.