Recensione Uomini di parola (2012)

Inseguimenti, abusi di farmaci e sparatorie per tre anziani criminali che si riuniscono per una notte di eccessi e confronti. Situazioni divertenti e tenerezza per una crime comedy tutto sommato piacevole, con tre veterani nei ruoli principali.

Quei bravi vecchietti

Dopo aver scontato una condanna di 28 anni, Val esce dal carcere e si riunisce al suo amico fraterno Doc, anche lui attempato criminale ufficialmente ritiratosi dall'attività che si offre di ospitarlo nel suo modesto appartamento, dove trascorre le giornate a dipingere grandi tramonti su tela. Val è intenzionato a recuperare il tempo perduto, e nonostante l'età, non si fa scrupoli a pensare di voler tornare subito in pista, tra donne, vizi e nuovi "incarichi", mentre il malinconico Doc sembra essersi arreso ad una vita fin troppo tranquilla e ai rimpianti. In realtà adesso che Val è uscito di prigione, su di lui pesa una terribile sentenza criminale, e Doc è obbligato suo malgrado ad eseguirla su ordine del dispotico boss Claphands, intenzionato a vendicare la morte di suo figlio, ucciso da Val per errore durante uno scontro a fuoco, anni prima.


Una crime comedy, questo Uomini di parola, che vede fianco a fianco Al Pacino e Christopher Walken nei panni degli anziani Val e Doc, in quello che alla fine si rivela un piacevole calderone di situazioni divertenti, con i due ex-criminali che nel giro di una notte ne combinano di tutti i colori, coinvolgendo un altro loro amico, Hirsch, che prelevano da una casa di riposo e mettono al volante di un lussuoso macchinone rubato ad una influente e pericolosa gang di criminali polacchi. La violenza in questo caso è limitata a poche sequenze, e in alcuni casi solo suggerita, visto che il tema centrale della pellicola diretta da Fisher Stevens, è la vecchiaia, e di conseguenza anche i ricordi, il decadimento fisico e la solitudine, anche se trattata con ironia e leggerezza.

Mentre il personaggio di Pacino non esita a cacciarsi nei guai o a fare figuracce, pur di rimettersi coraggiosamente in gioco, quello interpretato da Walken è lacerato dal pensiero di dover fare fuori il suo amico per evitare che Claphands uccida sua nipote. Entrambi però riusciranno ad affrontare la questione dimostrandosi ancora più uniti di prima, ma soprattutto di essere ancora in gamba. Poco importa se le ragazze ormai li guardano con la tenerezza o l'insofferenza che viene riservata ai nonni, e se per andarci a letto c'è bisogno di un piccolo aiuto farmacologico, perchè per il resto sono ancora capaci di tener testa a criminali più giovani, seminare le auto della polizia e scassinare in poche mosse qualsiasi serratura. Il tutto mantendendo un codice morale che oggi il mondo criminale sembra ignorare del tutto.
Non mancano parentesi musicali, oltre che riflessioni e momenti di tenerezza - soprattutto nel confronto con il loro passato, le proprie fragilità e con i personaggi femminili del film, tra cui una giovane maitresse (la biondissima Lucy Punch con un paio di occhialoni vintage) una cameriera (un'incantevole Addison Timlin) e un medico (interpretata da Julianna Margulies, che dopo E.R. torna a indossare il camice) - ma anche scene dall'ironia più sapida che li vedono alle prese con furti notturni in farmacia e abusi di viagra e farmaci per la pressione alta, sniffati al bancone di un bar. Si gioca un po' con gli stereotipi dei crime-movies, senza troppa originalità e con alcuni passaggi di sceneggiatura decisamente forzati, ma coinvolgendo lo spettatore a vivere insieme ai protagonisti una scatenata notte da (vecchi) leoni, che si conclude poco dopo l'alba, dopo una lunga serie di reati, con una fragorosa resa dei conti.

Movieplayer.it

3.0/5