The Amazing Spider-Man 2: il cast presenta il film a Roma

Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan ed il regista Marc Webb hanno incontrato la stampa in occasione della première del nuovo capitolo del franchise nella Capitale.

Il 25 Aprile è tempo di super-eroi da queste parti. Thor, poi The Avengers ed Iron Man 3 negli ultimi anni hanno sfruttato la festività per portare orde di fan nei cinema. Quest'anno è il turno dell'altra parte della Marvel, quella che non fa capo alla Disney, della quale detiene gelosamente i diritti Sony: Spider-man, l'eroe che due anni fa è stato al centro di un reboot, dopo l'apprezzata trilogia di Sam Raimi, e che si prepara ad invadere le sale in 800 copie con The Amazing Spider-man 2: Il potere di Electro, secondo capitolo del suo nuovo corso affidato a Marc Webb.
Proprio il regista è stato protagonista della conferenza stampa romana, accompagnato dai nomi di punta del cast del film, dal protagonista Andrew Garfield ad Emma Stone che dà il volto a Gwen Stacy, ai due villain Jamie Foxx, che veste i panni luminescenti di Electro, e Dane DeHaan, che offre una nuova versione di Harry Osborn/Green Goblin. Molti i temi trattati dal cast, da quelli relativi al rapporto tra Peter e Gwen alla composizione delle musiche del film ed alle considerazione su come comporre la stanza di Peter Parker nel film.

Signor Webb, quali vorrebbe che fossero i titoli dei giornali italiani domani? Che temi affronta questo nuovo Spider-man? Marc Webb: Che si tratta di un supereroe atipico, che affronta il male per la prima volta e da questo scontro viene trasformato. Ci siamo ispirati alla saga di Gwen Stacy, una storyline molto provocatoria che ha cambiato non solo Spider-man, ma tutti i fumetti degli anni '70. Per noi è stato molto interessante esplorare questa storia.

Vorrei chiedere sia al regista che ad Andrew quali pensano che siano gli ingredienti di questo grande successo. Marc Webb: credo che Spider-man sia un personaggio amato da tantissimo tempo e lo è perché si tratta di un ragazzino, non di un miliardario o un alieno. Ci si identifica con lui più che con altri, andando al di là della maschera.
Andrew Garfield: Il suo costume lo copre completamente, non vedi il colore della pelle, non vedi da dove viene, puó essere chiunque. E per questo chiunque, un Cinese o un Italiano, può immedesimarsi in lui.

Una domanda sia per il regista che per la Stone riguardo il personaggio di Gwen, perché è la prima volta che vediamo un eroe confrontarsi con una compagna di questo tipo. Marc Webb: Una delle cose più piacevoli da guardare su schermo sono i rapporti tra i personaggi ed io amo mettere in scena la componente romantica. Se pensiamo ad Andrew ed Emma, la cosa più bella di loro due sul set è che sono bravissimi ad improvvisare quando sono insieme e questo aspetto aggiunge un ulteriore strato di umanità ai loro personaggi e ad un film così carico di effetti visivi e scene d'azione.
Emma Stone: Marc ci ha detto fin dall'inizio che avrebbe protetto il loro rapporto e ci avrebbe dato lo spazio per esplorarlo e definirlo. È uno dei motivi che mi ha spinto a fare questo film, la bellezza del loro rapporto che ha rappresentato così tanto anche per me.

Signor Foxx, è più difficile interpretare il loser pre Electro o tutta la parte successiva ricca di CGI? Jamie Foxx: La perte del perdente. Ma è stato tutto entusiasmante. Qualunque attore ti dirà che quando hai la possibilità di interpretare due ruoli, iniziando come ragazzino goffo e finendo come super cattivo, è molto stimolante. Entrambi hanno sequenze e momenti interessanti, quindi ho in definitiva ho apprezzato entrambi gli aspetti del lavoro.

