Recensione The Grand Seduction (2013)

Il film interpretato da Brendan Gleeson e Taylor Kitsch è il più classico dei feel good movie, che va gustato sequenza per sequenza, nella sua totale semplicità.

Un medico tra i salmoni

Cosa ci fa uno come il dottor Lewis, chirurgo estetico dalla dubbia moralità, in una sperduta isola delle coste canadesi? Deve scontare un periodo di "detenzione" in seguito alla scoperta di una piccola quantità di cocaina durante un controllo di routine. Ad indirizzarlo a Tickle Cove è l'ex sindaco della cittadina portuale, fuggito a gambe levate dalla ridente località marina per trovare lavoro altrove, appunto come addetto alla sicurezza in un aeroporto. Evidentemente dispiaciuto per aver abbandonato la nave nel momento del pericolo, l'ex primo cittadino decide di fare un regalo ai suoi vecchi amici. La presenza di un medico, infatti, è l'assicurazione richiesta da una compagnia petrolifera per costruire in loco una fabbrica di smaltimento dei rifiuti. Pur non essendo una prospettiva allettante, quella fabbrica sarebbe l'unica possibilità di lavoro per gli abitanti del borgo, ormai stremati da anni di crisi della loro attività principale, la pesca. Trovato il pesce, però, bisogna convincerlo che quello sia il posto migliore del mondo, convincerlo cioè di aver trovato il porto sicuro. Della missione si occupa il nuovo sindaco, Murray French, erede di una dinastia di pescatori e stufo di fare la fila per prendere il sussidio di disoccupazione; con la collaborazione di tutti i concittadini, registrando quotidianamente le telefonate che il dottore fa alla sua fidanzata, scopre quali siano le sue passioni e una per una, dal cricket al jazz, le trasportano lì. Ingegno, talento, faccia tosta. Il piano organizzato dal sindaco e dall'intera popolazione funziona; il dottore si sente davvero come un pesce nel mare, ama quella gente, ama Murray, la figura paterna che non ha mai conosciuto e, anche se ancora non lo sa, ama anche la bella impiegata delle poste. Tutto è scoprire quanto la messa in scena può durare e far sì che nel momento della rivelazione della verità, non ci siano cuori infranti.

Non ci metteremo a fare dotte disquisizioni su The Grand Seduction, presentato al Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile; quello di Don McKellar è il più classico dei feel good movie, che va gustato sequenza per sequenza, nella sua totale semplicità. E' un favola che possiede il tepore di un caminetto acceso in pieno inverno, dell'abbraccio di un amico in un momento difficile, di un bacio inatteso. E potete continuare l'elenco aggiungendo tutto quello che vi fa sentire meglio. Il film trasuda buoni sentimenti, ma non è affatto sentimentale; a dispetto della truffa che organizzano i cittadini di Tickle Cove per assicurarsi le prestazioni di un dottore e dare il via così alla costruzione della fabbrica che darà di nuovo lavoro a tutti, non c'è niente di posticcio. Ad essere puntigliosi, si può recrIminare solo per il fatto che il rilancio del paese passi per attraverso una compagnia petrolifera, ma il risultato finale è così aggraziato da farci sorvolare su questo particolare ecologicamente rilevante. Il punto forte del film, oltre alle divertenti interpretazioni dei protagonisti, dagli attori principali, Brendan Gleeson e Taylor Kitsch, ai comprimari, tutti con la faccia giusta, è la sincronia dello sviluppo narrativo, la precisione dello script, che non perde mai ritmo, anche quando ci si avvicina ad un epilogo largamente prevedibile. Farsi trasportare dalla dolcezza di questo "mucchio selvaggio" è un antidoto contro i malumori della vita quotidiana.