Recensione Machete Kills (2013)

Nel sequel della sua divertente pellicola del 2010, Rodriguez offre ai fans esattamente ciò che si aspettano: azione, ironica iperviolenza, bellezze femminili in primo piano, e l'anticipazione di un nuovo capitolo della saga. La spinta propulsiva del primo episodio si è forse ridimensionata, ma il divertimento non manca.

La legge del Machete

Non c'è pace, per l'ex agente federale Machete Cortez. Dopo il suo scontro col signore della droga Rogelio Torrez, e col corrotto e razzista senatore McLaughlin, il messicano dal coltello facile ha perso la sua partner di lavoro e di vita, Zoe Sartana, durante un'operazione contro i narcotrafficanti vicino al confine. Prima di finire a sua volta ucciso dagli esponenti della polizia locale, collusa con i cartelli della droga, Machete riceve un incarico da parte del presidente degli Stati Uniti: trovare un folle terrorista messicano, Marcos Mendez, che avrebbe un missile nucleare puntato contro Washington D.C., pronto a lanciarlo e a provocare così milioni di morti. Mendez sarebbe deciso a far fuoco contro la capitale statunitense se il governo non interviene contro le corrotte autorità del Messico, colpevoli di proteggere i narcotrafficanti. L'ex federale dovrà così recarsi in territorio messicano, scovare il terrorista, e ucciderlo nel caso in cui le notizie sul suo piano si rivelassero fondate: ma presto Machete si renderà conto che Mendez non è che un tassello di un disegno molto più ampio.


Robert Rodriguez, e il sanguinario e simpatico personaggio di Machete, rappresentano ormai una garanzia per i fans dell'exploitation post-tarantiniana, quella che guarda agli anni '70 con un misto di nostalgia e voglia di ironica decostruzione. La saga del killer messicano col volto di Danny Trejo, com'è noto, nasce da una costola dell'operazione-Grindhouse (ormai risalente al 2007) quando l'apprezzamento per il fake trailer presente nel film convinse Rodriguez a dedicare al personaggio un vero e proprio lungometraggio. Che ne venissero realizzati dei sequel, già annunciati nell'originale sotto forma di "Coming Attractions", era in fondo più che prevedibile: Machete Kills è infine approdato in sala, mentre Machete Kills Again... in Space! è, per ora, allo stato embrionale (ma sulla sua realizzazione non sembrano esserci dubbi). Decostruzione per decostruzione, questo primo sequel inizia con il trailer (non più fake, a questo punto: o almeno non del tutto) del successivo: una folle variazione sul tema di Guerre Stellari, tra spade laser, footage rubati dal film di Lucas, robot ribattezzati Justin Bieber e maschere che nasconderebbero (forse) il volto di Leonardo DiCaprio. Rodriguez spinge il "gioco" sempre più in là, anticipando nel contempo l'atmosfera giocosa, ludica e indifferente a qualsiasi concetto di credibilità, che caratterizzerà il film.

Se è vero che, a distanza di tre anni dal prototipo (e sei dal film che diede origine al tutto) la spinta propulsiva, la curiosità e la freschezza del concetto che stanno dietro al personaggio, si sono inevitabilmente ridimensionate, va comunque sottolineato che un Machete Kills risulta enormemente più consapevole, e cinematograficamente più motivato, di un qualsiasi L'uomo con i pugni di ferro, per citare un progetto dai contorni in parte analoghi. Rodriguez è regista che conosce bene il cinema, e che, pur nel carattere effimero e giocosamente cialtronesco del suo film, non rinuncia alla narrazione, a costruire un (pur semplice) climax, nonché a offrire uno spaccato caricaturale, corrosivo ma in fondo non tanto lontano dal vero, di certa politica conservatrice americana. I proclami rivoluzionari dello schizofrenico (o forse no) terrorista interpretato da Demiàn Bichir non vanno ovviamente presi troppo sul serio, così come non va preso sul serio il ritratto, comunque irresistibile, di un insignificante presidente statunitense offerto da Charlie Sheen (per la prima volta firmatosi nei credits col suo vero nome, Carlos Estévez). Eppure, nel complesso, il bozzetto sociale che ne deriva dimostra una sua consistenza: specie in quell'intreccio tra politica, grandi affari e follia megalomane, che è ben riassunto nel personaggio del produttore d'armi interpretato da Mel Gibson.
Per il resto, Rodriguez offre ai fan di Machete esattamente quello che si aspettano: un concentrato d'azione e di gustosa, iperviolenta ironia, con la sua concezione dell'exploitation proveniente direttamente dai Seventies e portata a forza tra le star del 2013. L'uscita di scena, nei minuti iniziali, di Jessica Alba, non preoccupi chi vuole, da prodotti come questo, anche un'esplosiva sfilata di bellezze femminili: il ritorno di Michelle Rodriguez, e l'ingresso nel cast di Sofìa Vergara, Amber Heard e Vanessa Hudgens, nonché di una Lady Gaga che si scambia (letteralmente) il volto con quelli di Antonio Banderas e Cuba Gooding Jr., fanno stare decisamente tranquilli da questo punto di vista. Smembramenti, decapitazioni, cartoonesche esplosioni, con l'annunciata virata finale verso la science fiction, ovviamente non mancano: il carattere ludico, e assolutamente ridanciano, del tutto è definitivamente sancito da un'eloquente sequenza in cui l'eroe, sotto minaccia di una pistola, si allontana tranquillamente, con passo lento e sicuro, dal raggio di tiro del nemico. La credibilità non abita, e non ha mai abitato, da queste parti: qualcuno, ora, avrà il coraggio di criticare Rodriguez, per avercelo detto esplicitamente?

Movieplayer.it

3.0/5