Tulpa: omicidi a luci rosse per Claudia Gerini e Federico Zampaglione

Amante della musica e dell'horror d'atmosfera, ma anche truculento, Federico Zampaglione ci parla della sua terza esperienza da regista. Al suo fianco la compagna Claudia Gerini, dark lady bionda e glaciale.

Non fa mistero dei suoi modelli Federico Zampaglione. Dopo Nero bifamiliare e Shadow - L'ombra, il regista prosegue il suo viaggio all'interno del genere horror con una pellicola omaggio al grande giallo all'italiana anni '70. Zampaglione raccoglie l'eredità del suo maestro Dario Argento mescolando sangue, sesso e violenza estrema. A condire il tutto uno sguardo metafisico rivolto verso il misterioso Tulpa, entità spirituale tibetana che dà il titolo al film, ma anche club esclusivo celato nei sotterrani dell'EUR in cui uomini e donne si ritrovano per sperimentare le loro fantasie erotiche più sfrenate. Il ruolo della dark lady stavolta tocca all'eterea Claudia Gerini, compagna di vita del regista, qui nei panni di una donna in carriera che ai legami sentimentali preferisce le ambigue frequentazioni di Tulpa. Nel film Zampaglione, oltre a divertirsi non poco a squartare personaggi su personaggi con apprezzabile sadismo, esaudisce un grande sogno collaborando col grande Dardano Sacchetti, uno dei principali responsabili del successo del giallo all'italiana. Sacchetti è, infatti, autore del soggetto di Tulpa. In una lunga intervista il regista e la sua musa Claudia Gerini ci parlano della genesi del film, dell'incontro con Sacchetti, della passione per il sangue e di molto altro.

Tulpa è un altro viaggio nel genere noir, stavolta nel giallo all'italiana anni '70.
Federico Zampaglione: Ho deciso di abbandonare per un po' l'horror, che amo molto, per sperimentare. Avevo voglia da tempo di realizzare un giallo, un genere per me affascinante. Il giallo ha una struttura molto diversa dal thriller, che a me non piace per niente, mi annoia. Troppe indagini, impronte, prove da raccogliere, le foto appese al muro del commissariato. Quando vedo questo tipo di film di solito cambio canale perché gli omicidi si vedono quando sono già successi. Io amo vedere il gioco tra gatto e topo, senza intromissioni della polizia e poi mi piace la libertà che il giallo permette. Non sappiamo chi mette in moto il pupazzo di Profondo rosso e forse non lo sapremo mai, ma quella scena è bellissima. Toglierla dal film sarebbe come togliermi due dischi di Jimi Hendrix.

Da dove proviene il tuo amore per questo genere?
Federico Zampaglione: Io sono cresciuto con l'horror e il giallo all'italiana, in cui c'erano queste donne bellissime, gli assassini travestiti, un fondo di ironia. Poi sono entrato in contatto con l'horror americano, ma noi italiani siamo sempre stati ricordati per questo genere estremo, sopra le righe, che contiene un elemento onirico e visionario. Per intenderci i film di Fulci, Argento, De Martino.

Ci spieghi cosa è il tulpa?
Federico Zampaglione: Sembra che i monaci nel Tibet siano in grado di creare il proprio tulpa, la materializzazione della parte inconscia. I tulpa dovrebbero essere degli alleati, delle entità che cooperano con te per il tuo bene. Purtroppo pare che possano mutare improvvisamente diventando cattivi e crudeli, inoltre con una serie di pratiche puoi creare il tulpa in maniera inconscia e questo è estremamente pericoloso. In genere viene sconsigliato di creare il tulpa perché si può trasformare in demone.

Claudia, che cosa ti ha fatto fare Federico stavolta?
Claudia Gerini: Che cosa ho fatto fare io a lui. Datemi un regista con un sogno e io lo realizzerò. Se amo il regista, la storia e il personaggio non c'è niente che non possa fare. Questo è stato il mio primo ruolo così audace e coraggioso. L'ho affrontato come qualsiasi altro film, ma è stata una sfida. Amo le sfide, amo trasformarmi e mi interessava molto il dualismo del mio personaggio.

