Nanni Moretti: 'Caro diario, oggi compio 60 anni'

Il regista-attore di Ecce bombo e Sogni d'oro giunge a una tappa importante della sua vita. Una vita dedicata interamente al cinema, tra premi, riconoscimenti, polemiche e impegno politico.

"Nanni Moretti è come la fontina che più invecchia, più è buona". Ad azzardare il paragone era stata Luciana Littizzetto durante un'intervista a Che tempo che fa nel 2011. E in effetti il regista-attore romano taglia il traguardo dei suoi primi 60 anni (è nato il 19 agosto del 1953) in gran forma e con più fascino di quanto ne abbia mai avuto in gioventù, quando il suo segno distintivo era un folto cespuglio di capelli su un viso molto magro con i baffi. Ora l'immagine di lui che, elegantissimo nel suo smoking calca, il red carpet del festival di Cannes, con chioma brizzolata e l'immancabile barba incolta, lo ha trasformato in un fascinoso sessantenne che dimostra almeno dieci anni di meno. A mantenerlo giovane sono stati il suo lavoro di regista-attore-produttore, caratterizzato da una produzione non certo massiccia, ma sempre costante (11 film diretti in 36 anni, più una dozzina tra cortometraggi e mediometraggi), il suo impegno politico (è dichiaratamente schierato a sinistra) e il figlio Pietro, avuto a 43 anni da Silvia Nono.
Con il sogno irrealizzato di imparare a ballare e di realizzare un musical, Moretti ama attraversare la sua città in Vespa, come dichiara apertamente in Caro diario, in cui si è potuto permettere l'azzardo di dedicare un intero episodio alle immagini di sé stesso che gira per Roma sulle due ruote.

Altro aspetto importante della sua personalità è l'ateismo di cui ha sempre impregnato i suoi film, qualche volta ambientandoli proprio in ambiti religiosi. Ne La messa è finita (1985) Moretti interpreta proprio un giovane sacerdote che si scontra con una realtà sconfortante di amici e parenti sempre più distanti dalla fede, senza riuscire a fare nulla. Nel 2011, con il suo ultimo film Habemus Papam, ambientato in Vaticano e incentrato sulla rinuncia alla carica di Pontefice da un neoeletto Michel Piccoli, ha stupito non poco larga parte del mondo cattolico, affrontando un tema così scottante con notevole delicatezza e ironia e rinunciando a facili semplificazioni. Il film inoltre è stato considerato (pur con le dovute differenze) profetico rispetto a quello che è poi effettivamente avvenuto nel febbraio 2013: le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Le sue doti profetiche hanno trovato nuova conferma con gli avvenimenti recenti legati alla condanna di Silvio Berlusconi, che nella scena finale de Il caimano (2006) veniva condannato dal tribunale a sette anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici, la stessa pena che il Cavaliere ha ricevuto in primo grado nel processo Ruby.
Convinto che "il cinema può mostrarci delle cose che ancora non riusciamo a vedere" Moretti, per sua ammissione, non ama particolarmente le vacanze e al suo lavoro dedica tutto sé stesso, con estrema dedizione, convinto che "la passione non basta per fare il regista con dignità". Il risvolto della medaglia è una buona dose di severità e, secondo quanto si racconta nel settore, anche un po' di sadismo.
Durante un'intervista del 2011 a Parla con me di Serena Dandini, Moretti ha infatti ammesso di aver fatto fare un lunghissimo provino persino all'ottantaseienne Michel Piccoli prima di sceglierlo per il ruolo da protagonista in Habemus Papam. Ma il peggio per l'attore doveva ancora venire. Durante la lavorazione del film infatti, dopo l'ennesima nottata di riprese e reduce anche da un piccolo infortunio sul set, Piccoli, esasperato dal tour de force imposto da Moretti avrebbe dato in escandescenze, dichiarando di non volerne più sapere del cinema.
Un carattere piuttosto spigoloso, insomma, che non manca però di una certa auto-ironia. Durante la stessa intervista con la Dandini, preparandosi ad ascoltare la dissacrante recensione del suo Habemus Papam firmata dal noto critico romano Johnny Palomba, Moretti dichiarò: "Sarò completamente inespressivo, cosa che tra l'altro non mi riesce difficile".
Trovarlo così di buon umore però, non è cosa scontata... Se frequentate il suo cinema, il Nuovo Sacher di Roma, per esempio, c'è una cosa a cui dovrete fare attenzione: ricordatevi di spegnere il telefono cellulare. Se lo estrarrete dalla tasca anche solo per una sbirciatina potrebbe infatti capitarvi di trovarvi Nanni a battervi sulla spalla per rimproverarvi: "Almeno per quell'ora e quaranta del film il cellulare bisogna tenerlo spento!".
Gli esordi
Cresciuto a Roma e diplomatosi al liceo classico, Moretti, appassionato di cinema (oltre che di palla a nuoto), dopo qualche cortometraggio, nel 1976 realizza il suo primo lungometraggio Io sono un autarchico. Girato in Super 8 con mezzi di fortuna (costò appena 3 milioni e settecentomila lire) e interpretato da attori non professionisti (tra cui amici e parenti), il film vede protagonista lo stesso Moretti nei panni di Michele Apicella, giovane che viene lasciato solo dalla moglie con il figlioletto e si imbarca nella preparazione di un improbabile spettacolo di teatro d'avanguardia messo in piedi da un amico. Uno spaccato della gioventù piccolo borghese del tempo che riuscì incredibilmente ad attirare l'attenzione di una parte della critica e poi anche del pubblico, trovando spazio anche all'estero. A dimostrazione dell'eco suscitata dal film è anche il match organizzato dallo scrittore Alberto Arbasino tra un mostro sacro della commedia all'italiana come Mario Monicelli e lo stesso Nanni Moretti. Un dibattito ancora rintracciabile su YouTube e che vede i due registi impegnati a mettere a confronto il proprio modo di fare e interpretare il cinema e di cercare il successo.

