Recensione Una moglie bellissima (2007)

Un brusco e ulteriore passo indietro per Pieraccioni, che come comico è indiscutibilmente bravo ma che come regista, nonostante gli incassi da capogiro, non ha saputo confermare e rafforzare nel tempo la brillantezza degli esordi.

Pieraccioni e il calendario della discordia

Un Natale in crociera e un calendario sexy alle Seychelles. Ecco cosa ci riservano i cinepanettoni di queste feste 2007. E se il primo rappresenta naturalmente la nuova 'fatica' della premiata ditta De Laurentiis/Parenti/De Sica, il secondo è il fulcro attorno a cui ruotano le vicende dei protagonisti di Una moglie bellissima, l'attesa nuova commedia firmata Leonardo Pieraccioni.
Da una parte troviamo un tranquillo matrimonio all'italiana, una coppia inseparabile di sposi che vende frutta e verdura al mercato del paese e la cui unica aspirazione nella vita è quella di avere tanti bambini e comprare una frutteria nel centro del paese; dall'altra la tentazione del mondo dello spettacolo e del benessere, i celebri 5 minuti di notorietà che fanno gola a tutti. La tranquilla vita di provincia di Miranda (la bellisima toscana ex-Grande Fratello Laura Torrisi) e Mariano (il 'solito' Leonardo Pieraccioni), nonché quella di tutti i loro amici e compaesani, viene sconquassata dall'arrivo di una sorta di 11 settembre sentimentale (così lo ha definito lo stesso Pieraccioni in conferenza stampa), un terremoto che ha il volto e le fattezze di Andrea (Gabriel Garko), un fotografo senza scrupoli che si fa catturare dall'avvenenza della bella fruttivendola. Come non farsi portare dalla fantasia e sognare quella scollatura e quelle magnifiche rotondità su un bel calendario? E così moglie e marito vedono all'orizzonte la realizzazione di un sogno: la cifra offerta dalla casa editrice è altissima e riesce a fugare in loro qualsiasi tipo di titubanza. Si parte per le Seychelles con tanti buoni propositi, ma ad attenderli al varco la futilità dello show-business, un mondo in grado di corrompere tutto e tutti, e il logorarsi di un sentimento che sembrava indissolubile.

E' finalmente giunto il momento di qualcosa di nuovo per il regista toscano? Qualcosa di cui sghignazzare come ai tempi de Il ciclone? Neanche per sogno. Una moglie bellissima sfrutta, come i suoi più recenti predecessori pieraccioniani, il solito romanticismo spicciolo tipico del comico fiorentino, quello derivante da storielle d'amore più o meno intense con avvenenti quanto insulsi personaggi femminili, accompagnato da qualche gag divertente della sua combriccola di amici caratteristi. Un copione divenuto ormai stantio e sterile, condito qui e là da qualche facile ma innocua parolaccia, da qualche autorevole cammeo e da qualche divertente siparietto rigorosamente in dialetto. I matematici direbbero che pur cambiando i fattori il risultato non è cambiato di molto, e ci sentiamo di dire che nessun teorema si adatterebbe meglio al caso.

La sceneggiatura, scritta a quattro mani con il suo 'compare' e amico Giovanni Veronesi, non offre infatti nulla in più rispetto al passato, anzi forse qualcosa in meno a livello di originalità, risate e situazioni comiche. Il difetto più grosso del film è a nostro avviso una sostanziale mancanza di verve, sia nei dialoghi che nella caratterizzazione dei personaggi principali. E se il Pieraccioni attore e sceneggiatore fa registrare un brusco stop, al Pieraccioni regista non va di certo meglio. La direzione di questa modesta commediola è inspiegabilmente piatta, fatta di inquadrature a camera fissa, monologhi inefficaci e movimenti di macchina da principiante. Siamo di fronte insomma ad una versione casareccia dell'allora discusso Proposta indecente, il film di cui si resero indimenticabili protagonisti Robert Redford e una giovane e bellissima Demi Moore.

Ma non ci sentiamo di buttare via proprio tutto. Le note positive del film sono presto dette, anche perché non sono molte. I momenti più piacevoli vedono protagonisti, come al solito e come era prevedibile, Massimo Ceccherini, che nel ruolo del venditore di padelle (con tanto di moglie bruttina e figlioletto onnivoro al seguito) regala una delle sue migliori interpretazioni. Non è da meno il sarcastico Pomodoro, il collaudatore di parrucchini interpretato da Rocco Papaleo che nei musical della compagnia teatrale del paese si cimenta come cantante e attore, un mix di successo tra John Travolta e Elvis Presley. Al fianco dei due affiatatissimi compagni di viaggio di Pieraccioni sin dall'epoca de I laureati, un divertente Francesco Guccini nel ruolo del regista teatrale del Grease de' noantri, uno che durante le prove si limita a ripetere "Non ho parole". Francamente, neanche noi ne abbiamo tante...

Un brusco e ulteriore passo indietro per Pieraccioni, che come comico è indiscutibilmente bravo ma che come regista, nonostante gli incassi da capogiro dei suoi sette film precedenti, non ha saputo confermare e rafforzare nel tempo il successo e la brillantezza del suo inizio di carriera e si è lasciato 'muovere' da facili moralismi e dall'imperante squallore gossipparo che sta pian piano stritolando anche le ultime velleità intellettuali dell'italiano medio.

Movieplayer.it

2.0/5