Sua figlia è contenta che interpreti questo personaggio? Jamie Foxx: Oh sì, mia figlia è felice di tutto quello che faccio. Ha solo cinque anni ed adora che passo da un set come quello di Django Unchained a fare il cattivo in Spider-man, è una cosa bellissima e Marc le ha permesso anche di stare sul set. Ma lavorando a questo film mi è capitato di viaggiare molto e devo dire che è entusiasmante vedere centinaia di bambini vestiti come Spider-man, da Pechino a Tokyo o Singapore.

In questo film vediamo il protagonista reso simile ai fumetti come mai prima, sia per le movenze che per il modo di parlare. Come avete lavorato su questo aspetto e a quali fumettisti vi siete ispirati? Marc Webb: In realtà ci sono stati molti artisti specifici. Per esempio per il costume siamo tornati ad una versione più tradizionale, ma anche artisti come Mark Bagley, e quelli che hanno iniziato a reinventare Spider-Man anni fa. Per i movimenti, Andrew si è ispirato molto alle sensazioni. Inizialmente esprimeva gioia, un entusiasmo quasi cartoonesco, la voglia di volteggiare.
Andrew Garfield: Il fumetto e l'animazione sono mondi affascinanti, ma nel mettere in scena un eroe del genere pensi anche agli esseri umani che sembrano sovrumani in quello che fanno, da Muhammed Alì a Ronaldo e i grandi dello sport di tutti i tempi, ma anche Pharrell Williams, che incarna energia e vibrazioni. E poi Bugs Bunny, che faceva sempre cose estreme ed interessanti da provare su un fisico umano. E poi ovviamente gli artisti dei fumetti. È divertente guadagnarsi da vivere leggendo fumetti.

Dane, il tuo è un personaggio difficile. Come hai affrontato questa complessità? Dane DeHaan: Harry Osborn ed il Green Goblin esistono da cinquant'anni e devi cercare di capire chi sono per poter poi rendere loro omaggio in questo nuovo franchise. E' entusiasmante dare al mondo una nuova versione di questi personaggi e mostrare come esistano in questa nuova versione che viene rappresentata. Per fortuna avere un ottimo script che mi ha permesso di trovare quella linea di demarcazione tra uno e l'altro e far capire come Harry diventi il Goblin.

Un aspetto molto importante di questi primi due capitoli è la forte storia d'amore tra Peter e Gwen. Ci racconta qualcosa? Marc Webb: Li ho lasciati andare, non ho dovuto fare niente.
Andrew Garfield: Non mentire! Ogni giorno ci ha insegnato quali sono le strade dell'amore.
Marc Webb: Ho solo cercato di creare l'atmosfera che ricreasse la scena che stavamo realizzando.
Andrew Garfield: E' quella la capacità di Marc, il riuscire a mettere in scena aspetti di quello che viviamo nelle nostre vite quotidiane.
Marc Webb: Alcuni momenti migliori sono venuti dal fatto che non abbiamo fatto prove, mettendo insieme gli ingredienti e valutando come sarebbe stato il risultato finale.

Se aveste il potere dei vostri personaggi per un giorno, che problema del mondo risolvereste? Andrew Garfield: Ci sarebbe fin troppo da fare, non si può decidere una cosa sola, dal riscaldamento globale in giù. Il bullismo a scuols, se fossi Spider-man metterei fine a quello.
Dane DeHaan: se fossi Goblin non vorrei fare cose positive per il mondo! Se però fossi un buon Goblin, userei le sue risorse per cercare di risolvere alcuni dei problemi del mondo. Se si prendesse una multinazionale come la Oscorp per cercare di dare risorse alle persone, si potrebbe fare molto per l'umanità

