Italy in a Day: un film collettivo racconterà il 26 ottobre 2013

Rai e Indiana Production hanno lanciato il progetto Italy in a Day - Un giorno da italiani, film collettivo che sarà girato in un'unica giornata - il 26 ottobre - con il contributo di tutti gli italiani che vorranno partecipare. Coordinatore artistico sarà Gabriele Salvatores.

È stato presentato oggi alla sede Rai di viale Mazzini un progetto molto ambizioso dal punto di vista produttivo e, diciamo così, ideale: Italy in a Day - Un giorno da italiani, film che in un solo giorno - sabato 26 ottobre - prevederà il contributo singolo e personale di ogni italiano che deciderà di partecipare e che abbia voglia di raccontare le proprie emozioni e il proprio Paese. Con la produzione di Indiana Production e della Rai, Italy in a Day - Un giorno da italiani nasce da un progetto ideato e realizzato da Ridley Scott nel 2010 (Life in A Day) e che ha già avuto le sue declinazioni nazionali in Gran Bretagna e in Giappone (Britain in a Day e Japan in a Day).
Di fronte alla stampa riunita per l'occasione erano presenti, per illustrare l'iniziativa, il Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi, l'Amministratore Delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, un responsabile dell'Indiana Production Lorenzo Gangarossa e, in collegamento da Trieste dove è impegnato per le riprese del suo nuovo film Il ragazzo invisibile, il regista Gabriele Salvatores che avrà il compito di coordinare il materiale che arriverà, di montarlo e di costruire una sorta di narrazione per un film che sia orientativamente della durata di novanta minuti.

Come si articolerà il progetto di Italy in a Day? Paolo Del Brocco: Il 30 settembre comincerà la promozione sulle reti Rai con la proiezione di uno spot che coinvolge una serie di "ambasciatori", di volti noti dello spettacolo, da Rosario e Beppe Fiorello, a Luciana Littizzetto, a Gianna Nannini, Christian De Sica, Micaela Ramazzotti, Nicola Savino e il nostro astronauta Luca Parmitano. Abbiamo chiesto anche a Parmitano di dare il proprio volto all'iniziativa perché Italy in a Day è rivolto non solo agli italiani che vivono nei confini nazionali, ma anche a quei nostri connazionali che, per un motivo o per l'altro, hanno deciso di vivere all'estero. Siamo molto orgogliosi di questa idea, perché siamo convinti che sarà un modo ambizioso e concreto di avvicinare il servizio pubblico al paese reale.

Gabriele Salvatores, cosa l'ha convinta a partecipare e quale sarà il suo coinvolgimento? Gabriele Salvatores: Sono onorato di poter partecipare all'iniziativa e sento, ovviamente, anche il peso della responsabilità. Quel che mi è piaciuto subito è l'idea di un ribaltamento di prospettiva rispetto ai canoni consueti: si dice infatti che il cinema dovrebbe raccontare la nostra vita, la vita di tutti, passando dal comico al tragico, stavolta quel che si chiede al pubblico è di provare a farlo autonomamente, di provare a essere autarchici e girare. Mi aspetto perciò di vedere le paure, i sogni, le impressioni del momento, ma anche più semplicemente quel che si vede fuori dalla finestra in quel giorno lì. Per quello che sarà poi il mio compito, affiderò il materiale in una prima fase a una squadra di montatori che catalogheranno tutte le riprese. Dopo lo si monterà cercando di seguire e rispettare sia la cronologia delle riprese nell'arco della giornata, sia seguendo il filo delle emozioni che ci verranno fornite dai registi/cittadini. A quel punto toccherà a me cercare di organizzare un racconto, una storia.

Ovviamente il materiale che arriverà non è prevedibile però lei, da regista, si è già fatto qualche idea su come organizzare il tutto? Gabriele Salvatores: Sì, indicheremo alcuni temi particolari e stiamo già cercando di coinvolgere ospedali e militari impiegati in zone di guerra. Lo scopo sostanzialmente è quello di raccontare una giornata dall'inizio alla fine, dalla nascita alla morte, confrontando sforzi, rabbie e passioni con il passare del tempo e con l'idea costante che la natura, impassibile e bellissima, ci guarda. Mi viene in mente un proverbio indiano che potrebbe ben riassumere il tutto: "Gli uomini fanno progetti e gli dei sorridono". Se vogliamo, inoltre, sarà un po' il contrario della canzone dei Beatles, A Day in the Life. Qui è la vita riassunta e sintetizzata in un giorno, in immagini che io non potrò controllare, ma che potrò limitarmi a indirizzare.

Se toccasse a lei fare delle riprese in questa giornata, cosa mostrerebbe? Gabriele Salvatores: Quel che mi affascina in particolare in una giornata sono le ore serali, il tramonto, il passaggio tra il giorno e la notte. Forse racconterei quel momento, il momento di solitudine con i propri pensieri. Ma, ovviamente, se avessi un figlio che nasce quel giorno filmerei quello, se avessi un amico che non vedo da tanto filmerei questo incontro, oppure più semplicemente mi affaccerei alla finestra e riprenderei lo scorrere della vita. Anche da questa prospettiva, a volte, se si sa guardare ci sono dei tesori. Insomma, le possibilità sono tantissime.

Da parte dell'Indiana Production, quale è stata l'ambizione che vi ha portato a concepire Italy in a Day? Lorenzo Gangarossa: È stata l'idea di trasformare questo grande evento nella fotografia di un popolo, in una sorta di censimento video. È anche per questo che abbiamo deciso di promuovere una serie di collaborazioni più difficili, dal voler riprendere negli ospedali le prime nascite di quella giornata, al contatto con il mondo della cooperazione, con quegli italiani che hanno deciso di vivere molto lontano. Inoltre, anche dal punto di vista musicale, cercheremo di lavorare in senso collettivo, coinvolgendo diverse figure.

Come mai è stato scelto sabato 26 ottobre come giorno? Luigi Gubitosi: È stato scelto un giorno qualunque per evitare una caratterizzazione troppo precisa. Ed è stato scelto il sabato perché evidentemente è un giorno in cui la gente è più libera. Comunque, chissà che non diventi un appuntamento fisso e non solo una iniziativa una tantum. È un progetto che anche a me ha convinto subito anche perché mi ha ricordato una vecchia iniziativa molto bella della Rizzoli, un libro di 25 anni fa, A Day in the Life of Italy. Qui, in più, ovviamente c'è il fatto che invece di essere un libro sarà un video, un film, e che anche l'interattività sarà maggiore.

Che tipo di circuitazione avrà il film? Paolo Del Brocco: L'idea è quella di proiettarlo nell'arco di una giornata in tantissime sale italiane, ma quando è ancora presto per dirlo. Molto dipende da quando il film sarà pronto, ci vorranno ovviamente alcuni mesi per montarlo. Non escludiamo comunque che possa anche partecipare a un festival. Comunque uscirà sicuramente in homevideo e sarà proiettato da Rai 2.

Dove andranno inviati i video e che destinazione avranno quei filmati che non saranno selezionati? Paolo Del Brocco: I video andranno inviati alla piattaforma web Rai www.italyinaday.rai.it. Quel che non rientrerà nel film definitivo verrà comunque conservato dalla teche Rai, per formare complessivamente un contributo eccezionale e unico di una giornata precisa.