Golden Globe 2014: il resoconto della serata

Ha avuto luogo questa notte a Los Angeles la 71a edizione dei Golden Globe, che anticipano di pochi giorni l'annuncio delle candidature all'Oscar: ecco il nostro resoconto dettagliato della cerimonia di premiazione, che ha visto incoronati i film 12 anni schiavo e American Hustle, molte conferme e qualche sorpresa fra i premi per gli attori e l'affettuoso omaggio al grande Woody Allen.

Sono stati assegnati questa notte, al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, i Golden Globe, considerati i massimi riconoscimenti del cinema americano subito dopo gli Oscar. La 71esima edizione dei trofei della Hollywood Foreign Press Association ha segnato il trionfo annunciato di 12 anni schiavo di Steve McQueen e American Hustle - L'apparenza inganna di David O. Russell nelle rispettive categorie dei film drammatici e delle commedie, mentre La grande bellezza di Paolo Sorrentino è stato premiato come miglior film in lingua straniera; al leggendario regista, sceneggiatore e attore Woody Allen è stato assegnato il Cecil B. DeMille Award alla carriera.
Ma vediamo in dettaglio cosa è successo durante la serata losangelina...

L'apertura e il premio a Jennifer Lawrence

Tina e Amy
Tina e Amy
Ad una fra le coppie più frizzanti e divertenti della Tv americana, le affiatatissime Tina Fey ed Amy Poehler, è spettato il compito di condurre (ancora una volta) la cerimonia per la 71a edizone dei Golden Globe, le prestigiose "sfere dorate" della Hollywood Foreign Press Association, che come ogni anno precedono di pochi giorni le candidature dell'Academy preannunciando, in molti casi, l'esito delle sfide per gli Oscar. Il brillante discorso introduttivo, durante il quale Tina ed Amy hanno ironizzato sui vari candidati (secondo la consolidata tradizione degli award-show americani), è servito a dare inizio alle tre ore di trasmissione, scandite da un ritmo rapidissimo nell'assegnazione dei premi ma interrotte da un gran numero di pause pubblicitarie. Ad aprire le danze è stato il premio come miglior attrice supporter, assegnato da Tom Hanks e Sandra Bullock alla giovanissima superstar Jennifer Lawrence grazie al ruolo sopra le righe della scatenata Rosalyn, moglie di Christian Bale, in American Hustle di David O. Russell; per la Lawrence si tratta del secondo Golden Globe consecutivo dopo quello vinto appena l'anno scorso come protagonista de Il lato positivo - Silver Linings Playbook.

I premi per la TV: il trionfo di Breaking Bad

La cerimonia prosegue con le categorie dedicate alla televisione, partendo con il trofeo per la miglior attrice supporter. Grande commozione per Jacqueline Bisset: all'età di 69 anni, l'incantevole star britannica (musa di registi quali Roman Polanski, François Truffaut e George Cukor) si è aggiudicata il primo Golden Globe della sua carriera grazie alla miniserie della BBC Dancing on the Edge, un ritratto del mondo del jazz nella Londra degli Anni '30, ed ha offerto anche le prime lacrime della serata. Il premio per il miglior film o miniserie Tv è andato, come previso, a Dietro i candelabri di Steven Soderbergh, il biopic dedicato alla figura del pianista Liberace (impersonato da Michael Douglas), mentre Elisabeth Moss, interprete della serie Mad Men, ha vinto il Golden Globe come miglior attrice televisiva per la parte di una giovane detective nell'acclamata miniserie poliziesca Top of the Lake, firmata da Jane Campion. Attesissimi e stra-meritati i due Golden Globe per la quinta ed ultima stagione di Breaking Bad, premiato come miglior serie drammatica e per il suo meraviglioso protagonista, Bryan Cranston, nel ruolo di Walter White, l'insospettabile padre di famiglia trasformatosi in un signore del narcotraffico.

