Jesse Eisenberg e Dakota Fanning al Lido con Night Moves

Alla Mostra del cinema di Venezia è il giorno del thriller in concorso diretto da Kelly Reichardt, incentrato sull'ecoterrorismo e interpretato dai due giovani attori insieme a Peter Saarsgard.

A tre anni dalla sua partecipazione in concorso a Venezia con il western Meek's Cutoff, la regista americana Kelly Reichardt torna a concorrere per il Leone d'Oro con un nuovo film incentrato sui paesaggi e sulle bellezze naturali, un eco-noir cupo e teso che vede impegnato Peter Sarsgaard insieme ai due giovani talenti hollywoodiani Jesse Eisenberg e Dakota Fanning. Un ex-marine, un coltivatore di un'azienda biologica ed una ragazza che ha tagliato tutti i ponti con la sua famiglia borghese per dedicarsi ad uno stile di vita più eco-sostenibile, si uniscono per portare a termine una missione estrema, un atto di protesta contro il consumismo e contro lo spreco energetico: far saltare in aria una centrale idroelettrica.

I suoi film hanno sempre un grandissimo senso del luogo e ci raccontano storie di un'America parallela, cosa l'ha affascinata di questo nuovo paesaggio dell'Oregon?
Kelly Reichardt: Questo, come tutti gli altri miei film, è girato nel sud dell'Oregon ed in particolare in una fattoria biologica il cui vero proprietario è amico di uno dei produttori del film originario di quelle zone, una persona che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo vissuto per un periodo di tempo per esplorare la location. C'è un mondo nel nord ovest dell'Oregon che ha una lunga tradizione di attivismo ambientale del tutto radicale, ci sono foreste e si coltiva il terreno deviando corsi d'acqua per trasformarli in laghetti per il tempo libero e l'irrigazione dei campi. Quelle persone amano molto la loro terra e vogliono conservarne integro il paesaggio sfruttando l'autosufficienza alimentare cercando di ridurre al minimo l'impatto ambientale.

Cosa l'ha convinta a partecipare ad un film così cupo che tratta di argomenti così impegnati? C'è stata da parte sua una particolare ricerca sul personaggio?
Dakota Fanning: Ho accettato di lavorare a Night Moves perché sapevo che dietro la macchina da presa avrei trovato Kelly, sono una sua grande fan e per me lei era una garanzia. Personalmente non sapevo molto sull'argomento né sugli attivisti e sul loro ego, ma non ho voluto indagare perché mi piaceva mantenere l'aspetto di ingenuità e di purezza del mio personaggio, una ragazza che ha deciso di agire e di compiere un gesto molto più grande di lei senza averne compreso i rischi.

Come valuta, a livello personale, le azioni dei personaggi protagonisti di questa storia?
Dakota Fanning: Non farei mai quello che fanno loro, ma il mio ruolo di attrice mi porta a fare il possibile per entrare in sintonia con i miei personaggi, qualcunque cosa facciano. E' stato affascinante entrare nella mente rivoluzionaria di Dena e dei suoi amici.

Cosa le è piaciuto di più del personaggio di Josh?
Jesse Eisenberg: E' un personaggio molto psicologico, molto intimista, il fatto che abbia notevoli difficoltà nell'esprimere i suoi sentimenti mi ha molto attratto a livello recitativo. Josh è uno che seppellisce dentro di sé tutte le emozioni accumulandole fino al momento in cui queste prendono il sopravvento e lo spingono ad azioni incontrollabili. La sua è una posizione etica molto interessante perché dentro di sé sa di star facendo qualcosa di distruttivo ma a spingerlo nel portare a compimento la sua missione è il fatto di sentirsi come una sorta di soldato in una guerra più grande di lui, una guerra in cui i danni collaterali sono sempre ingenti.

Dal punto di vista attoriale preferisce ruoli tranquilli come questo o sceneggiature piene di dialoghi veloci e battute?
Jesse Eisenberg: Credo che le parole siano importanti ma per me rappresentano soltanto un aspetto cosmetico della recitazione, quello che conta davvero è il punto di vista emotivo di un personaggio. Mi piacciono i ruoli emotivamente intensi, amo l'idea di potermi ancorare ad emozioni forti ma quando non c'è da pensare troppo ai dialoghi sento di avere maggiore libertà e spazio per 'sentire' quelllo che prova il mio personaggio.

L'esperienza del film nella fattoria biologica dell'Oregon in cui è ambientato il film l'ha aiutata a capire meglio i movimenti degli eco-attivisti?
Jesse Eisenberg: Mi sono reso conto del fatto che l'agricoltura biologica richiede tempi lunghi e pazienza, un impegno ed una dedizione che vanno oltre il semplice lavoro nei campi ed ho forse anche compreso meglio i motivi che spingono gli estremisti a questi estremi gesti di ribellione. Nella mia vita personale non sono coinvolto in prima persona in questo tipo di dibattito ma sono a favore di azioni dimostrative meno invasive e meno traumatizzanti di quelle che vediamo nel film. Io vivo a New York e il massimo dell'ambientalismo di cui siamo capaci è la raccolta differenziata.

Questo è il suo quinto film ed è ancora un'opera incentrata sulla convivenza dell'uomo con i luoghi in cui vive. Questo fatto è a suo avviso già di per sé una sua personale dichiarazione ambientalista?
Kelly Reichardt: La maggior parte delle storie che ho portato sullo schermo sono nate dalle idee del co-sceneggiatore Jon Raymond, ed è attraverso i suoi scritti che ho conosciuto benissimo lo stato dell'Oregon e le terre meravigliose in cui ho deciso di ambioentare tutti i miei film. L'essenza della mia narrazione ha molto a che fare con lo spiccato senso del luogo che ha lui, che riesce a restituire in maniera formidabile l'ambiguità della natura umana alle prese con scelte difficili che scavano nella coscienza. La sfida per me è riuscire a trasmettere questo in un film e mantenere nella messa in scena i sentimenti che scaturiscono dal contatto con persone che 'vivono' le loro terre in maniera così completa.

C'è qualche autore o qualche opera che l'ha ispirata particolarmente durante la lavorazione del film?
Kelly Reichardt: Io insegno cinematografia e potete immaginare quanto sia difficile per me dire chi o cosa mi abbia ispirato di più, senz'altro l'elemento thriller c'è e potrei citare decine di film che mi hanno ispirato, al momento mi vengono in mente The Wages of Fear (film del 1953 diretto da Henri-Georges Clouzot ndr) e le opere di Anthony Mann che mi hanno molto aiutato a sviluppare la tensione della storia.

Non teme che in America il suo film possa essere percepito come una guida all'eco-terrorismo?
Kelly Reichardt: In realtà su Internet si trova di tutto oggi, e tutto quello che può servire a confezionare bombe è lì alla portata di tutti. Ci tengo a dire che il mio film non celebra le glorie del terrorismo, vuole solo mostrare l'altra faccia della medaglia, il risvolto imprevisto che azioni di questo tipo possono nascondere. Il mio film non si fa portatore di messaggi ma scruta il punto di vista degli attivisti ambientalisti e le origini del radicalismo, nonché le conseguenze e i rischi che ne conseguono.