Recensione Viramundo (2013)

Oltre ad essere il titolo di una delle più belle canzoni di Gilberto Gil, Viramundo è un film di grande valore sociale, un must imperdibile per gli amanti della musica, un'opera ricca di spiritualità e bellezza, che ti entra dentro e non ti abbandona più.

Per le strade del mondo con Gilberto Gil

Contaminazioni musicali, diritti civili, terre lontane, rituali antichi e popolazioni dimenticate dal mondo globalizzato; poi lunghi silenzi, spiagge e musica. Tutto questo è Viramundo - Un viaggio musicale con Gilberto Gil, un film con i piedi ben saldi nel presente ma con importanti sprazzi di passato e di speranze per il futuro che ci racconta di un artista che ha suonato e cantato per tutta la vita della sua terra, il Brasile, delle disuguaglianze e delle ingiustizie, del razzismo e di come tutto questo si può combattere semplicemente attraverso la comunicazione e l'accesso all'informazione. Settant'anni compiuti ed all'attivo più di quarantacinque dischi, Gilberto Gil è stato il primo nero ad essere eletto Ministro della Cultura in Brasile, carica lasciata nel 2008 per problemi alle corde vocali che gli avrebbero potuto impedire di tornare alla sua 'missione' di cantante di vita. Nel momento in cui i brasiliani sono in rivolta in tutte le piazze contro gli aumenti e gli ingenti sprechi di denaro per gli imminenti mondiali di calcio, le sale italiane ospitano il docu-film che racconta l'impegno sociale e artistico di una delle maggiori personalità della cultura brasiliana, uno degli artisti più amati e noti del panorama musicale sudamericano, da sempre grande promotore della multietnicità e delle diversità culturali. Quello narrato in Viramundo è il suo tour nell'emisfero sud del pianeta, un giro che partendo da Salvador de Bahia, sua terra natale e patria del carnevale più multietnico e variegato del mondo, lo conduce tra i segreti e i misteri delle popolazioni indigene della foresta pluviale dell'Amazzonia, nella martoriata Terra di Arnhem, per poi arrivare fino in Australia a far visita agli aborigeni passando per il Sud Africa post-apartheid alla ricerca di risposte, di se stesso e del significato profondo dell'essere tutti cittadini del mondo.


Incantato dalla bellezza dell'animo umano, dal misticismo di suoni e musiche che si respira in quei luoghi e mosso da una sconfinata curiosità per le singole storie di vita dei suoi interlocutori, Gilberto Gil incontra uomini, donne e bambini, parla con loro, suona con loro, canta e balla insieme a loro, facendoci scoprire la sua ottimistica visione del futuro e la sua fiducia nel futuro, quello di un mondo in cui le diversità siano sempre più connesse tra di loro, in cui si possa ancora sognare, sperare ed avere la forza di cambiare, in cui bianchi e neri possano avere le stesse possibilità, in cui le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione possano aprire nuovi orizzonti, specialmente a chi vive ai margini di quello che chiamiamo 'mondo moderno'. Un viaggio attraverso i continenti alla scoperta di similitudini con il suo Brasile, alla scoperta dei risultati del suo lavoro come ministro nelle scuole ai margini della società, alla ricerca di un confronto con i popoli oppressi, sterminati e costretti a perdere la loro identità. La musica rappresenta sicuramente il fil rouge di questo viaggio attorno al mondo insieme a Gilberto Gil, offrendo all'umanità un collegamento davvero unico tra continenti, culture e generazioni, unico mezzo insieme alla poesia capace di arrivare ovunque e a chiunque, straordinario strumento di espressione della propria identità culturale e linguaggio universale. E lui è certamente uno dei musicisti più qualificati al mondo per raccontare e mettere in pratica contaminazioni e suggestioni tra diversi generi musicali solo apparentemente distanti. Ed è così che la saudade brasileira si unisce al rock, al reggae e ai ritmi africani a formare un mix unico che travalica i confini tra arte, cultura e politica arrivando dritto al cuore.

Visuali inedite, cartoline vivide, terre che non dimenticano e non si dimenticano, gioie e dolori, voci, volti, parole, riflessioni e note. Tutto amalgamato in un film emozionante e trascinante confezionato dal giornalista, musicista ma anche esperto montatore e documentarista (fondatore della Momentum Production) Pierre-Yves Borgeaud, vincitore nel 2003 con il suo primo lungometraggio iXieme: diario di un prigioniero del Pardo d'Oro - Video Competition al Festival di Locarno ed autore nel 2008 di un altro film musicale incentrato sulla figura del cantante senegalese Youssou N'Dour intitolato Return to Goree. Oltre ad essere il titolo di una delle più belle canzoni di Gilberto Gil, Viramundo è un film di grande valore sociale, un must imperdibile per gli amanti della musica e dell'esplorazione on-the-road, un'opera ricca di spiritualità e bellezza che ti entra dentro e non ti abbandona più.

Movieplayer.it

4.0/5