World War Z e The Lone Ranger: le recensioni dei nostri lettori

Ecco quattro recensioni - due per ogni film - che abbiamo selezionato tra quelle inviate dai nostri lettori. Due pellicole che hanno caratterizzato l'estate cinematografica italiana.

Quattro recensioni di due film tra i più attesi di questa estate: due per World War Z e due per The Lone Ranger. Le abbiamo selezionate tra quelle che ci sono state inviate dai nostri lettori che hanno partecipato all'iniziativa che abbiamo lanciato con la release de L'uomo d'acciaio, qualche settimana fa e le proponiamo di seguito, dopo questa breve presentazione.
Tra i due film quello che ha suscitato un dibattito più vivace è sicuramente World War Z, uno zombie movie atipico, che da alcuni è stato accolto come una interessante variazione sul tema, mentre altri si aspettavano che fosse più aderente al genere horror e hanno contestato il fatto che nel film sia stato dato meno spazio alla componente socio-politica che invece era molto presente nel romanzo dal quale è tratto.
Per quanto riguarda invece The Lone Ranger, il film con Johnny Depp ha ricevuto un'accoglienza più tiepida, anche se in generale il pubblico ha apprezzato l'importante lavoro fatto sulle scenografie e sugli aspetti più legati alla dimensione visiva che che a quella narrativa.

Prima di lasciarvi alle recensioni dei nostri lettori, vi segnaliamo il link alle nostre recensioni di World War Z e The Lone Ranger e i link alle pagine con gli altri contributi che sono stati condivisi nell'ambito di questa iniziativa, che non abbiamo potuto includere in questo articolo. A chi ha partecipato va il nostro più sentito ringraziamento.
World War Z - la nostra recensione - i vostri commenti The Lone Ranger - la nostra recensione - i vostri commenti