Il secondo lungometraggio di Moretti Ecce Bombo consolida il successo del regista, che riesce anche a portarlo al Festival di Cannes. Anche qui Moretti veste i panni di Apicella che, insieme ad altri tre amici ex sessantottini, si affida al metodo dell'autocoscienza per risolvere le proprie insoddisfazioni personali e lavorative, senza però giungere da nessuna parte. Il personaggio di Apicella (cognome che il regista prese in prestito da sua madre Agata Apicella Moretti) tornerà anche in altri tre film: Sogni d'oro, premiato col Leone d'argento al Festival di Venezia nel 1981, Bianca (1984), che vede coprotagonista anche una giovanissima Laura Morante, e, per l'ultima volta, in Palombella rossa (1989).

I sodalizi artistici
Oltre alla presenza costante di alcuni caratteristi e di parenti e amici nei suoi primi film (il padre Luigi appare in 6 pellicole), tra i personaggi principali ci sono alcune presenze ricorrenti. Particolarmente proficua la sua collaborazione con Silvio Orlando che recita in 4 film del regista, Marco Messeri presente in 4 pellicole, Remo Remotti (3 film degli inizi) e con Laura Morante (apparsa in Sogni d'oro, Bianca e La stanza del figlio).

Anche Vincenzo Salemme, ai suoi esordi cinematografici, appare in tre dei suoi primi film: Sogni d'oro, Bianca e La messa è finita. Un'altra collaborazione importante e duratura di Moretti è quella col regista Daniele Luchetti per il quale ha prodotto due film: Domani accadrà e Il portaborse, nei quali ha anche recitato. Inoltre Luchetti compare, in camei o nella parte di se stesso, in Bianca, La messa è finita, Palombella rossa e Aprile.

