Il MEDFILM Festival resiste ai tagli e lancia la sua XVIII edizione

Ai nastri di partenza la kermesse 'mediterranea' che da diciotto anni porta nella Capitale il cinema che non vedremo mai, o quasi mai, nei circuiti convenzionali. Spostato indietro di qualche settimana rispetto alle date classiche di metà novembre, il MEDFILM Festival si svolgerà a Roma dal 19 al 28 ottobre e regalerà al suo pubblico un intenso programma di proiezioni, incontri ed eventi.

Il MEDFILM Festival, che per chi non lo sapesse è il Festival che celebra il Cinema del Mediterraneo, compie diciotto anni e diventa maggiorenne proprio nell'anno che potrebbe sancire la sua definitiva chiusura. Quella del 2012 rischia infatti di essere l'ultima edizione della manifestazione per via di un drastico taglio ai finanziamenti che ha visto ridurre il budget a disposizione di più del 60%. Sarebbe un vero peccato visto l'impegno ed il lavoro che c'è dietro ad un evento cinematografico che da sempre promuove il dialogo tra Europa e Mediterraneo e che quest'anno gode del patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha anche donato una targa di riconoscimento agli organizzatori per il loro impegno sul territorio e per l'impegno nel volgere lo sguardo anche oltre i confini. E' non senza un pizzico di amarezza ma con una grinta ed un entusiasmo davvero straordinari che stamattina alla Casa del Cinema il Presidente e Fondatore storico del MEDFILM Ginella Vocca (in foto) ha presentato la nuova edizione: "E' molto importante per me oggi essere qui a parlarvi dell'edizione 2012 del MEDFILM perché solo qualche mese fa ho più volte pensato di non riuscire a farcela. Il festival vuole parlare al pubblico e presentare alla platea film poco conosciuti provenienti da Paesi, culture e popoli che pur non essendo troppo lontani geograficamente sembrano inarrivabili per le tante troppe lacune di comunicazione che si sono costruire. E' l'ennesima occasione per dare a Roma la possibilità di trasformarsi in una capitale europea e mediterranea contemporaneamente, di far arrivare la voce della rivoluzione araba, di far comunicare attraverso il cinema l'Europa con la sponda sud del Mediterraneo spesso guardata con distacco e non con il grande rispetto che merita. Solo così si può stimolare la voglia di comunicare e conoscere".

