Recensione Cambia la tua vita con un click (2006)

Una commedia divertente nella prima parte, che finisce col rivelarsi nella seconda un aggiornamento molto poco riuscito di La vita è meravigliosa di Frank Capra.

La tecnologia è meravigliosa

Michael Newman è un giovane architetto in carriera, con una splendida moglie e due bambini che lo adorano. Sarebbe un padre e un marito attento e affettuoso se non fosse per il lavoro, che assorbe ogni sua energia mentale e lo rende perennemente teso e irascibile; la sua, come per tanti uomini prima e dopo di lui, non è vuota ambizione, ma il desiderio di regalare una vita perfetta ("quella che lui non ha potuto avere") ai suoi cari. Non si rende conto del fatto che proprio il fantasma dell'agognata promozione e delle belle cose che potrà regalare alla consorte e ai figlioletti lo sta inesorabilmente allontanando da loro. Dato che una delle infinite fonti di nervosismo della sua giornata è fatto che la sera, quando, spossato, cerca di rilassarsi davanti alla TV, non riesce mai a scovare il telecomando giusto tra quelli dei vari orpelli tecnologici di cui è munita la casa, un sabato mattina Michael si reca in un negozio di elttronica per acquistare un telecomando universale. Finisce nel retro del negozio, dove incontra il misterioso Morty, che gli consegna, per di più gratuitamente, l'ultimo, miracoloso ritrovato in fatto di telecomandi multi-uso. Il nostro eroe scoprirà in un click che lo strumento fa molto di più che accendere e spegnere la TV: abbassa il volume dell'abbaiare del cane, fa tacere la fastidiosa amica della moglie, gli permette di saltare in fast forward litigi, viaggi nel traffico e altre noiose incombenze quotidiane... per arrivare in fretta ed ottenere più facilmente ciò che realmente gli interessa, ovvero il successo professionale.

Da questa idea, che è esattamente idiota come sembra, prende le mosse Cambia la tua vita con un click, una commedia che, nella prima parte, è piuttosto divertente e ricca di trovate simpatiche e anche politically incorrect, ma che, con la drammatica scoperta di Michael di non essere più in grado di controllare il telecomando, che ormai sceglie per lui in base a quanto fatto fino a quel momento, si rivela per quello che aspira ad essere, ovvero un La vita è meravigliosa dell'era digitale, senza un briciolo della delicata umanità e della composta e attenta gestione del pathos che caratterizzano il classico di Frank Capra. Morty (un Christopher Walken mai così fuori parte) fa le veci dell'angelo Clarence e mostra a Micheal Newman che cosa sarà della sua esistenza se si lascerà risucchiare dall'ossessione del successo: come da copione, alienazione dagli affetti, insostenibili rimpianti ed estremi ravvedimenti con annesse scene telefonate e strappalacrime (nelle intenzioni).
Il precetto moralistico è ammantato in un'accattivante cornice tecnologica e televisiva, con una serie praticamente infinita di volti noti del piccolo schermo che creano l'atmosfera da reality show: da David Hasselhoff, ex eroe di Supercar, a Henry Winkler, l'indimenticato Fonzie di Happy Days, fino all'incontenibile Jennifer Coolidge, regular in Joey, e a Julie Kavner, storica voce originale di Marge nella serie animata I Simpson.
Non basta però cotanta parata, come non bastano la simpatia del protagonista Adam Sandler né la bellezza di Kate Beckinsale a mantenere vivo l'interesse per una pellicola che scivola inevitabilmente nella stucchevole banalità e che sfiora il ridicolo nelle scene che vorrebbero essere coinvolgenti, rivelatrici e commoventi.

Movieplayer.it

2.0/5