The Ghostmaker: Mauro Borrelli presenta il suo nuovo thriller

Il regista italiano, da tempo trapiantato negli USA, ha presentato a Roma il suo nuovo film, che uscirà nel circuito di sale dell'etichetta Distribuzione Indipendente.

L'attenzione per il cinema di genere, caratteristica fondante di una realtà come Distribuzione Indipendente, è stata dimostrata anche dal catalogo di quest'anno dell'etichetta italiana. Un catalogo numericamente più ristretto rispetto a quello dello scorso anno, ma ugualmente caratterizzato nel senso di una proposta orientata a un cinema "sommerso"; una proposta coerente con una certa tradizione del nostro cinema, caratterizzata comunque nel segno della qualità. La prima, importante uscita dell'etichetta è quella di The Ghostmaker, thriller fantastico diretto da Mauro Borrelli (già conceptual artist per registi come Terry Gilliam e Tim Burton), figlio del nostro cinema di genere da tempo trapiantato negli USA. Quello di Borrelli è un godibile esempio di thriller/horror vecchio stile, che riesce ad ovviare alle limitazioni di budget con una solida struttura narrativa, uno script ben congegnato e una regia che tiene alta la tensione e coinvolge con buon mestiere. Le coordinate (film hollywoodiani come Linea mortale e Final Destination) sono note, ma il prodotto finale, per la professionalità e la sicurezza con cui è realizzato, intrattiene e diverte. Del film hanno parlato, oltre al regista, il presidente dell'etichetta Giovanni Costantino e i direttori artistici Daniele Silipo e Alessandra Sciamanna; questi hanno avuto inoltre modo di illustrare l'operazione G Movie, innovativa proposta di distribuzione home video gratuita, che coinvolgerà questo e altri titoli del loro catalogo.

"Il cartellone è solo apparentemente più scarno rispetto allo scorso anno", ha detto Costantino, "ma la proposta è innovativa; inoltre, quest'anno puntiamo a un ritorno economico più importante. Dobbiamo comunque sottolineare che, dei produttori che hanno lavorato con noi, nessuno ha riportato un passivo. Come lo scorso anno, puntiamo a film indipendenti e d'autore, che non hanno trovato una distribuzione italiana."
"G Movie nasce dall'unione di Distribuzione Indipendente e Bizzarro Cinema; avremo DVD distribuiti gratuitamente in luoghi dedicati (librerie, sale del nostro circuito, ecc.) con una logica che unisce freepress e home video; la distribuzione si sostenterà unicamente tramite inserzioni pubblicitarie. In questo progetto ci hanno spinto la voglia di fare e la necessità di non piangerci addosso: ci piaceva l'idea di regalare cultura, ma non facendo volontariato. Volevamo anche confrontarci con la pirateria usando le stesse armi; finora le battaglie combattute sono state all'insegna della chiusura. Qui, allo stesso prezzo si può portare a casa un prodotto fatto bene, anche con un bel packaging. La selezione sarà leggermente più 'commerciale' rispetto a quella del nostro circuito di sale, visto il pubblico più ampio."

Borrelli, cosa puoi dirci sulla genesi del film?
Mauro Borrelli: Più che un low budget è un "microbudget", un film fatto artigianalmente. La bara, per esempio è costruita con una porta, mentre per gli ingranaggi interni ho usato il cagnetto giocattolo di mio figlio. Anche i visual effect sono stati fatti grazie al lavoro di volontari. Obiettivo era fare un film a basso costo che potesse essere distribuito: infatti, negli USA è stato acquistato dalla Lion's Gate, e in Germania è uscito addirittura in sala.

Volevi quindi avere una commerciabilità?
Per avere commerciabilità, negli USA, ci sono due maniere: o fai un film artistico e vinci i festival, oppure fai un film con uno standard minimo di vendibilità e ti metti sul mercato; per far questo, devi fare horror o sci-fi. Rispetto all'horror, in Italia ci si vergogna un po' a farlo, mentre in America è considerato al contrario un genere importante.

Quali sono stati i punti di riferimento?
Innazitutto c'è un omaggio a Linea mortale, anche nei nomi dei personaggi. L'idea di base comunque era: "cerchiamo una cosa che si possa fare con pochi soldi, e un'idea che ci permetta di realizzarla". Mi è venuto in mente Django, che racconta di un uomo che porta a spasso una bara; così mi sono chiesto cosa succede se è una bara a portare a spasso un uomo. C'era poi l'idea di questi attrezzi un po' antichi, con un look rinascimentale.

Che effetto ti fa tornare in Italia, ora che sei ormai cittadino statunitense d'adozione?
Non conosco molto l'attuale panorama cinematografico italiano. Comunque, una delle differenze tra il nostro modo di fare cinema e quello statunitense è l'intercambiabilità dei ruoli: lì, puoi trovarti un regista che al film successivo fa l'operatore di camera, e poi magari torna a fare il regista. Qui, è molto più difficile che ciò succeda.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il prossimo è un altro film a piccolo budget. Si intitolerà El toro, e sarà basato sulla leggenda del minotauro, riletta però nell'ambito delle gang dell'East Los Angeles. Uno dei motivi per cui mi piace l'horror, tra l'altro, è proprio il fatto che spesso è basato sulle leggende della mitologia greca.

Il film è incentrato sulla "musica del diavolo", i toni a 7 hertz, considerati "satanici" nel medioevo. Ne parla in un libro Benedetto Conte, che sostiene che tali toni sarebbero la causa delle stragi del sabato sera, in quanto influirebbero sul sistema nervoso. Ti sei ispirato anche a queste ricerche, per il film?
A questo proposito, ho fatto solo una ricerca sulla musica religiosa dell'antichità: la chiesa medievale vietava certi motivi, e certi toni, in quanto li riteneva satanici e capaci di indurre stati mentali particolari, pericolosi.