Organizzato con a disposizione soli quarantacinquemila euro di budget complessivi, uno dei festival più antichi di Roma rischia di finire la sua gloriosa storia per colpa della crisi economica e di scelte d'immagine che non vanno di certo a privilegiare un piccolo vero festival cinematografico che mette al primo posto l'arte cinematografica anziché i grandi nomi. "Quarantacinquemila euro per un anno intero di lavoro, mio e dei miei collaboratori, una cifra con cui abbiamo dovuto gestire ed organizzare tutto quello che vedrete" - ha dichiarato con la voce rotta dall'emozione Ginella Vocca - "trovo davvero assurdo che si debba lavorare in questo modo quando il Roma Fiction Fest ha avuto ben due milioni e mezzo di budget e il Festival di Roma addirittura dodici milioni. Alla luce delle cose posso dirvi che se le cose non cambiano probabilmente questa sarà l'ultima edizione del MEDFILM perché è impensabile che noi si accetti questo trattamento. La qualità del nostro lavoro non è diversa o inferiore dalla qualità del lavoro degli altri festival, sono dell'opinione che questa disparità rechi un grosso danno all'accrescimento culturale del nostro territorio e che sia sinonimo di riduzione di posti di lavoro e di numero di spettatori". Ma veniamo ai film e al dettaglio della manifestazione.
Tra l'Auditorium della Conciliazione che ospiterà per lo più serate ad inviti e la Casa del Cinema di Villa Borghese che invece ospiterà le proiezioni del pubblico (ingresso sala Deluxe 4 euro, ingresso sala Kodak 3 euro, tessera 15 ingressi al prezzo di 15 euro, per info e programma www.medfilmfestival.org) il festival proporrà un ricco programma di lungometraggi, documentari e cortometraggi ed ospiterà le cinematografie e le delegazioni artistiche e istituzionali provenienti da quaranta paesi diversi promuovendo il ruolo dell'Italia come punto di raccordo tra popoli e culture che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo. Tradizionalmente il festival propone due paesi ospiti d'onore, uno dalla sponda nord e uno dalla sponda sud. Quest'anno la sponda europea del Mediterraneo sarà rappresentata dalla Slovenia, paese cinematograficamente tra i più vitali in questi ultimi anni, mentre la sponda sud sarà eccezionalmente raccontata da sei Paesi, Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Turchia e Libano, quelli con cui il MED ha stretto le alleanze più forti nel corso di diciotto anni di lavoro che ci porteranno le testimonianze più emozionanti del post-primavera araba. Il cinema, con una critica feroce ma onesta, approfondisce le contraddizioni e sottolinea gli smarrimenti che vengono dai laboratori di democrazia che fervono nel Nordafrica e si spingono fino oltre l'Egitto e giungono in Siria. Un festival che si mette in gioco più degli altri il MED, che riesce laddove molti falliscono e cioè a far dialogare cinematografie che non si vedono mai sui nostri schermi, culture e Paesi che non ne hanno mai l'occasione e spesso non ne hanno modo. Proprio a questo proposito ha parlato anche il Direttore Artistico della Casa del Cinema Caterina D'Amico: "I festival sono tanti ma alcuni sono diventati indispensabili da quando la distribuzione cinematografica si è appiattita su se stessa" - ha dichiarato l'ex amministratore delegato di RaiCinema che consegnerà anche il premio Koiné 2012, per la sua attività ed il suo impegno teso a favorire l'innovazione dei linguaggi e alla scoperta di nuovi talenti, a Carlo Freccero il 19 ottobre prossimo in occasione della cerimonia d'apertura - "sarà molto stupito Carlo di ricevere il premio da me perché sa benissimo che i nostri gusti sono diversissimi ma nonostante questo lo stimo molto come persona e come professionista, lo reputo un uomo che pensa con la sua testa".
Insieme a Freccero nella giuria ufficiale tutta italiana del concorso c'è l'inviato speciale del Corriere della Sera Maurizio Caprara, il regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo, l'attrice Carlotta Natoli, il giornalista di Sentieri Selvaggi Carlo Valeri e Vania Traxler, a capo della Archibald Film. Il Premio alla Carriera 2012 andrà allo sloveno Damjan Kozole, che presentaerà in anteprima a Roma nella sezione documentari in concorso il suo nuovo film The Long Vacation, un regista che nelle sue opere porta avanti sin dall'inizio una riflessione sui temi dei confini e delle frontiere in un Paese giovane e cruciale come la Slovenia. Per quel che riguarda il concorso internazionale documentari Doc Open Eyes, curato per il secondo anno dal regista Gianfranco Pannone, la giuria sarà composta dalla montatrice Erika Manoni e dai registi Jonathan Nossiter e Costanza Quatriglio.

Tanti i rappresentanti diplomatici presenti alla Casa del Cinema per l'occasione, dagli ambasciatori di Slovenia, Marocco e Israele passando per i direttori delle Accademie di Romania e Iran e per numerosi addetti culturali tra cui quello turco, ma senz'altro il rappresentate più importante a prendere la parola è stato Lucio Battistotti, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, che si è pronunciato chiaramente riguardo alla crisi che sta dilaniando la nostra cultura: "Il motto dell'Unione Europea è sempre stato 'unità nella diversità' ed io non mi stancherò mai di ripetere che questo motto ci deve guidare nella direzione del multiculturalismo. Sono manifestazioni come il MEDFILM che le istituzioni europee vogliono continuare a sostenere con entusiasmo seguendo una linea continua in cui crediamo molto. Dal programma del festival si percepisce la diversità di un mondo che ha espressioni culturali vastissime di cui raramente possiamo godere". Ed è proprio in questa molteplicità di espressioni che ci vogliamo immergere parlando dei dieci film del concorso ufficiale Premio Amore e Psiche curato da Vanessa Tonnini in collaborazione con Giulio Casadei.