Questa edizione del Courmayeur in Noir ha visto il ritorno della femme fatale.
Claudia Gerini: Meno male. Io stavolta interpreto una donna forte, sola, realizzata professionalmente. Lisa non vuole implicazioni sentimentali, ma la notte si concede una vita totalmente libera frequentando Tulpa, un club in cui può esprimere se stessa liberamente sentendosi protetta. Questi club, nel Nord Europa, sono molto diffusi, addirittura i membri si recano lì mascherati, ma anche a Roma si sta diffondendo qualcosa di simile. Io vedo Lisa come un personaggio molto moderno, con sfumature drammatiche, e nell'interpretarlo mi ha aiutato molto il fatto di parlare inglese, una lingua essenziale, che ti fornisce una certa immediatezza.

Tu e Federico avete un luogo in cui sentirvi realmente liberi ed essere voi stessi?
Claudia Gerini: A casa. Siamo genitori, abbiamo la nostra famiglia. Nelle nostre notti ci sarà anche qualcosa di tulpesco. In più entrambi siamo lottatori. Io sono cintura nera di taekwondo e Federico pratica pugilato.

Federico, come mai hai deciso di usare l'EUR come location?
Federico Zampaglione: Per tutta la vita ho sognato di fare un giallo all'EUR. E' un quartiere che cambia radicalmente col passare delle ore. Il giorno è un luogo pieno di uffici, molto professionale, mentre la notte assume un sapore metafisico, lontano dalla Roma che vediamo di solito al cinema. Di notte c'è poca gente per la strada, c'è una grande desolazione, ti dà l'idea di una vita sotterranea. Girando per il quartiere ci sono dei posti che sono rimasti identici agli anni '70. E' un luogo vintage.

Gli anni '70 sono un riferimento importante per Tulpa.
Federico Zampaglione: Nei modelli, ma in realtà ho usato tecniche di regia diverse dagli anni '70. Il ritmo è molto più dinamico, frenetico, anche più sporco. Abbiamo usato molta macchina a mano. Gli effetti speciali sono modernissimi, era la prima volta che venivano usati. Ad esempio per la scena iniziale della coltellata sotto il mento, la bocca dell'attore è stata ricostruita in digitale così come il coltello. Abbiamo ottenuto un mix perfetto tra analogico e digitale, ma ci sono voluti sei mesi per sperimentare questi effetti. Anche il lavoro sulle musiche è diverso. Non è il solito funk del giallo, ma abbiamo spaziato tra jazz ed elettronica. Le musiche sono firmate da mio fratello Francesco Zampaglione.

Parlando di stile visivo, c'è una grande differenza tra le scene notturne, quelle in cui avvengono i delitti, e le scene diurne ambientate nell'ufficio di Lisa.
Federico Zampaglione: Abbiamo lavorato moltissimo su questa differenziazione. Le scene diurne sono più semplici, fredde, prive di emozione. Abbiamo usato delle riprese essenziali, che raccontano un mondo statico, in cui l'anima è stritolata. La notte nel privé la situazione cambia completamente. Esce il colore, le riprese si fanno dinamiche, c'è una cura estrema nei dettagli. La porta di Tulpa stabilisce un confine tra la realtà e il mondo del sogno o dell'incubo. Anche il trucco e i vestiti degli attori contribuiscono a creare questo effetto.

Federico, hai mai pensato a un'altra attrice per il ruolo di Lisa?
Federico Zampaglione: Tulpa senza Claudia non esisterebbe. Ho parlato con Dardano Sacchetti e gli ho detto: "Voglio fare un giallo pieno di omicidi, con scene erotiche forti e con Claudia come scream queen". Il film è tutto in mano alle donne, gli uomini si muovono un po' come pedine. Oggi non so se rifarei un giallo perché è la cosa più difficile di tutte. Il giallo è pieno di cambiamenti, si gioca tutto sull'atmosfera e sulla tensione.

