Recensione Treno di notte per Lisbona (2013)

La materia da trattare è complessa e sovrabbondante e Bille August sceglie la via più facile, quella del melodramma avventuroso, puntando sulle suggestioni dei luoghi e sul carisma degli interpreti.

Un giorno su un ponte all'improvviso

Avete mai provato, anche solo per un istante, l'impulso irresistibile di abbandonare la vostra ordinata esistenza per seguire un'ombra? Questo è ciò che accade al protagonista di Treno di notte per Lisbona Raimund Gregorius, grigio e solitario professore di latino che un giorno, dopo aver salvato la vita a una misteriosa giovane che minaccia di gettarsi da un ponte di Berna, sale su un treno in corsa. Destinazione: Lisbona. A guidarlo è il libro trovato nella tasca del cappotto rosso che la ragazza ha dimenticato prima di scomparire, libro che raccoglie le memorie del medico portoghese, rivoluzionario e filosofo Amadeu de Prado. Tra le pagine Gregorius scova un biglietto per un notturno che parte dopo un quarto d'ora e senza pensarci due volte sale sul treno. Ha inizio così un'avventura epica e intima al tempo stesso che spinge il professore, interpretato dalla star Jeremy Irons, ad avventurarsi per i vicoli angusti e pittoreschi di Lisbona sulle tracce di Amadeu, dei suoi amici, dei familiari, dei suoi ideali e dell'amore per la volitiva Estefania.


Un cast dal respiro internazionale per una co-produzione svizzero-tedesco-portoghese che traduce in immagini il popolare best-seller di Pascal Mercier. Il tutto affidato nelle mani di Bille August che, in fatto di adattamenti letterari e affreschi storici, può vantare una certa esperienza. Il regista danese costruisce una pellicola che fluttua avanti e indietro nel tempo raccontando in parallelo l'indagine di Gregorius nella Lisbona di oggi e la giovinezza di Amadeu sotto il regime fascista di Salazar. La storia personale di Amadeu de Prado (interpretato dal bel Jack Huston) è ammantata da un velo di mistero sul quale il professore sente la necessità impellente di far luce, ma questo corpo narrativo centrale funge da catalizzatore per una miriade di riflessioni filosofiche sul senso del dovere nei confronti della famiglia, sul valore dell'amicizia, sulla lealtà, sul'impegno politico e naturalmente sull'amore. Il contatto con una figura complessa e profondamente morale come quella di Amadeu, inoltre, sblocca l'esistenza del professor Gregorius, congelata nelle abitudini quotidane e priva di passione.

La materia da trattare è complessa e sovrabbondante e Bille August sceglie la via più facile, quella del melodramma avventuroso, puntando sulle suggestioni dei luoghi e sul carisma degli interpreti. Purtroppo, come nel caso di molti adattamenti letterari, il voler mettere troppa carne al fuoco non giova al ritmo della pellicola che alterna momenti più drammatici e interessanti a fasi di stanca. Per fortuna l'effetto polpettone viene sventato a più riprese, ma il film fatica a farsi perdonare 'licenze poetiche' come la rocambolesca salita sul treno partito con le porte aperte e le incredibili coincidenze che si inanellano l'una dopo l'altra permettendo al professor Gregorius di incrociare tutti i protagonisti del libro di Amadeu. Avvincente e ricca di fascino la ricostruzione del passato e della resistenza a Salazar, mentre le scene ambientate al presente non hanno la stessa intensità. Jeremy Irons, nel ruolo del protagonista, dà vita a un professore solitario, curioso e fragile, ma talvolta eccede nell'autocompiacimento (cosa che ultimamente si verifica spesso), mentre la magnetica Melanie Laurent che, in Bastardi senza gloria, aveva saputo rubare la scena ai blasonati cointerpreti, in versione portoghese non risulta ugualmente carismatica, forse anche a causa dello spazio ridotto. Impeccabile la perfomance di Jack Huston a cui viene affidato il compito di incarnare il giovane Amadeu, mentre tra le donne la più convincente risulta la tedesca Martina Gedeck, la cui oculista semplice e spontanea convince anche più dell'ingessatissima Charlotte Rampling. Cameo di culto per l'anziano Christopher Lee la cui presenza è sempre e comunque una gioia per gli occhi.

Movieplayer.it

3.0/5