Seguendo la linea delle passate edizioni si è cercato di spostare l'attenzione sui Balcani con un focus speciale dedicato alla Slovenia ed alla zona del Medio Oriente, ad Israele e all'Iran. Una delle novità è rappresentata dal film ospite con cui si sono aperte le porte ad una cinematografia esterna al Mediterraneo. Si tratta del film franco-turco-pakistano intitolato Noor, la docu-fiction incentrata sul tema della ricerca della propria identità sessuale, che aprirà il festival all'Auditorium Conciliazione. Altra novità importante l'introduzione nel concorso lungometraggi di un documentario che rappresenta il cinema italiano. Si tratta de Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, una scelta concordata anche col curatore della sezione Documentari Premio Open Eyes Gianfranco Pannone che ha individuato in questo film importanti legami tematici e lirici con gli altri titoli del concorso. "Se negli altri anni è prevalso spesso il tema delle migrazioni e dei conflitti, quest'anno siamo più vicini ad una riflessione esistenziale incentrata sui rapporti con l'altro", ha dichiarato la Tonnini riferendosi in particolare ad un film come Archeo, definito "un film muto, un'opera con una forma filmica semplice ed analitica che coinvolge tre personaggi catapultati nella stessa realtà" ma anche a Beyond the hill, coproduzione turco-greca che racconta la paura dell'altro narrando la fobia nei confronti dei nomadi, un nemico invisibile che non compare mai ma che sembra ossessionare i protagonisti. Una scelta difficile ma rappresenta bene il cinema sloveno). C'è un film israeliano, Not in Tel Aviv, che è stato acclamato a Locarno e che la Tonnini ha definito come "un film che si ama o si odia senza vie di mezzo che racconta in bianco e nero la storia di uno strano rapimento, un film distaccato dalla cinematografia che normalmente vediamo da Israele ma che racconta in modo originale la cultura meticcia e trasgressiva dei giovani israeliani".
Insieme a Noor a rappresentare il cinema che narra la ricerca dell'identità anche l'acclamatissima tragicommedia slovena diretta da Srđan Dragojević intitolata The Parade, campione di incassi in Serbia. Siamo di fronte al rocambolesco tentativo di organizzare un gay pride a Belgrado da parte di una coppia omosessuale che vuole rivendicare il proprio diritto ad amarsi. Un'avventura divertente dal finale tragico che arriverà a coinvolgere ex-militari e criminali di guerra. Per la Francia in concorso un thriller psicologico Maddened by his absence, diretto dall'attrice Sandrine Bonnaire che confeziona un'opera thriller che rappresenta una riflessione sulle relazioni umane e vede impegnato un inedito William Hurt alle prese con l'elaborazione del lutto. Arriva dall'Iran The last step, diretto da Ali Mosaffa e interpretato da Leila Hatami (moglie del regista nella vita che sarà a Roma per presentare il film) osannata protagonista di Una separazione, il film vincitore del premio Oscar 2012 come Miglior Film Straniero. "Un'avventura originale The last step" - ha dichiarato la Tonnini - "non un film politico ma un thriller psicanalitico-letterario che va nella direzione della detective story".
Tema fortemente politico invece per Le Repenti, la produzione franco-algerina diretto da Merzak Allouache premiata alla Quinzaine 2012 ed incentrato sulla legge del 2009 che grazie ad un'amnistia ha permesso ai ribelli jihadisti di tornare nella società dopo il pentimento. Il marocchino Boiling dreams racconta invece l'emigrazione da un punto di vista insolito, quello di chi resta in attesa di notizie dei propri cari partiti in cerca di una vita migliore. In chiusura vogliamo soffermarci sull'unico italiano in gara, Le cose belle racconta e mette a confronto le vite di quattro giovani che rincontrano i registi a dieci anni di distanza dal loro primo incontro, avvenuto in occasione di un altro film. "E' molto bello il modo dei due registi di trattare il tema del ritorno quasi come un senso di colpa" - ha spiegato la Tonnini - "non è con cinismo che si avvicinano ai quattro ragazzi e si rintrufolano nelle loro vite per capire cosa è effettivamente cambiato in loro. E' un documentario in cui regna un disincanto molto forte ma da cui possiamo trarre un insegnamento molto importante grazie a questi ragazzi che sono sì disagiati, ma dotati di un senso di umanità strabiliante". Dello stesso parere anche Gianfranco Pannone che del film dice "è un'opera importante che mette in luce la vivacità del cinema documentaristico italiano, pieno di improvvisazione, di idee e di genialità". L'appuntamento è dunque a partire da venerdì 19 ottobre, il MEDFILM vi aspetta a Roma, accorrete numerosi perché da quel che abbiamo ascoltato oggi ne varrà sicuramente la pena.