Woody Allen a Cannes per dichiarare il suo amore per Parigi

Dalla romantica Parigi notturna all'assolata Cannes. Ecco Woody Allen e i suoi attori pronti a inaugurare la nuova edizione della kermesse francese al via tra poche ore con il divertente Midnight in Paris.

Di fronte alla stampa internazionale Woody Allen si mostra sempre un po' agitato e intimidito, anche dopo anni di lunga e onorata carriera. Stavolta l'occasione è di quelle particolarmente ghiotte visto che il buon Woody avrà l'onore di inaugurare il Festival di Cannes, al via stasera con una speciale cerimonia presentata dalla madrina della manifestazione, l'eclettica Mélanie Laurent, a cui farà seguito la proiezione di Midnight in Paris. Una dichiarazione d'amore alla città più romantica del mondo fatta da un regista che ha difeso strenuamente la sua New York, ma che, con l'avanzare dell'età, ha deciso di dare qualche possibilità anche alle pittoresche metropoli europee.
Stretti intorno al loro regista sulla Croisette troviamo la coppia di fidanzati americani protagonista del film, formata dai biondi e sorridenti Owen Wilson e Rachel McAdams, l'affascinante Michael Sheen, lo scanzonato Adrien Brody e la giovane e splendida attrice francese Léa Seydoux. Assenti giustificate Marion Cotillard, che a breve darà alla luce il suo primo figlio, e la première dame Carla Bruni sulla cui presunta gravidanza si infittisce il mistero, alimentato ulteriormente dalla sua mancata partecipazione all'inuagurazione del Festival di Cannes.

Rispetto ad altre pellicole, Midnight in Paris presenta una maggior cura formale e un'estrema attenzione ai dettagli. Dal film trapelano una ricerca accurata e una grande sensibilità nella messa in scena e nella ricostruzione della Parigi della Belle Epoque. Se la vita di oggi è poco soddisfacente la soluzione è fare un viaggio nel tempo?

Woody Allen: L'idea che vivere in un'epoca diversa dalla nostra sia un'ipotesi migliore è una grande trappola. Magari si pensa che possa essere divertente, ma il segreto per vivere bene è estrapolare le cose migliori dal tempo in cui si vive. La belle epoque francese avrà avuto il suo fascino, ma se si andava dal dentista non esistevano gli antidolorifici, non c'erano gli asciugacapelli. Mi piacerebbe viaggiare nel tempo, ma so che è una trappola. Per il film non ho dovuto fare molte ricerche perché ho amato molto gli scrittori e i pittori dell'epoca a cui faccio riferimento, Eliot, Dalì, Picasso, Hemingway, perciò i riferimenti alle loro opere sono entrati naturalmente nello script.

Woody Allen è noto per essere un grande regista di donne. Che cosa ha fatto per farti dare il meglio di te sul set?

Owen Wilson: Woody ha lavorato con me dandomi grande libertà. Mi ha permesso di sperimentare e mi ha fatto sentire a mio agio. E' stato molto divertente.

E per gli altri interpreti?

Rachel McAdams: Anche per me è stata la stessa cosa. E' stata una grande esperienza e mi ha permesso di crescere, ma quando sentivo il bisogno di aiuto mi bastava chiedere a Woody. E' stato veramente meraviglioso sul set.

Adrien Brody: Ho sempre ammirato Woody... e anche Dalì ovviamente, perciò interpretarlo in un cameo è stata un'esperienza incredibile. Penso che la chiave di tutto sia il fatto che Woody non ha bisogno di fare grandi discussioni sul set perché è capace di comunicare col cast con poche parole. Sa incoraggiarti e farti sentire subito a suo agio. Siamo in presenza di un genio.

Michael Sheen: E' stato incredibilmente affascinante vedere qualcuno che lavora in maniera così originale e personale. E' un processo creativo incredibile.

Léa Seydoux: Ero molto emozionata e commossa all'idea di poter lavorare con Woody Allen. Per me è stato un onore incredibile essere chiamata da lui.

All'inizio del film troviamo molti luoghi simbolo di Parigi. E' il tuo modo di vedere la città o è una scelta legata ai protagonisti del film, che sono turisti americani? Lavorare in tante città europee negli ultimi anni ha cambiato il tuo modo di lavorare?

Woody Allen: No, il modo in cui lavoro non è mai cambiato. E' indipendente dalla città. Parigi è una città bellissima e io ho cercato di farne vedere la parte migliore nel mio film, un po' come ho fatto in passato per New York. Volevo mostrare la città attraverso lo sguardo emozionato di un americano che la visita per la prima volta, nello stesso modo in cui l'ho vista io non appena sono arrivato, in maniera non realistica, ma soggettiva.

Da francese ho notato che lo sguardo presente nel film ricorda quello di alcuni cineasti francesi, in particolare di René Clair. Che relazione hai con questo autore e con il cinema francese in generale?

