Recensione Iron Sky (2012)

Iron Sky non è certo il film da cui aspettarsi introspezione o analisi approfondite, ma in fin dei conti si può considerare un esperimento riuscito, seppur non esente da difetti.

La svastica sulla Luna

2018, gli USA tornano sulla Luna per la prima missione dopo anni. I due astronauti, Sanders e Washington, scendono sulla superficie lunare e compiono i primi goffi passi, finchè il primo dei due raggiunge la cima di una collina e resta sbigottino per quello che vede, ma non fa in tempo ad avvertire il compagno prima di essere colpito ed ucciso. Washington, il primo uomo di colore sulla Luna, ha sorte migliore: viene fatto progioniero dagli uomini che hanno ucciso il suo compagno di viaggio e condotto in una base nascosta sul lato oscuro del satellite, una imponente struttura a forma di svastica in cui i Nazisti si sono rifugiati nel 1945.


Sono i primi minuti di Iron Sky, folle ed ambizioso progetto ideato da Jarmo Puskala e messo in scena da Timo Vuorensola, una coproduzione tra Finlandia, Germania ed Australia che si dimostra di grande interesse anche per la capacità di coinvolgere il pubblico sin dalle prime fasi della realizzazione, a livello economico (un milione dei sette e mezzo di budget arriva da donazioni dei fan), sul piano creativo, tramite conpletamento di task online per poter decidere, ad esempio, nomi di personaggi o realizzare modelli CGI delle astronavi, o semplicemente creando l'hype necessario per la realizzazione del film.
Una gestione originale ed all'avanguardia che ha consentito di portare la pellicola addirittura sugli schermi prestigiosi di un festival come quello di Berlino, che lo ha accolto nella sezione Panorama, e di sviluppare un suo universo narrativo, tra tre prequel a fumetti e romanzo, videogioco in produzione e merchandise ufficiale.

La cattura dell'astronauta Washington mette in moto i piani dei Nazisti, intenzionati a tornare sulla Terra per riprenderne il controllo sfruttando la Götterdämmerung, l'arma più potente mai costruita, che la capacità di calcolo di un moderno smart phone del Terrestre catturato riesce finalmente a controllare.
È il punto di partenza di una trama ricca di situazioni sopra le righe, a tratti cartoonistiche nei toni, che non cercano di mostrarsi più alte di quello che sono, ma che non rinunciano ad ironizzare con intelligenza anche su situazioni di politica internazionale.
Oltre che, ovviamente, sul Nazismo e le sue più note idiosincrasie: dal siero albinizzatore somministrato a Washington, all'inno che li costringe a sollevare il braccio in segno di saluto, il film è pieno zeppo di immagini, cenni e sfottò di quello che è stato il Nazismo in generale e sulla figura di Hitler in particolare.
Dal punto di vista tecnico/visivo, Iron Sky si dimostra di discreto livello, a dispetto del costo contenuto della pellicola, con l'impiego di effetti speciali elaborati e piuttosto realistici, soprattutto nella frenetica battaglia che si svolge nella seconda parte del film. Lo sviluppo narrativo procede con linearità, sfruttando alcune trovate divertenti e giochi di citazioni, che si estendono anche alla colonna sonora composta da Laibach e Ben Watkins, mentre il cast, da Christopher Kirby nel ruolo di Washington a Götz Otto in quello del Nazista Adler e Julia Dietze in quello della bella Renate, svolgono il loro compito senza particolari alti o bassi nel dare vita a personaggi che rispecchiano degli stereotipi.
Non è certo il film da cui aspettarsi introspezione o analisi approfondite, ma in fin dei conti si può considerare un esperimento riuscito, seppur non esente da difetti.

Movieplayer.it

3.0/5