Premi e incarichi ufficiali
Moretti fin dall'inizio ha sempre avuto un rapporto privilegiato con festival e premi, che gli hanno spesso dato grandi soddisfazioni, tanto da scatenare l'invidia di alcuni illustri colleghi. Nel 2001, quando Moretti vinse la Palma d'oro con La stanza del figlio, David Lynch, che era in gara con il suo Mulholland Drive, su ammissione dello stesso Moretti, gli disse "Prima o poi ti ammazzerò".
Quello infatti era l'ennesimo trionfo per Moretti su palcoscenici di festival internazionali. Nel 1981 il suo Sogni d'oro, il primo film girato in 35 mm, aveva già conquistato il Leone d'Argento - Gran Premio della giuria alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e, nel 1986, La messa è finita si era aggiudicato l'Orso d'argento al Festival di Berlino e nel 1994 con Caro diario aveva vinto il premio per la miglior regia a Cannes.
Nel 2007 e nel 2008 inoltre Nanni Moretti è stato direttore artistico del Torino Film Festival e lo scorso anno ha presieduto la giuria del Festival di Cannes. La Francia ha da sempre tenuto infatti in grande considerazione il cineasta italiano, premiandolo con un grande affetto di pubblico, riconoscendogli anche la nomina, nel 2012, di Commandeur de l'ordre des Arts et Lettres (Commendatore delle Arti e delle Lettere).
Cineasta a tutto tondo
L'amore di Moretti per il cinema è a 360 gradi e lo vede impegnato, oltre che come regista e attore, anche come produttore, distributore e gestore del cinema Sacher di Roma. E questo amore per la Settima Arte torna quasi ossessivamente anche in molti dei suoi film, dove spesso si parla di cinema e i protagonisti (in modo anche autobiografico) sono proprio attori o registi cinematografici o teatrali. Fin dal suo debutto, nel lungometraggio Io sono un autarchico (1976), i personaggi principali infatti sono impegnati a realizzare uno spettacolo teatrale. Il successivo Ecce Bombo (1978) si apre proprio con la scena di un set, mentre nel suo terzo film, Sogni d'oro, Moretti interpreta un giovane regista romano frustrato.
Dopo il successo dei suoi primi film, nel 1987, decide di fondare, insieme ad Angelo Barbagallo, la Sacher Film, casa di produzione cinematografica votata a dare spazio ad un cinema impegnato e a nuovi autori. Il nome si ispira ad uno dei suoi dolci preferiti, la Sacher-Torte, citata esplicitamente anche in alcuni dei suoi primi film: Sogni d'oro e Bianca. A febbraio 2007 i due però si separano ed è lo stesso Angelo Barbagallo che sul sito di Cinecittà commenta: "La separazione tra me e Nanni c'è, ma si tratta di una separazione serena e consensuale, senza traumi e dissapori, da vecchi amici".
Nel 1990 inoltre Moretti decide di prendere in gestione e far ristrutturare una vecchia sala cinematografica nel quartiere romano di Trastevere, il Nuovo Cinema, per poter dare spazio a prodotti impegnati e organizzare dibattiti. Nasce così il Nuovo Sacher, tuttora attivo. Proprio in quest'ottica nel 2002, dà vita ad una rassegna (Bimbi Belli al cinema Sacher di Roma) per autori emergenti, che come lui agli esordi, riescono a girare i propri film anche con poche risorse.
L'impegno politico
Un altro tratto distintivo del suo cinema e della sua personalità è la sua fede politica. Dichiaratamente di sinistra, Moretti ha reso pubblico il proprio credo in molti dei suoi film, impegnandosi poi direttamente anche nella vita reale a sostenere i partiti della sinistra.
In Palombella rossa (1989) i contenuti politici non appaiono più sottintesi come nei film precedenti, ma sono parte integrante della storia che è proprio una metafora della crisi ideologica della sinistra italiana.
Il suo impegno politico però si intensifica nel 1994, quando produce L'unico paese al mondo, cortometraggio composto da nove episodi caratterizzati da una visione critica e pessimistica del futuro del paese nel caso di affermazione elettorale della coalizione di centrodestra.
Nel 2002, facendosi portavoce di una diffusa posizione critica sia nei confronti del governo di centrodestra che degli esponenti del centrosinistra, è tra i promotori del movimento dei girotondi. È di questo periodo il famoso "urlo di Piazza Navona".
Nel 2006 gira Il caimano, ispirato alla figura di Silvio Berlusconi. Ferocemente critico nei confronti del leader di centro destra il film finisce presto al centro di numerose polemiche perché presentato nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche di quello stesso anno.
Antiberlusconiano sempre più convinto, durante un comizio elettorale del PD di aprile 2013, arriva a definire gli italiani "ostaggi" del Cavaliere e si schiera apertamente con il partito guidato da Pierluigi Bersani.
##"Le parole sono importanti!" - Frasi celebri## Molti film di Nanni Moretti hanno lasciato in eredità alcune citazioni divenute celebri. Ne ricordiamo alcune:

Ecce Bombo (1978)
È proprio in un dialogo di questo film che è contenuto il famoso "faccio cose, vedo gente" diventata ormai espressione comune.