I premi musicali e il 'vecchio leone' Jon Voight

Si ritorna al cinema con i trofei destinati al settore musicale. Il Golden Globe per la miglior colonna sonora viene assegnato, un po' a sorpresa, ad Alex Ebert per la colonna sonora di All Is Lost - Tutto è perduto, con Robert Redford, mentre il trofeo per la miglior canzone va al gruppo degli U2 grazie al brano Ordinary Love, composto per la soundtrack del film su Nelson Mandela Mandela: Long Walk to Freedom; per la rock band irlandese, si tratta del secondo trofeo da parte della Hollywood Foreign Press Association dopo quello ottenuto nel 2002 per The Hands That Built America, tema del film Gangs of New York. Di nuovo al settore televisivo, e dopo Jacqueline Bisset la Hollywood Foreign Press Association non si lascia sfuggire l'occasione per celebrare un altro veterano del cinema internazionale: il 75enne Jon Voight, già premiato in passato per i film Tornando a casa e A 30 secondi dalla fine, viene eletto infatti miglior attore supporter per la parte del padre del protagonista Liev Schreiber nella nuova serie Tv di Showtime, Ray Donovan.

Sorprese e conferme: Amy Adams, Robin Wright e Jared Leto
La marcia trionfale per American Hustle prosegue con il premio per la miglior attrice di commedia, attribuito da Robert Downey Jr. alla bravissima Amy Adams per la parte di Sydney Prosser, amante e compagna di truffe di Christian Bale; la Adams, al suo primo trofeo, grazie a questa vittoria (con la quale ha superato l'altra favorita, la Meryl Streep de I segreti di Osage County) sembra aver prenotato la sua quinta candidatura all'Oscar. Subito dopo è il turno di Robin Wright, premiata come miglior attrice di serie drammatica per il personaggio dell'ambiziosa Claire Underwood: una moderna Lady Macbeth, moglie del machiavellico Kevin Spacey, nell'acclamata serie a sfondo politico House of Cards. Scontato e applauditissimo il Golden Globe al miglior attore supporter, annunciato da Christoph Waltz, per il cantante Jared Leto, strepitoso e irriconoscibile nei panni del transessuale Rayon nel commovente Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée. All'eleganza e alla classe tutta britannica di Emma Thompson, in lizza con Saving Mr. Banks, spetta l'incarico di annunciare il vincitore del premio per la miglior sceneggiatura: si tratta di Spike Jonze, autore dell'originalissima commedia Her, già presentata con successo al Festival di Roma.

Il trionfo dell'Italia con La grande bellezza

Dopo ben 24 anni (dai tempi di Nuovo Cinema Paradiso), una pellicola di un regista italiano torna a vincere ai Golden Globe nella categoria per il miglior film straniero: la Hollywood Foreign Press Association sancisce infatti il trionfo de La grande bellezza, l'apprezzatissimo affresco della Roma contemporanea ad opera di Paolo Sorrentino, che ritira di persona la statuetta con un breve discorso di ringraziamento. La grande bellezza ha superato il favoritissimo La vita di Adèle e torna a far sentire al nostro paese profumo di Oscar: ora come ora, infatti, il magnum opus di Sorrentino è considerato il titolo da battere nell'analoga categoria degli Academy Award (dove né La vita di AdèleIl passato saranno in concorso). Nel frattempo, c'è ancora spazio per altri premi televisivi: miglior attore di serie comica è Andy Samberg, bislacco detective nella nuova sit-com Brooklyn Nine-Nine, premiata anche come miglior serie comica, mentre la co-presentatrice Amy Poehler si aggiudica il Golden Globe come miglior attrice comica per Parks and Recreation, nei panni della vice-direttrice di un dipartimento di manutenzione dei parchi pubblici. Michael Douglas riceve a furor di popolo il Golden Globe come miglior attore grazie al ruolo di Liberace in Dietro i candelabri: Douglas era già stato premiato nel 1987 per Wall Street, oltre ad aver ottenuto un Golden Globe in qualità di produttore nel 1975 e il premio alla carriera nel 2003.

