Operazione Zero Dark Thirty: le polemiche sulla tortura

Alcuni senatori, impegnati nel settore Difesa degli USA, accusano il film della Bigelow di deformare la realtà dei fatti insistendo sui metodi brutali della CIA. Per la Bigelow arrivano, però, le scuse - parziali - di Bret Easton Ellis.

Non c'è pace per Operazione Zero Dark Thirty. La controversa e pluripremiata pellicola di Kathryn Bigelow, attualmente in corsa per l'Oscar, si ritrova al centro di una nuova polemica legata all'uso della tortura nel film. I senatori Dianne Feinstein (California), John McCain (Arizona) e Carl Levin (Michigan) hanno ravvivato il fuoco delle voci critiche sulle scene ambientate nelle prigioni della CIA inviando una lettera al capo della Sony Pictures Michael Lynton in cui il film viene definito "grossolamente inaccurato e fuorviante". Prima dei tre senatori altre voci critiche, tra cui un gruppo che sostiene la difesa dei diritti umani, avevano duramente criticato la scelta della Bigelow di mostrare la tortura come elemento fondamentale per la localizzazione di Osama bin Laden. "Operazione Zero Dark Thirty non mostra la realtà dei fatti e noi crediamo necessario ribadire come il ruolo della tortura nella caccia a Osama bin Laden non sia basato sui fatti, ma faccia parte di una visione romanzata" scrivono nella lettera i tre senatori che rivestono ruoli importanti nella DIfesa: Feinstein fa parte della Intelligence Committee, Levin dell'Armed Services Committee e McCain è membro dell'Armed Services Committee. Il film mostrerebbe scene in cui agenti della CIA torturano i prigionieri politici costringendoli a rivelare informazioni fondamentali per trovare il nascondiglio di bin Laden, ma i tre senatori sostengono: "Abbiamo le registrazioni della CIA e sappiamo che ciò che viene mostrato non è corretto. La CIA non ha appreso l'esistenza del rifugio di Osama Bin Laden né l'identità del delatore utilizzando metodi coercitivi sui prigionieri, ma ha usato mezzi diversi". I senatori chiedono di correggere "l'impressione che le tecniche coercitive usate dalla CIA abbiano condotto all'omicidio di Osama bin Laden" senza però specificare il tipo di cambiamenti che vorrebbero apporre al film.

La Sony, che distribuisce Operazione Zero Dark Thirty, non ha rilasciato alcun commento, ma la scorsa settimana Kathryn Bigelow e lo sceneggiatore Mark Boal hanno diffuso un comunicato in cui sostengono di aver "mostrato una serie di pratiche controverse e metodi dell'intelligence usati per trovare bin Laden. Il film mostra che nessuno dei metodi è stato direttamente responsabile della soluzione della caccia all'uomo né che alcuna delle scene ambientate in prigione riesce a riprodurre la totalità degli sforzi della CIA. Una cosa è chiara: il più importante fattore nella ricerca dell'uomo più pericoloso del mondo è stato il duro lavoro e l'impegno dei membri dell'intelligence che hanno passato anni lavorando a questo scopo. Noi incoraggiamo le persone a vedere il film prima di farsi un'idea".

Per fortuna per Kathryn Bigelow, non ci sono solo attacchi. A sorpresa arrivano anche la scuse di Bret Easton Ellis, autore di Lunar Park e American Psycho, che qualche settimana fa sul suo Twitter aveva scritto commenti al vetriolo sulla scarsa qualità della regista ipotizzando che il suo successo fosse dovuto principalmente alla sua avvenenza (potete trovare qui la notizia). Ellis ha spiegato che la conversazione con molte donne, compresa la madre, lo ha aiutato a capire che i tweet riguardo la regista erano sessisti e vorrebbe ora riappacificarsi con la Bigelow, che aveva definito "mediocre e sopravvalutata" e con le altre vittime dei suoi strali. In un saggio in cui esamina i suoi Twitter e le reazioni dei lettori, Ellis ha riconosciuto che il suo linguaggio è diventato un problema. "Questo non significa che mi preoccupo delle 364.000 persone che seguono il mio account" scrive Ellis. "No, è diventato un problema per me, per la mia Twitter coscienza, volevo solo divertirmi e provocare in 140 caratteri, ma ho capito che le cose che scrivo non sono divertenti, ma sfociano nel regno dell'insensibilità." Bret Easton Ellis conclude l'autocritica decidendo di prendersi una pausa da Twitter, solo per le vacanze di Natale. Ma prima non resiste alla tentazione di lanciare un ultimo strale su Operazione Zero Dark Thirty che trova "il film più moralmente discutibile, ottuso e sopravvalutato del 2012." Il lupo perde il pelo....