Judi Dench e Stephen Frears presentano Philomena a Venezia 2013

Un film brillante, commovente, ma intriso di humor british. Il veterano Frears approda a Venezia con uno dei film più apprezzati del concorso grazie anche alla perfomance della grande Judi Dench.

L'Irlanda cattolica e bigotta degli anni '50 torna al centro di una nuova pellicola di denuncia firmata, stavolta, dal veterano Stephen Frears. L'autore di The Queen accantona momentaneamente le commedie, genere in cui è maestro, per occuparsi di una storia vera narrata nel romanzo non fiction del giornalista Martin Sixmith The Lost Child of Philomena Lee. Negli anni '50 Philomena Lee è una giovane donna che rimane incinta pur non essendo sposata. Per evitare lo scandalo la famiglia la ripudia costringendola a recarsi in un convento dove le suore venderanno il bambino a una ricca coppia americana, ma dopo cinquant'anni di rimpianti la donna infrangerà il contratto in cui si impegnava a rinunciare a ogni diritto sul figlio. A interpretare la tormentata protagonista della vicenda è la straordinaria Judi Dench, presente al Lido di Venezia insieme a Frears e a Steve Coogan, interprete, co-sceneggiatore e produttore, insieme a Steve Pope, di Philomena, una delle pellicole più applaudite, fino ad oggi, della selezione ufficiale.

Judi, ci può raccontare come è andato l'incontro con la vera Philomena?
Judi Dench: L'ho incontrata prima di iniziare le riprese. E' una persona divertente, molto vivace, ha ottant'anni, ma è incredibile quanto sia vitale. Siamo andate subito d'accordo perché abbiamo lo stesso senso dell'umorismo. Mi ha raccontato la sua storia e ho sentito subito la responsabilità di interpretarla. Ci siamo incontrate quattro o cinque volte e in ogni occasione mi ha raccontato un pezzetto della storia. Ciò che era irresistibile era la sua ingenuità e il suo humor che è lo stesso presente nel film. Non abbiamo affatto esagerato sotto quell'aspetto.

Stephen, come mai ha deciso di lavorare con Judi Dench? Come vi siete trovati insieme?
Stephen Frears: Non ho scelto io Judi. Io sono arrivato per ultimo. Lavorare con lei è bellissimo. Il problema arriva quando non si lavora con lei.

Come è stato tornare a girare in Irlanda?
Stephen Frears: Io adoro l'Irlanda, e mi dispiace che nel film ne emerga solo un lato negativo, ma purtroppo sono cose realmente accadute.

Quanto era importante l'emozione per un ruolo e una storia come questi?
Judi Dench: I miei sentimenti nei confronti della storia non sono importanti, perché la cosa fondamentale era capire quale fosse lo stato emotivo di Philomena. Il nostro obiettivo era raccontare la sua storia senza sminuirla in alcun modo perché è una persona incredibile.

Come avete trattato lo humor presente nel film?
Steve Coogan: L'umorismo era importante per alleggerire una storia così drammatica e deprimente, ma avendo un background comico ero preoccupato di eccedere. Così ho chiesto a Frears di trattenermi. Non è stato facile trovare il giusto equilibrio.

Ci sono state reazioni da parte della chiesa cattolica?
Judi Dench: Non ancora. Nemmeno io ho visto il film e sono curiosa di vedere le reazioni del pubblico. Questa però è una storia che andava raccontata perché tutti devono sapere quanto sia terribile e scioccante. Conosco anche storie di ragazze madri che sono state aiutate dalla chiesa, ma la storia di Philomena è andata come vedete nel film.
Steve Coogan: Non volevamo attaccare la chiesa. Sarebbe troppo semplicistico. Le implicazioni presenti sono molte, ma ciò che ci premeva era rendere pubbliche le ingiustizie subite da alcune donne irlandesi.
Stephen Frears: Io non vedo l'ora che il film lo veda il Papa.

Credete che Philomena possa influenzare il pubblico?
Stephen Frears: Io non mi preoccupo del valore sociale dei film. La storia mi ha attratto perché era molto complessa. Personalmente io sto dalla parte del giornalista cinico più che di Philomena, ma non voglio giudicare.

Come mai le protagoniste dei suoi film sono sempre donne?
Stephen Frears: Non lo so. Forse perché conosco pochi uomini.

Che contatti avete avuto con Martin Sixmith, l'autore del libro da cui il film è tratto?
Steve Coogan: Ho incontrato Martin prima di mettermi a scrivere la sceneggiatura perché il suo libro parla della storia di Anthony, il figlio di Philomena. Io gli ho spiegato che il mio interesse verteva più su di lui e su Philomena, così Martin ha accettato che la nostra storia prendesse una direzione diversa dalla sua e ci ha fornito il suo supporto.

In due momenti del film Philomena viene mostrata intenta a raccontare dei romanzi rosa al giornalista che la accompagna. C'è una contraddizione con l'intento del film o è possibile fare melodramma a livello alto?
Steve Coogan: Mi è sempre piaciuto fondere aspetti tragici e aspetti divertenti e ci faceva molto divertire la scena in cui Philomena racconta il romanzo che ha appena letto. Judi si è arrabbiata con me perché io non ce la facevo a smettere di ridere.

Philomena è riuscita a perdonare le suore che l'hanno allontanata dal figlio. Voi cosa ne pensate?
Judi Dench: E' molto difficile comprendere questo aspetto. Io non credo che potrei perdonare una cosa simile. Ciò che mi attratto nella storia è proprio questa eccezionalità che è ciò che rende unica Philomena.