Giuseppe T.Chiaramonte su World War Z##
Reduce da una produzione infernale, fatta di riscrittura dello script, problemi di budget (che ha raggiunto i 190 milioni di dollari), passaggi multipli al montaggio e lunghe sessioni di riprese aggiuntive, World War Z arriva finalmente (?) nelle sale cinematografiche. Il film di Marc Forster, bisogna dirlo subito, è un film sugli zombie decisamente anomalo. Chi si aspetta un classico splatter, ha sbagliato lido. La pellicola prodotta da
Brad Pitt è una sorta di chase-movie di dimensioni globali dove a farla da padrone è un'atmosfera di forte tensione palpabile fin dai primi minuti, quando la vicenda prende subito piede. Spogliato di tutta la fanta-geopolitica del libro al quale si ispira, World War Z racconta semplicemente dell'epidemia che si espande ad una velocità inaudita in tutto il mondo e sta trasformando le persone in esseri famelici e voraci, senza coscienza, ma con tanta voglia di mordere. Sarà compito di Gerry Lane (Brad Pitt) compiere un viaggio per scoprire la causa del virus e la cura. La visione degli zombie che ne dà il regista è anch'essa fuori dai canoni: come già visto nei trailer si tratta di predatori velocissimi in grado di compiere lunghi balzi pur di raggiungere il proprio obiettivo. E in realtà, al contrario di come alcuni supponevano, assistere ai violentissimi placcaggi di un'inarrestible orda di zombie in corsa non è affatto male e nell'economia del film funziona anche abbastanza bene. Certo, non siamo davanti ad un lavoro certosino di scrittura, anzi i personaggi non sono per nulla delineati e la sceneggiatura pensa solamente a mandare avanti la ricerca di Gerry e creare lunghe scene di tensione. Anche i meccanismi che fanno procedere la storia spesso sono discutibili se non improbabili, però in qualche modo, il film scivola via per quasi due ore. Si punta tutto, quindi, sull'impatto visivo e sulla resa colossale della vicenda con numerose panoramiche e riprese in elicottero delle varie location, alternate a una confusionaria regia fatta di piani stretti e macchina a spalla. Del reparto attori c'è praticamente solo Brad Pitt che riesce a sostenere il peso della pellicola e non rende completamente piatto il proprio personaggio grazie alla propria esperienza di attore navigato. E diciamolo pure: il film lo salva lui. Tutti gli altri sono un numeroso gruppo di comprimari che Gerry incontra nel suo viaggio. Dunque, World War Z è un bel film? No. Allora è brutto? Nemmeno. Lo consiglio? Sinceramente, no. Sono andato al cinema solo per la curiosità di vedere un film sugli zombie dove non ci fosse sangue, ma tanta, tanta tensione e riconosco di essere soddisfatto e che, date le aspettative, il film merita anche la sufficienza. ##MarcoValerio su World War Z##
Tratto dal romanzo di Max Brooks (figlio del geniale Mel),
World War Z arriva nelle sale dopo una travagliatissima lavorazione, fatta di ritardi, rinvii, sfori di budget e incidenti sul set. Il turbolento dietro le quinte produttivo influenza e inficia per buona parte il risultato finale: World War Z appare, infatti, come un film confuso, arrabattato alla bell'e meglio, in cui le ambizioni e i sottotesti socio-politici vengono annacquati e a prevalere è la disimpegnata grandiosità visiva, fracassona ma non molesta, da blockbuster. Il film di Marc Foster è diseguale, si muove con precario equilibrio e finisce con lo stabilizzarsi su un livello medio, derubricandosi a prodotto d'intrattenimento senza né arte né parte, le cui potenzialità restano irrisolte, ingabbiate da un didascalismo formale e narrativo. Spacciato come "l'horror in cui non si versa una goccia di sangue", World War Z in realtà sposa con maggior decisione gli stilemi del thriller e dell'action. Dell'horror c'è solo la vaga ispirazione dal romanzo, la dimensione politica (abbozzata e sacrificata in nome dell'entertainment) e alcuni incongrui riferimenti di genere: gli zombie, ad esempio, più che morti viventi appaiono come aitanti mostri, capaci di scavalcare mura, saltare (improbabili) ostacoli, assalire e correre a velocità inconsuete. Marc Foster sembra inizialmente voler far coesistere l'azione frenetica alla Bourne o Bond ultima maniera (e non a caso Foster ha diretto il poco apprezzabile Quantum of Solace, film numero 22 della saga con protagonista l'agente 007) con l'epica "zombica" alla The Walking Dead, salvo poi propendere nettamente per la prima componente. Ma l'accumulo ipertrofico mostra più volte la corda, la spettacolarità reiterata funge quasi esclusivamente da riempitivo per una sceneggiatura piuttosto traballante (vittima di innumerevoli riscritture e cambi di autori), mentre tensione e ritmo funzionano solo a corrente alternata. Gli eccessi dei recenti Iron Man 3 e L'uomo d'acciaio sono, per fortuna, lontani, ma World War Z pecca di coraggio, incapace di abbracciare con coerenza un percorso di intrattenimento realmente alternativo, meno semplicistico e prevedibile. A tratti si intravede qualche spiraglio in tal senso, ma Foster (da mestierante al servizio del grande pubblico e del produttore/interprete Brad Pitt) è attento a tarpare qualsiasi stravagante devianza dalla retta, sicura e anonima via. World War Z scivola via con il pilota automatico, in maniera lenta ed indolore, incapace di riscattare in qualche modo il torpore di mediocrità che alleggia per buona parte delle sue quasi due ore di durata. ##tim_darkshadows su The Lone Ranger##
Nel periodo estivo escono film per il grande pubblico, ma è raro vedere al cinema un blockbuster di qualità. Questo sembrava non accadesse con The Lone Ranger perchè si presumeva che il team dei
Pirati dei Caraibi (regista, produttore, attore protagonista, sceneggiatori, compositore delle musiche e costumista) avesse realizzato un prodotto simile a quelli precedenti, ma purtroppo non è così. The Lone Ranger è una grandissima delusione, perchè non ripaga le altissime aspettative che trailer e video promozionali avevano fatto nascere attorno al film, e la sceneggiatura, del tutto mediocre, punta tutto sul personaggio di Johnny Depp, l'indiano Tonto. Il divo fa di tutto per salvare il film, ma il suo grande talento non è abbastanza, essendo non supportato da un cast mal assemblato e da una sceneggiatura lenta, limitata, monotona e per niente equilibrata nel calibrare azione e humor. La trama è molto semplice quanto accattivante, l'ormai anziano indiano Tonto (Depp) racconta le avventure del fuorilegge John Reid (Armie Hammer), e delle sue imprese epiche e rocambolesche, con il fine di contrastare l'avidità e la corruzione dei potenti, aiutato proprio da Tonto. Un buon soggetto che è stato sviluppato come uno stereotipatissimo blockbuster nello stile Disney, che diventerà sicuramente una saga, come i Pirati dei Caraibi. Unici punti di forza sono l'accurata ricostruzione dello scenario, la colonna sonora, e la partecipazione di Helena Bonham Carter, qui nel ruolo (limitato) di una maitresse complice dei due eroi, con la sua gamba/fucile, e ovviamente Johnny Depp anche se qui fa il verso a se stesso e ai suoi memorabili personaggi, pur restando un mattatore ironico e vero protagonista del film. The Lone Ranger è consigliato alle famiglie, ai fan dell'azione e del western e ovviamente di Johnny Depp, anche se dispiace vederlo ingabbiato in una pellicola che limita il suo talento sconfinato. Voto finale: 5.5 . ##Domi98 su The Lone Ranger##
The Lone Ranger, ambientato nel selvaggio West, con protagonisti il Comanche Tonto e il giustiziere John Reid è un ironico e avventuroso western diretto da
Gore Verbinski. Un film che purtroppo delude le già deboli aspettative. L'eccessiva lentezza e l'umorismo forzato sono i veri punti deboli della storia, che tuttavia si rivela abbastanza intricata e presenta diversi risvolti inaspettati. Anche stavolta Johnny Depp si dimostra all'altezza con un personaggio costruito molto bene, uno dei pochi, che con le sue movenze e caratteristiche diverte e spiazza e che viene reso in modo convincente dall'attore. I punti forti del film sono sicuramente l'eccezionale resa scenica delle location, l'ottimo trucco e i bizzarri costumi, reso tutto possibile da un budget elevato e dalla volontà del regista di ricostruire molte scenografie anche imponenti come i treni in movimento. Un film spesso poco credibile - come molte sequenze in cui la coppia protagonista sembra immortale - che tuttavia si chiude con un finale stupefacente ed eccitante in cui emerge tutto il coraggio di Reid, caratterizzato da magnifiche inquadrature e accompagnamento musicale, e dalle gag dei vari personaggi che tentano di eliminarsi a vicenda. Un finale d'azione che riscatta un film che di azione ne ha poca, al contrario delle aspettative, forse per non emulare altri blockbuster esagerati ma senza cuore. E The Lone Ranger un cuore ce l'ha, basta pensare alla bella scena nel museo, tra il ragazzino e l'ormai anziano Tonto che quasi si commuove. Insomma, un film senza molte pretese di sceneggiatura, che restituisce ai grandi il sapore del western, e offre ai ragazzi lo spettacolo oltre all'umorismo e l'eccentricità di un personaggio come Tonto. Voto:6,5