Recensione Nut Job - Operazione noccioline (2014)

Lepeniotis, dopo aver terminato nel 2005 il cortometraggio Surly Squirrel, ha ampliato la trama inserendo personaggi più solidi anche se il cuore della narrazione è rappresentato dall'evoluzione del protagonista attraverso l'esilio, la scoperta delle proprie possibilità, il ritorno come eroe nella comunità e il nascere di uno spirito scoiattolesco inaspettato.

Quei bravi scoiattoli

Che si trovi nell'era glaciale all'inseguimento di una ghianda a lungo desiderata o che abiti in una New York in stile anni cinquanta, l'esistenza di uno scoiattolo è meno semplice di quanto possa sembrare. Perché il suo unico scopo, oltre a palesarsi con simpatia per la contentezza dei turisti, è di procurarsi una scorta di cibo sufficiente per l'inverno. E di fronte alla sopravvivenza ogni azione è lecita. Quindi dimenticate simpatici musetti pelosi o grandi occhi espressivi dediti alla tenerezza, perché l'eroe di Nut Job - Operazione Noccioline è una canaglia egoista pronta a tutto pur di rapinare Noceland, un fornitissimo negozio di noccioline, a suo unico consumo. Non lasciatevi ingannare però: sotto il pelo da avventuriero solitario di Surly batte un cuore impavido pronto a mettere in gioco tutto il coraggio di roditore di cui è capace per il bene della comunità. Naturalmente, sempre dopo aver messo a dura prova la pazienza di Andie, una scoiattola rossa, intelligente e fin troppo ossessionata dai suoi doveri. Per complicare la situazione, però, il regista Peter Lepeniotis inserisce la variabile di un gruppo di gangster il cui scopo è di rapinare una banca proprio di fronte al negozio preso di mira da Surly e dal suo gruppo di amici/nemici. Riusciranno queste due bande a portare a termine i loro piani "criminali"?


Da Surly Squirrel a Nut Job
Si può partire da un piccolo progetto per poi arrivare al grande schermo. E di questo Lepeniotis, certo non nuovo al mondo dell'animazione con la sua esperienza nel gruppo Pixar per Fantasia 2000 e Toy Story 2, ne è perfettamente consapevole. Così, dopo aver terminato nel 2005 il cortometraggio Surly Squirrel su una rapina in città commessa da un piccolo animale, non è rimasto certo stupito di fronte alle volontà della ToonBox Entertainment di farne un lungometraggio. Questo però, ha comportato un evidentemente ampliamento della trama in cui inserire personaggi più solidi anche se il cuore della narrazione è rappresentato dall'evoluzione del protagonista attraverso l'esilio, la scoperta delle proprie possibilità, il ritorno come eroe nella comunità e il nascere di uno spirito scoiattolesco inaspettato. In breve un compendio perfetto di tematiche e atmosfere che, dalla Disney alla DreamWorks, sono state più volte utilizzate e ampliate. Il che rappresenta una evidente assenza di originalità nella struttura e nello svolgimento del racconto perdonabile, però, grazie alla caratterizzazione dei personaggi e ad una ambientazione newyorkese dal sapore vintage.

Operazione Noceland

L'unione fa la forza, soprattutto all'interno di una animazione. Perché al di là di qualsiasi soluzione narrativa più o meno innovativa, l'elemento vincente è rappresentato dai così detti "gregari" o "spalle" che offrono al protagonista soluzioni e situazioni dal ritmo comico. Per questo motivo Lepeniotis dota il suo Surly di un team composto da Buddy, topo e silenzioso amico fraterno dai tratti di disneyana memoria, Grayson, scoiattolo un po' narciso sempre diviso tra lo specchio e i suoi fan e, per finire, da Andie, sensibilità e intelligenza femminile perfettamente condensata in un pelo fulvo. Tutti insieme, senza dimenticare l'imprevista entrata del cane Precious, legame tra la banda animale e quella umana, danno vita ad una avventura che, pur prendendosi molto tempo per definire le sue trame, alla fine conquista l'attenzione del pubblico dividendo la scena con il gangster King e la "pupa" Lana. Naturalmente bionda e curvilinea.

Movieplayer.it

3.0/5