Recensione Elysium (2013)

Manca l'immediatezza di District 9 e con essa la potenza narrativa che ne derivava. Ed è un peccato, perchè l'impianto visivo di Elysium è di altissimo livello e sopperisce in parte alle carenze della sceneggiatura.

Così lontano, così vicino

Creare aspettativa è gran merito. Indica l'aver fatto qualcosa che ha colpito nel profondo, saper costruire il proprio lavoro in modo da incuriosire il pubblico. Mantenere le promesse che quell'aspettativa genera... beh, quella è tutt'altra cosa e non è da tutti. Anzi potremmo dire che è qualità di pochi.
Con District 9 Neill Blomkamp aveva stupito molti e colpito tanti, realizzando un esordio che prometteva tanto in prospettiva futura e che ha portato ad un secondo progetto di più ampio respiro, con più mezzi a disposizione ed un protagonista dal carisma assicurato come Matt Damon.
E' Elysium, film ambientato nel 2154 su un pianeta Terra ormai devastato dall'incapacità dell'uomo di preservarlo, un pianeta ridotto ad un ghetto colpo di rifiuti e scarti della società. E' qui che si affolla gran parte della popolazione umana, ricettacolo di poveri e criminalità.


A soli diciannove minuti di viaggio in navetta, c'è Elysium, colonia orbitante subito fuori l'atmosfera, oasi tecnologicamente avanzata e destinata ad accogliere i benestanti, quelli che hanno avuto la possibilità di andare via dall'affollata superficie terrestre. Soli diciannove minuti che fanno una differenza abissale. In alcuni casi tra la vita e la morte, perchè le risorse a disposizione degli abitanti della colonia sono di gran lunga più avanzate di quanto accessibile ai poveri terrestri.
E infatti è lì che è costretto a dirigersi Max da Costa, ex criminale intrappolato in un lavoro da operaio, accidentalmente esposto ad una dose letale di radiazione. Con soli cinque giorni di vita davanti a sè, Max deve trovare il modo di approdare su Elysium ed usare una delle capsule curative in possesso degli abitanti della colonia.
Ma non è così facile: per riuscire a compiere quel viaggio, Max è costretto a venire a patti con chi ha agganci e mezzi, offrendo qualcosa ed ottenendo suo malgrado un potente esoscheletro che sia di aiuto nel suo incarico e viaggio.
Quello di e su Elysium è un percorso complesso, che lo porta ad incrociare la strada di sue vecchie conoscenze e lo costringe a cambiare fine e meta, una missione durante la quale Max si trova invischiato in un intreccio più grande di lui, che lo mette anche contro la Segretaria della Difesa Delacourt e la sua polizia segreta.

Questa complessità si traduce in uno script frenetico ed in parte frammentario, che mette tanta carne al fuoco e cerca di gestirla al meglio, ma anche quando riesce a tenere in piedi l'infrastruttura narrativa che ha immaginato, finisce per trattare con superficialità il background su cui si muove la storia: il mondo del 2154 messo in piedi da Blomkamp per Elysium è articolato ed affascinante, ma tutto ciò traspare solo in parte sullo sfondo della vicenda di Max, un Matt Damon come sempre carismatico nonostante gli innesti cibernetici e la testa rasata. Il suo personaggio è il motore dell'azione e la sua odissea verso la colonia lo porta a contatto con numerosi personaggi più o meno riusciti, che vantano interpreti di buon valore, da Jodie Foster (è lei la Segretaria della Difesa Delacourt) ad Alice Braga, Diego Luna e William Fichtner.
Si perde quindi la linearità ed immediatezza di District 9 e con essa la potenza narrativa che ne derivava. Ed è un peccato, perchè l'impianto visivo del film è di altissimo livello e sopperisce in parte alle carenze della sceneggiatura.
Infatti Blomkamp riesce a sottolineare con una messa in scena accorta le differenze tra i due mondi in cui si muove l'azione, la Terra ridotta ad immane discarica e la paradisiaca Elysium, costruendo immagini ad alto tasso di spettacolarità.
Non parliamo solo degli effetti speciali, superbi ed imponenti, ma anche delle scelte nella messa in scena: il regista sudafricano adotta sempre le soluzioni visive migliori per rendere giustizia all'aspetto spettacolare di ogni situazione, alternando panoramiche efficaci ad inquadrature capaci di seguire lo sviluppo dei personaggi. Le stesse sequenze d'azione, pur non numerose, sono ben orchestrate e coinvolgenti e scandiscono con buon ritmo la parte finale della pellicola.
Probabile che sia colpa di un'esperienza ancora non adeguata a gestire un film di tali proporzioni, della voglia di spingersi oltre e dimostrare il proprio valore tipica dei secondi film, ma Elysium non riesce a confermare pienamente quanto di buono fatto con il film d'esordio. Le qualità di Blomkamp ci sono, tuttavia, e siamo sicuri che torneranno ad essere in primo piano già nel suo prossimo progetto.

Movieplayer.it

3.0/5