Cristina Manni e Nanni Moretti:
- Senti, me n'ero dimenticato: che lavoro fai? - Be', mi interesso di molte cose: cinema, teatro, fotografia, musica... Leggo... - E concretamente? - Non so cosa vuoi dire. - Come non sai? Cioè: che lavoro fai? - Nulla di preciso. - Be', come campi? - Mah, te l'ho detto: giro, vedo gente, mi muovo, faccio delle cose.

Un uomo del bar e Michele:
Uomo: Gli offri un dito e si pigliano tutto il braccio, questa è la vera verità. Noi italiani stavamo bene a pascolare le pecore. Poi abbiamo voluto fare un paese industriale. Noi italiani siamo fatti così, "rossi", "neri", alla fine tutti uguali. Moretti: Ma chi è che sta parlando? Chi è? Rossi e neri sono tutti uguali? Ma che, siamo in un film di Alberto Sordi? Sì, bravo, bravo... . Te lo meriti Alberto Sordi!

Questa battuta è stata ripresa e parafrasata da Massimiliano Bruno nel film Nessuno mi può giudicare, in cui Rocco Papaleo indignato verso uno che pronuncia la frase "bianchi e neri, siamo tutti uguali" ribatte "ma che siamo in un film di Nanni Moretti?! Te lo meriti Nanni Moretti!".

Bianca (1984)
Un'altra nota passione di Nanni Moretti sono i dolci e in particolare la torta Sacher. Nel film Bianca un dialogo diventato celebre ne dà testimonianza.

Nanni Moretti, rivolgendosi ad Alberto Crocco che sta tagliando il dolce:
- Lei non faccia il tunnel! - Cosa? - Lei mi sta scavando sotto e mi toglie la panna. La castagna da sola, sopra, non ha senso. Il Montblanc non è come un cannolo alla siciliana, che c'è tutto dentro e come uno zaino lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro: il Montblanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher Torte. - Cosa? - La Sacher Torte. - Cos'è? - Cioè... Lei, praticamente, non ha mai assaggiato la Sacher Torte? - No. - Va be'. Continuiamo così, facciamoci del male!

Palombella rossa (1989)

Parlando con una giornalista che usa espressioni come kitsch e cheap lui ribatte imbestialito, prendendola anche a schiaffi: "ma come parla?!! Le parole sono importanti"

La giornalista Mariella Valentini intervista Nanni Moretti
- Io non lo so, però senz'altro lei ha un matrimonio alle spalle a pezzi. - Che dice? - Forse ho toccato un argomento che non... - No... no... è l'espressione. Non è l'argomento, non è l'argomento, non è l'argomento... è l'espressione. Matrimonio a pezzi. Ma come parla? - Preferisce rapporto in crisi? Ma è così kitsch... - Kitsch! Dove le andate a prendere queste espressioni, dove le andate a prendere? - Io non sono alle prime armi! - Alle prime armi... ma come parla? - Anche se il mio ambiente è molto cheap... - Il suo ambiente è molto...? - È molto cheap - Ma come parla? (schiaffeggiandola) - Senta, ma lei è fuori di testa! - E due. Come parla?! Come parla?! Le parole sono importanti!!! Come parla?! Aprile (1998)
Nel film Aprile, strutturato ancora una volta in forma di diario (viene dopo il successo di Caro diario) Moretti continua a interpretare sé stesso, raccontando l'attesa della nascita del figlio Pietro e la preparazione di un documentario politico, sullo sfondo delle elezione politiche del '94 e del '96.

Nanni Moretti commenta un talk show televisivo in cui Silvio Berlusconi tiene in pugno la conversazione
Nanni Moretti: D'Alema, dì qualcosa, reagisci... Dai, dì qualcosa, D'Alema, rispondi, non ti far mettere in mezzo sulla giustizia proprio da Berlusconi... D'Alema, dì una cosa di sinistra. Dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà... D'Alema, dì una cosa, dì qualcosa, reagisci...

Silvia (Silvia Nono) e Nanni (Nanni Moretti)
Silvia: Speriamo che nostro figlio non diventi un attore! Nanni: Silvia, ma che discorsi fai, "speriamo che non diventi un attore"? Noi gli impediremo di fare l'attore!