Claudia, tu che rapporto hai con l'horror?
Claudia Gerini: Io non amo molto l'horror, ma da quando sto con Federico per forza di cose ho dovuto mettermi a guardarlo anche perché lui, con qualsiasi altro tipo di film, si annoia. Ma la cosa divertente è che anche alla centesima visione di Tulpa si spaventa e salta sul divano.

Michele Placido come è entrato nel progetto?
Federico Zampaglione: Abbiamo incontrato casualmente Placido in un ristorante. La moglie di Michele, che è nel film, un po' mi inquietava e aveva l'aspetto giusto per partecipare, così è entrato anche lui. Il suo personaggio è costruito un po' su di lui. Michele è un attore incredibile, è indomabile, gli dai la sceneggiatura e poi lui fa come gli pare. Quando gli ho detto che il film era parlato in inglese non l'ha presa bene, così abbiamo deciso di farlo recitare in italiano.

E poi, dopo Shadow, sei tornato a dirigere Nuot Arquint.
Federico Zampaglione: Nuot è una persona stranissima, non so niente di lui, quando entra in un ruolo. Non so se la notte dorme o se sta appeso sul soffitto. Dopo mesi che lavoravamo sulla sceneggiatura mi ha detto: "Non faccio il film, ci vuole un orientale per il ruolo". Ci ho pensato un po', poi l'ho chiamato dicendo che il regista sono io e volevo lui. E' un personaggio che crea tensione di fondo anche se si prende un caffè.

E invece come avete scelto Michela Cescon?.
Federico Zampaglione: Michela Cescon ha una faccia anni '70, un po' ambigua. È un personaggio che potrebbe avere delle turbe.

Le mani inquadrate durante i delitti sono le tue?
Federico Zampaglione: No perché io sono l'operatore di macchina. Il film lo devo fare io, ho provato a chiamare un operatore, ma proprio non ce la facevo a stare fermo. E' come stare seduto e suggerire a un altro gli accordi della chitarra.

La scelta di far parlare i personaggi in inglese?
Federico Zampaglione: Io vedo una Roma europea. All'inizio volevamo ridoppiare gli attori in inglese, come negli anni '70, ma oggi non si può più fare. Allora mi sono rifatto a tante aziende internazionali in cui oggi funziona così. In Italia il film uscirà doppiato in italiano, mentre le scene con Nuot Arquint resteranno in inglese.

Dopo la bella accoglienza a Londra e Stiges, cosa ti aspetti dall'uscita di Tulpa?
Federico Zampaglione: La cosa peggiore che può capitare è che un film esca perché non lo puoi più coccolare e lo massacrano. A livello internazionale il film andrà ai mercati di Berlino e Cannes, ma ha già fatto tanti festival.

Hai un altro film in preparazione?
Federico Zampaglione: No, ora torno a occuparmi di musica perché questo film mi ha danneggiato il cervello. Fare il regista è un mestiere stressante, ti odiano tutti perché ripeti sempre le stesse cose, diventi ossessivo. La musica è più riposante perché ti trovi in studio con tre persone, fai come ti pare, ti infili gli occhiali da sole e non devi parlare con nessuno. Se non amassi l'horror non dirigerei nessun altro tipo di film. Faccio il regista solo perché amo questo genere.

E tu Claudia, a cosa ti dedicherai ora?
Claudia Gerini: Dopo Tulpa ho girato un'altra commedia. E' un'opera prima di una regista giovane che si chiama Giorgia Farina, una commedia al femminile che uscirà a marzo. Si intitola Amiche da morire, è stato girato in Puglia e vedrete che alcuni uomini, nel film, faranno una brutta fine.