Il premio alla carriera: Diane omaggia Woody
Uno dei momenti più emozionanti della cerimonia dei Golden Globe è stato senza dubbio l'assegnazione del Cecil B. DeMille Award, ovvero il premio alla carriera, al leggendario regista, sceneggiatore e attore Woody Allen. L'autore di intramontabili capolavori quali Io e Annie, Manhattan e Hannah e le sue sorelle, come da copione, non era presente alla cerimonia; al suo posto, a celebrare l'opera del geniale cineasta newyorkese è salita sul palco la sua storica partner e collega Diane Keaton, l'indimenticabile Annie Hall, che ha reso omaggio ad Allen con la consueta ironia, citando alcune sue battute, e gli ha perfino dedicato una canzone. Tra i film d'animazione, come previsto a portarsi a casa il premio è Frozen - Il regno di ghiaccio, amatissimo dal pubblico e campione d'incassi in tutto il mondo. Ben Affleck, reduce dalla vittoria di Argo, ha annunciato invece il destinatario del Golden Globe per la miglior regia: il messicano Alfonso Cuarón, ricompensato per il sensazionale lavoro tecnico svolto in Gravity, thriller di ambientazione spaziale con Sandra Bullock mattatrice assoluta.

Leonardo DiCaprio: l'ululato di Wall Street

Dopo Alfonso Cuarón, a salire sul palco è stata Jennifer Lawrence, incaricata di annunciare il premio come miglior attore di commedia: ad aggiudicarsi il Golden Globe, superando il veterano Bruce Dern, è Leonardo DiCaprio per il ruolo del dissoluto broker Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street, il nuovo film di Martin Scorsese. DiCaprio, già vincitore di un Golden Globe nel 2004 per un'altra pellicola di Scorsese, The Aviator, ha dedicato il premio proprio al regista italo-americano, ricordando l'importanza della sua filmografia nel panorama del cinema moderno; il popolarissimo attore vede quindi rilanciate le proprie quotazioni anche nella corsa all'Oscar. Nella categoria per la miglior commedia dell'anno, vittoria preannunciata con largo anticipo per American Hustle: la pellicola di David O. Russell, a base di truffe, spionaggio e agenti segreti, mette a segno in tutto tre Golden Globe su sette nomination, e per giovedì prossimo si prepara a fare incetta di candidature agli Oscar.

In prima fila per l'Oscar: Cate Blanchett e Matthew McConaughey
L'annuncio di Jim Carrey, che dichiara come miglior attrice di dramma un'elegantissima e affascinante Cate Blanchett, non è che l'ennesima conferma di un successo che, con tutta probabilità, porterà presto la diva australiana a portarsi a casa il suo secondo Oscar. La Blanchett, magistrale nel ruolo di una moglie alto-borghese in grave crisi depressiva dopo il fallimento di suo marito in Blue Jasmine di Woody Allen, ha conquistato il terzo Golden Globe della sua carriera (aveva già vinto nel 1998 per Elizabeth e nel 2007 per Io non sono qui). Assai meno scontato, invece, il nome pronunciato da Jessica Chastain al momento di proclamare il miglior attore di dramma: è Matthew McConaughey, di straziante intensità nella parte di un uomo sieropositivo, Ron Woodroof, impegnato a contrastare la piaga dell'HIV in Dallas Buyers Club. McConaughey, che ha superato la concorrenza di Chiwetel Ejiofor, dopo stanotte appare in prima fila per l'Oscar al miglior attore, con Ejiofor e DiCaprio come diretti inseguitori.

12 anni schiavo e la corsa all'Oscar

Presentatosi ai nastri di partenza con un totale di sette candidature ed il sostegno pressoché unanime della critica, 12 anni schiavo, la pellicola di Steve McQueen sul lungo calvario di un uomo afro-americano nell'America razzista di metà Ottocento, mette a segno un unico trofeo, ma il più importante: quello come miglior film drammatico del 2013, annunciato al termine della serata dall'attore Johnny Depp. Tanto basta, all'opera di McQueen, per confermarsi come il titolo da battere anche per l'imminente edizione degli Academy Award, le cui nomination saranno rese note fra appena tre giorni. Agli Oscar, 12 anni schiavo si troverà a confrontarsi nuovamente con American Hustle e Gravity, usciti entrambi molto rafforzati dalle vittorie di peso riportate questa notte; e un'indicazione significativa sul vero frontrunner di quest'anno arriverà sicuramente con il Directors Guild Award. Per il resto, Cate Blanchett e Jared Leto ribadiscono la propria supremazia nelle rispettive categorie, mentre fra gli attori Matthew McConaughey passa in testa (almeno in attesa degli Screen Actors Guild Award) e Jennifer Lawrence si prepara a un duello all'ultimo voto con l'esordiente Lupita Nyong'o.