Milano Film Festival 2011: Guardando all'estero e dentro di noi

Fulcro della terza giornata è la sezione 'Piacere Immigrato', che avvicina il pubblico alla cinematografia delle comunità di stranieri più numerose a Milano. Ma anche il concorso lungometraggi è ricco di appuntamenti importanti, tutti dal forte impatto emozionale.

La domenica milanese dedica ampio spazio alla rassegna pensata per i più piccoli, Milano Film Festivalino, allestita nella sede dell'Acquario Civico, e che ha proposto corti dedicati al mondo dell'animazione e laboratori per tutti i gusti e le età. Ma chi se lo fosse perso a Berlino ha anche avuto la possibilità, stamattina, di rivedere El Premio di Paula Markovitch, film di denuncia del regime argentino, che la regista esordiente colora di forti tinte autobiografiche.

Tre sono stati gli appuntamenti con la rassegna Piacere immigrato, che ritaglia, nelle due domeniche del festival, uno spazio di visibilità per le tre comunità di immigrati maggiormente presenti a Milano, attraverso le opere cinematografiche più apprezzate nelle loro terre d'origine: abbiamo quindi Damascus with Love di Mouhamad Abdulaziz, in cui il passato della siriana Rima si fa portavoce della memoria collettiva del suo popolo, Prometeo Deportado di Fernando Mieles, tragicomico racconto di un gruppo di ecuadoriani bloccati alla frontiera europea e Amigo (inserito anche nella sezione The Outsiders) di John Sayles (ispirato al suo romanzo A Moment in The Sun, pubblicato dalla Mc Sweeney's di Dave Eggers), storia del filippino Rafael e della sua lotta contro i soldati occupanti, con la guerra filippino americana del primi del Novecento a fare da sfondo a una vicenda privata e corale insieme.

Nella sezione The Outsiders è stato il giorno di Ferran Adrià, protagonista di El Bulli: Cooking In Progress di Gereon Wetzel: il regista ha seguito il celebre chef per sei mesi, testimoniandone l'estro artistico ma anche l'approccio scientifico alla materia, che ne ha decretato la fama internazionale. La giornata ha proposto, inoltre, altri appuntamenti della retrospettiva dedicata a Jonathan Demme: Tempo di Swing, Rachel sta per sposarsi e Murder Under Glass, episodio della serie televisiva Colombo.

In concorso nella categoria lungometraggi, Barzakh di Mantas Kvedaravicius è un'opera girata in clandestinità e che si propone di dare voce agli invisibili della tragedia cecena, a tutti quegli uomini scomparsi nel nulla tra le maglie della dittatura, e a tutti quelli che stanno tuttora pagando un prezzo altissimo per il semplice fatto di ricercare la verità. Wasted Youth, di Argyris Papadimitropoulos e Jan Vogel, si confronta con la crisi economica greca mettendo in parallelo il punto di vista del giovane skater Harry e del poliziotto Vassili: il loro è un confronto-scontro generazionale a distanza, che la difficoltà economica non fa che esacerbare. Bleak Night di Yoon Sung-Hyun è un racconto duro e intenso dell'adolescenza, mentre Las Malas Intenciones ci trasporta nel Perù dei primi anni Ottanta dove ci ritroveremo a combattere, con il supporto morale degli eroi della liberazione sudamericana che la piccola protagonista immagina sempre al suo fianco, contro la solitudine e l'incertezza che sono comuni a tutti, ma che solo a dieci anni si ha il coraggio di esprimere con tanta impertinente onestà.

La sezione Colpe di Stato ha proposto oggi The Green Wave di Ali Samadi Ahadi, un collage di testimonianze, in gran parte video autoprodotti e girati con mezzi di fortuna, di chi ha combattuto il regime di Ahmadinejad e che può forse catalizzare un sentimento di ribellione anche nel nostro pigro occidente. Appuntamento speciale della serata è stato Milano 55,1, il documentario collettivo dedicato alla settimana di ballottaggio tra i due capilista delle ultime elezioni comunali, apprezzato a Locarno e che svela, inaspettatamente, il volto meno aggressivo della città.