Recensione Charlie's Angels - Più che mai (2003)

Quello che traspare dalla pellicola è il profondo senso di divertimento che devono aver provato le attrici, gli attori, il regista ed il resto della troupe nel realizzare quello che non riusciamo a definire un film.

Fuori dagli schemi...

È davvero un film strano questo Charlie's Angels - Più che mai. Per sua natura sfugge ai normali parametri di giudizio che si applicano ai prodotti cinematografici, e per questo può essere ugualmente apprezzato e disprezzato.
Chi vi scrive non aveva affatto amato il primo Charlie's Angels, una pellicola sciapa, piatta ed insignificante, non particolarmente spettacolare, non particolarmente divertente, solo demente in molti suoi aspetti. Ma paradossalmente, l'aver calcato la mano su parecchi dei lati negativi di quel film ha reso questo sequel più gradevole del suo predecessore.
Il fatto è che Charlie's Angels - più che mai decostruisce in maniera radicale la forma film così come viene normalmente intesa, sfruttando la esile, quasi impercettibile linea della trama come mero trait d'union per una serie di scene e vicende esplosive, pirotecniche, surreali.
Tante volte si è detto che i film diretti da un regista di videoclip denunciano questa loro origine nello stile, ma mai ciò è stato vero come in questo caso: McG - autore di video per personaggi come Smashmouth, Sugar Ray, Korn, Wyclef Jean - ha realizzato un film che è il corrispettivo per il grande schermo del flusso ininterrotto che caratterizza la televisione post-moderna, che nelle sue modalità di fruizione è esattamente come MTV. Un film che non chiede allo spettatore l'attenzione costante come requisito fondamentale, ma che è costruito per essere fruito (anche) in maniera discontinua e irregolare, fatto da tanti blocchi separati (virtualmente autosufficienti) che fanno parte di un unicum il cui significato complessivo è minore come importanza della somma delle sue parti.

E così come la televisione postmoderna ed MTV, anche questo Charlie's Angels - Più che mai è un condensato (pur in maniera superficiale e non riflessiva) della cultura pop e metropolitana degli ultimi decenni. Un film che gioca sulle citazioni (televisive, cinematografiche, musicali, videomusicali, pubblicitarie, fumettistiche, videoludiche), ma lo fa in maniera distratta e giocosa, senza intenzioni né ambizioni di alcun tipo, senza voler essere spunto per riflessioni ed analisi: procedendo nel nostro parallelo televisivo, Charlie's Angels - Più che mai è - come abbiamo detto -la MTV più leggera, vuota e disimpegnata, e non certo il Blob di Ghezzi e Giusti.
Si sorride lievemente quindi di fronte alle innumerevoli citazioni del film (a memoria ricordiamo Matrix, The Blues Brothers, I predatori dell'arca perduta, Cape Fear - Il promontorio della paura, Flashdance, ma anche pubblicità e format televisivi di vario genere), ma lo stile e l'impronta del film fanno sì che questi rimandi non trovino una ragion d'essere in una rielaborazione della cultura contemporanea ma solo nel rispecchiare in maniera rapida e distratta quello che è il nostro mondo. E quindi il lieve sorriso di cui prima si spegne subito senza lasciare alcun segno, come non ci fosse mai stato.

In sostanza, che dire di questo film? È difficile dare un giudizio. È stupido? Sì, terribilmente. È divertente? Ammettiamolo, a tratti sì. Quello che traspare infatti dalla pellicola è anche il profondo senso di divertimento che devono aver provato le attrici, gli attori, il regista ed il resto della troupe nel realizzare quello che non riusciamo a definire un film. E ancora, gli Angeli - con l'eccezione di Lucy Liu - sono simpatici ed accattivanti, e Demi Moore è una cattiva affascinante e sinuosa.
Quindi? Quindi se volete vedere Charlie's Angels - Più che mai, spegnete il cervello (ma fatelo davvero) e qualcosa di piacevole ne ricaverete anche. Magari distraendovi durante la visione, guardando le reazioni del vicino, uscendo a fare scorta di pop corn.
Altrimenti il tutto risulterà intollerabile per la sua pochezza e per la discontinuità della sua forma, ma forse soprattutto per il rimpianto relativo al fatto che sul piano concettuale lo schema di McG e compagnia avrebbe potuto essere anche molto interessante se non fosse stato riempito in maniera tanto vacua.