Ci dite qualcosa di come è stato pensato l'arredamento della stanza di Peter? E' così piena di feticci culturali, dal film di Antonioni agli INXS e David Bowie... Marc Webb: Io ed Andrew ne abbiamo parlato molto e lui aveva molte idee specifiche su come sarebbe dovuta essere. Soprattutto caotica, perché lui si dedicava esclusivamente a Spider-man e Peter Parker viene lasciato indietro. Quanto ad Antonioni, ovviamente lo apprezzavo e si tratta di un film che racconta di un fotografo e Peter lo è. L'idea nel complesso era di mettere almeno un piede nel mondo reale e creare un collegamento con la nostra realtà.
Andrew Garfield: Un elemento interessante che forse molti non noteranno sono le polaroid scattate dal punto di vista di Spider-man, da angoli altissimi di New York, la città più affollata e solitaria del mondo.

Ci anticipate qualcosa sul futuro del franchise ed in particolare sui Sinistri Sei e se questo ha influenzato la stesura della storia insieme agli sceneggiatori? Marc Webb: Abbiamo scoperto all'inizio della scrittura di questo film che tanti personaggi non sono interessanti solo per il pubblico, ma anche per noi da raccontare. È una cosa che svilupperemo sicuramente nel prossimo film.

Quali sono i vostri personali eroi? Andrew Garfield: Tu, voi, Spider-man, Gandhi, Michael J. Fox, Daniel Day Lewis, Meryl Streep, Gene Wilder! Sono innumerevoli, come faccio ad elencarli tutti?!
Jamie Foxx: Mohammed Alì, Prince (e intona un verso di un brano ndr), Martin Luther King, Halle Berry ed Andrew Garfield, Emma Stone, Dane DeHaan (scherza indicando i suoi colleghi ndr).
Emma Stone: Sono tanti anche i miei... Steve Martin, Gene Wilder, John Candy, Carl Sagan, Cameron Crowe, Marc Webb e i miei compagni di avventura in questo film.
Dane DeHaan: Due persone che mi hanno sempre ispirato. Philip Seymour Hoffman (accolto con applauso dalla platea ndr) e James Dean, che ho appena interpretato in un film.

Marc, ci parli del lavoro fatto sulle musiche del film? Marc Webb: Lavorare alla colonna sonora per me è sempre un aspetto fondamentale e piacevole, e gli artisti sono arrivati tutti con grandissimo spirito di collaborazione e potrei andare avanti per ore a raccontare quello che abbiamo fatto. Pharrell aveva veramente colto il personaggio di Electro e la linea sottile dell'interpretazione di Foxx. Mentre ci lavoravamo, Pharrell ha lasciato gli studi ed è tornato poco più tardi con un'aria con tanti versi che rappresentava i sentimenti interiori di Max. Abbiamo rimontato la scena per dare importanza alla musica nella sequenza di Times Square. Per questa colonna sonora abbiamo messo insieme un disco con personaggi che conoscono la musica pop e poi Hans Zimmer ha riorganizzato il loro lavoro per dar vita alla colonna sonora. Dalla musica pop, poi tutto orchestrato nello score, in un nuovo processo mai fatto prima.

Quanto sono voluti i riferimenti a Ritorno al futuro nel film? A cominciare dalla sequenza finale nella torre dell'orologio. Marc Webb: oh interessante! L'orologio è presente sin dall'inizio del film ed è il tema ricorrente di The Amazing Spider-man 2. L'idea è che anche un supereroe non può fermare il tempo ed è un concetto ripreso anche nel discorso di Gwen, quando lei dice che il tempo è una fortuna.
Andrew Garfield: Il riferimento c'è, come nella scena del supermercato in cui Peter indossa una giacca tipo giubbotto di salvataggio.

Signor Webb, lei ha fatto molti lavori come regista di video. Questo lavoro è stato una sorta di gavetta? Marc Webb: Per me l'immagine e la musica saranno sempre collegati. E' stato così sin dal mio primo film da studente, girato a Firenze, che si basa sulla musica. Non riesco a pensare alle immagini senza la musica ed alla musica senza le immagini. Mi piacerebbe anche tornare a fare video, è un lavoro che mi manca molto.