Woody Allen: Quando ero giovane sono stato profondamente influenzato dal cinema europeo e in particolare da quello francese. Truffaut, Godard, Renoir e René Clair sono stati importantissimi per me. Mi hanno insegnato il concetto di arte, contrapposto a quello tipicamente americano dell'industria e del desiderio di fare soldi con prodotti commerciali. Ho un debito enorme nei loro confronti.

Rachel, nel film il tuo personaggio non è molto simpatico, anzi a dirla tutta è particolarmente irritante. Ti sei sentita combattuta all'idea di interpretare un personaggio simile?

Rachel McAdams: Quando Woody mi ha spiegato che nel film non sarei stata io l'oggetto del desiderio degli uomini sono stata molto contenta lo stesso. Il mio personaggio è stato diretto in maniera deliziosa e mi sono divertita moltissimo a lavorare con Woody a Parigi.

Il personaggio di Rachel, nel film, non dà retta agli altri scrittori e non ama chiedere consigli. Quando scrivi un film come ti comporti? Fai leggere lo script a qualcuno?

Woody Allen: Lo facevo da giovane. Ora non lo faccio più, anche se probabilmente dovrei. Scrivo e penso che nessuno debba cambiare ciò che io ho prodotto. Ovviamente in questo modo faccio un sacco di errori. I consiglieri che avevo ormai sono morti perché erano più anziani di me, perciò mi sono abituato a fare tutto da solo.

Come è nata l'idea del film?

Woody Allen: Per prima cosa mi è venuto in mente il titolo, Midnight in Paris. A quel punto mi sono chiesto che cosa realmente accade per le strade di Parigi a mezzanotte, così ho immaginato di calare in quel contesto un americano ignaro che si ritroverà in un universo completamente nuovo. Stavolta sono stato fortunato e dal titolo è nata una bella idea, ma avrebbe potuto venire qualcosa di pessimo o addirittura niente. In tal caso avrei dovuto cambiare titolo.

Voi avete fatto ricerca per interpretare i vostri personaggi? Avete letto qualcosa inerente alla Parigi degli anni '20?

Adrien Brody: Questa è stata la prima volta in cui ho accettato di interpretare Dalì, anche se mi era già stato offerto molte volte in passato in varie incarnazioni.

Owen Wilson: No, io non ho avuto bisogno di fare molta ricerca per il mio personaggio.

Come è stata la collaborazione col direttore della fotografia Darius Khondji?

Woody Allen: Ho lavorato con Darius Khondji già altre volte in passato. E' un direttore della fotografia straordinario. Molti anni fa l'avevo visto all'opera con Bertolucci in Io ballo da sola e da allora ho deciso che avrei collaborato con lui. Ci siamo trovati bene e abbiamo ripetuto varie volte l'esperienza. In questo caso non avevamo riferimenti visivi precisi. Volevo solo che Parigi sembrasse bellissima. L'unica richiesta che ho fatto a Darius è stata quella di avere una fotografia calda, nei toni del rosso, e lui ha accolto subito la mia richiesta.

Come mai hai scelto di inserire nel cast Carla Bruni?

Woody Allen: Un giorno ero stato invitato a pranzo dal presidente francese e Carla è entrata nella stanza. E' una donna molto bella e carismatica, così le ho chiesto, per scherzo, se le sarebbe piaciuto recitare in un film. Lei ha accettato e non si è fatta problemi anche se è sposata con un uomo politico. Carla è un'artista, è una cantante e suona la chitarra perciò ha partecipato con grande piacere. Ha interpretato alla perfezione il personaggio che le è stato assegnato e abbiamo girato molto rapidamente. Sono stato felice di sapere che anche per lei è stata un'esperienza molto positiva.

Woody, come ti sei sentito, da cinesta capace di produrre film d'arte, a far parlare molti grandi artisti del passato con le tue parole?

Woody Allen: Io mi considero un regista molto fortunato e basta. Non mi sono mai considerato un artista capace di ispirare altri artisti. Fellini, Kurosawa, Bergman, loro sono artisti. In questo caso scrivere le parole dei personaggi presenti nel film è stato molto divertente, l'ho fatto con grande leggerezza, senza pretese intellettuali.

Come ti sei sentito vedendo Owen Wilson calarsi nei panni di un personaggio che fino a qualche anno fa avresti interpretato tu?

Woody Allen: Credo che Owen sia fantastico nel ruolo, anche perché è il mio esatto opposto. Questo è stato un grosso aiuto per me perché io sono profondamente newyorkese, nevrotico, mentre Owen ha un'aria rilassata, da amante della spiaggia. Solo un attore con queste caratteristiche poteva fornire una nuova dimensione al personaggio che io ho ideato.

Con la collaborazione di Valentina D'Amico