Recensione Come d'incanto (2007)

Il contrasto visivo diventa una perfetta metafora dello scontro tra due mondi: quello tutto rose e fiori dei racconti infantili e quello caotico e complicato di una metropoli.

La Grande Mela delle fiabe

All'inizio di una sequenza cartoonistica a base di fiocchetti, uccellini, principe e principessa che si amano cosparge di melassa lo schermo e viene il dubbio di stare assistendo ad una pellicola per asilo nido. Fortunatamente lo straniamento fa parte della commedia e la storiellina iper-stereotipata sull'amore e la felicità per tutta la vita si rivela il prologo autoironico di un film, Come d'incanto (Enchanted), che è sì romantico e sentimentale, ma anche molto divertente.

Il regista di Tarzan, Kevin Lima, crea un'originale mix tra le immagini d'animazione di un classico e sdolcinato cartone animato e quelle filmiche della realtà newyorkese. I personaggi della fiaba vengono catapultati da un pozzo magico di un castello incantato ad un tombino nel pieno centro della Grande Mela.
Il contrasto visivo diventa quindi una perfetta metafora dello scontro tra due mondi: quello tutto rose e fiori dei racconti infantili e quello caotico e complicato di una metropoli. Due visioni dell'amore si trovano a confronto, il romanticismo fiabesco invade il cinismo cittadino e la realtà più razionale e concreta si insinua nell'innocenza fanciullesca della favola.
Questo avviene con l'incontro della principessa Giselle (Amy Adams), spedita nella dura realtà di New York dalla matrigna cattiva del suo futuro sposo per impedire le nozze, con un affascinante avvocato, Robert (Patrick Dempsey da Grey's Anatomy). L'ingenua ragazza si trova spersa in un luogo sconosciuto e per lei bizzarro, dove tutti sono scortesi e non esistono folletti o fatine che corrono in tuo aiuto. Mentre vaga disperata per la città, viene soccorsa e salvata da un tremendo temporale dall'uomo che, riluttante, si fa convincere dalla figlia di sei anni ad ospitare la principessa per la notte. Nel cercare di aiutare Giselle a ritrovare il suo principe, Robert, razionale e disilluso in amore, si ritrova a conoscere ed avvicinarsi ad un modo di vedere le cose a lui del tutto estraneo. In procinto di sposarsi, ripenserà, grazie a questa strana ragazza e alla sua irrefrenabile carica positiva, alla sua vita e a se stesso. Lei, convinta che tutto sia bello e intangibile, abituata a non riflettere mai e a non cercare le ragioni di un amore, sarà influenzata da Robert nel chiedersi cosa vuole davvero.

Nel frattempo anche il principe Edward (James Marsden, il ciclope di X-Men) e Pip, il migliore amico scoiattolo di Giselle, sbarcano a New York creando panico e scene buffissime tra le strade affollate della città. Il giovane, per esempio, attacca un autobus brandendo una spada, credendo di lottare contro un mostro di metallo.
La regina (Susan Sarandon), però, non vuole a nessun costo che i due innamorati si rincontrino, manda quindi il servo di corte (Timothy Spall) per ucciderla per poi apparire di persona in tutta la sua magica malvagità.

La storia ripesca momenti cult dalle favole tradizionali e li ripropone in una chiave ironica che riesce a far centro. Il film è divertente e gradevole, commovente per i più sensibili agli amori a lieto fine.