Recensione Nosferatu (1922)

Nonostante si sviluppi molto più lentamente rispetto ai canoni narrativi cinematografici moderni, il film è indubbiamente un'opera affascinante e non priva di un certo magnetismo, di atmosfere sinistre ed oniriche.

Il silenzioso sogno di Murnau

Nel 1921, il regista F.W. Murnau decise di fondare una propria casa di produzione, la Praha Films, con la quale intendeva produrre soprattutto film il cui tema principale fosse l'occulto. Sfortunatamente l'unica opera che riuscì a produrre fu proprio Nosferatu: inizialmente Murnau voleva dirigere un fedele adattamento del romanzo di Bram Stoker, Dracula, ma fu diffidato dal farlo da Florence Stoker, vedova dello scrittore irlandese che deteneva i diritti sulle opere del marito. Murnau non si lasciò scoraggiare, e decise comunque di adattare Dracula per il grande schermo cambiando il titolo del film, i nomi dei personaggi e i luoghi in cui si svolge la storia.

Nonostante questo, la Praha Films fu denunciata dalla Stoker per aver infranto le leggi sui diritti d'autore e nel 1925 fu deciso che tutte le copie del film andassero distrutte. Fortunatamente non andò così, perchè alcune copie sono sopravvissute, e nonostante la Stoker avesse fatto annullare la première del film a Londra, nel 1925, il film di Murnau riuscì ad arrivare in America, nel 1929, dove ebbe un discreto riscontro di critica e di pubblico, ma venne considerato solo dopo la seconda guerra mondiale.

Murnau inserisce un elemento inconsueto nel suo film - almeno per quei tempi - oltre ai "cartelli" sui quali sono scritti i dialoghi del film, infatti, inserisce anche stralci di lettere e diari dei protagonisti, proprio come nel romanzo di Stoker, alternandoli alle scene animate che all'inizio del film sono solari e gioiose, poi man mano l'atmosfera cambia con lo svolgersi della vicenda e si arriva alle atmosfere desolate e sinistre della magione del conte Orlok, e della città in cui vive Ellen, in cui tutti gli abitanti iniziano a morire dopo l'arrivo del conte. Nonostante si sviluppi molto più lentamente rispetto ai canoni narrativi cinematografici moderni, il film è indubbiamente un'opera affascinante e non priva di un certo magnetismo, di atmosfere sinistre ed oniriche; e nonostante alcune situazioni al giorno d'oggi facciano sorridere - ad esempio il Conte Orlok che gira per Bremen con la sua bara sotto al braccio, in cerca di un degno alloggio che ospiti le sue spoglie immortali durante le ore diurne - non si può non restare affascinati da alcune sequenze davvero molto belle, come quella in cui Ellen attende il suo sposo in un cimitero in riva al mare mentre il vento le muove le nere vesti facendole ondeggiare, o quando al povero Hutter appare lo spaventoso conte Orlok interpretato da Max Schreck, - il cui cognome significa "terrore", in tedesco - primo vampiro della storia del cinema, che interpreta il suo personaggio conferendogli già quelle caratteristiche che entreranno a pieno diritto nell'iconografia dei vampiri, negli anni successivi: pallore spettrale, sguardo metallico ed avido, eleganza d'altri tempi nei modi e nel vestiario.
Si muove furtivamente sulla scena come un animale notturno e la sua interpretazione fu così convincente che qualcuno cominciò a pensare che egli fosse davvero un vampiro.

Splendide le sequenze in cui Orlok finalmente riesce ad affascinare Ellen e lei gli apre la finestra per farlo entrare: una scena non priva di un certo erotismo, con l'ombra della mano del conte che scivola sul seno della ragazza provocandole un fremito di eccitazione: a partire da questo film qundi, al vampiro viene conferito un certo tenebroso fascino erotico, una nera sensualità che farà parte di tutti i film dedicati alla figura del principe delle tenebre; e nonostante dopo una notte d'amore e di sangue con Ellen arrivi la luce del sole e il conte Orlok sia costretto a dissolversi, la sua figura, resa immortale dal cinema, non tramonterà mai.

Movieplayer.it

3.0/5