Recensione Tra cinque minuti in scena (2013)

Tra cinque minuti in scena è un piccolo toccante film italiano capace di esplorare con sorrisi e delicatezza argomenti come la malattia e la vecchiaia considerati tabù per il cinema narrando al contempo con straordinaria poesia le difficoltà di fare arte oggi in Italia.

Dietro le quinte della vita

Si spengono le luci, la giornata finisce e Gianna può finalmente rilassarsi e riposare. Le sue giornate sono lunghe e perennemente sotto i riflettori: oltre ad essere un'attrice di teatro Gianna è, prima di tutto, la figlia di Anna, una donna anziana, cieca e che da anni ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Non c'è spazio per alcun altro amore nella vita di Gianna ma non ha neanche il tempo di rammaricarsene. Nel frattempo, sul palcoscenico del piccolo e decadente teatro milanese in cui lavora con la sua sgangherata compagnia, va in scena la commedia farsesca che sembra voler raccontare la sua quotidianità. Chiamata ad interpretare il personaggio di una figlia alle prese con un'anziana e ingombrante madre dal carattere difficile, Gianna riesce finalmente a guardarsi con gli occhi degli altri, a prendere coscienza della sua forza d'animo e a ricominciare a sperare nel futuro nonostante le difficoltà apparentemente insormontabili con cui è costretta a scontrarsi ogni giorno. Come figlia, come donna e come artista.


Un soggetto senz'altro coraggioso quello scelto da Laura Chiossone per il primo film da regista dopo una lunga gavetta sui set e dietro le quinte teatrali. Messo in scena senza pietismi e senza retorica, Tra cinque minuti in scena arriva allo spettatore su un triplice livello narrativo capace di mettere in luce non solo la dimestichezza dell'autrice alle prese con il mezzo cinematografico e con i diversi linguaggi, ma anche la sua rara capacità di suscitare emozioni forti senza ostentarne il realismo. Il tutto riuscendo, formalmente, sentimentalmente ed esteticamente, a regalare a chi guarda una perfetta coesione tra i silenzi del documentario, la magia della fiction e la chiave farsesca della commedia teatrale. Girato con una discreta e silenziosa macchina fotografica per la parte documentaristica 'vissuta' tra le quattro mura di casa Coletti, con tre videocamere digitali molto economiche per quel che riguarda la parte teatrale e addirittura in pellicola per la costruzione cinematografica che tiene le redini del racconto, Tra cinque minuti in scena è un piccolo toccante film italiano capace di esplorare con sorrisi e delicatezza argomenti come la malattia e la vecchiaia considerati tabù per il cinema narrando al contempo con straordinaria poesia le difficoltà di fare arte oggi in Italia.

Grazie alla bravura del cast, capitanato da una strepitosa Gianna Coletti (voce narrante nonché protagonista del film e della commedia teatrale nei panni di sé stessa ma soprattutto protagonista del 'documentario nel film' insieme all'incantevole vera madre Anna Coletti), alla potenza delle tematiche ed all'interessante commistione di linguaggi confezionata dalla regista, il film trascina lo spettatore negli angoli di una Milano insolita che fa da sfondo ad un commovente viaggio alla scoperta delle meraviglie dell'animo umano messo alla prova da una situazione al limite come quella di un figlio che ad un certo punto della vita si trasforma, suo malgrado, nel genitore del suo genitore. Rapporti familiari, amori e compagnie teatrali che anziché sciogliersi provano a reinventarsi, ad accettarsi e a credere nelle infinite possibilità offerte dalla vita. Uomini, ma soprattutto donne, che anziché passare il tempo a biasimarsi per le occasioni mancate ed i sogni ormai perduti, provano con tutte le loro forze a non arrendersi. Un film di qualità quello della Chiossone, un'opera importante, ottimista e appassionata come il messaggio di cui si fa portatrice.

Movieplayer.it

3.0/5