Recensione Post Tenebras Lux (2012)

Post Tenebras Lux chiede molto allo spettatore, non dando niente in cambio: la sua struttura narrativa necessita di uno sforzo per essere compresa, ma allo stesso tempo non stimola a fare quello sforzo.

Frammenti rurali

Nella campagna messicana, la famiglia di Juan va avanti non senza difficoltà. Tra lui e la moglie sembrano esserci incomprensioni ed i due avrebbero bisogno di lavorare sul proprio rapporto, per tornare a farlo funzionare. Un disagio che intravediamo soltanto, perchè la storia della famiglia di Juan è seminascosta tra dilatate sequenze rurali, tra mucche al pascolo, onde del mare e boschi, saune ed accenni sessuali più o meno velati, un diavolo luminescente che si insinua in casa di notte ed una partita di rugby tra inglesi apparentemente fuori contesto.


Questo in sintesi l'ultimo film di Carlos Reygadas, presentato in concorso alla 65ma edizione del Festival di Cannes, dove non è stato ben accolto alla proiezione stampa alla quale abbiamo assistito, per la reazione più netta e negativa di cui siamo testimoni. Una reazione più che comprensibile, perchè il film dell'autore messicano chiede molto allo spettatore, senza dare nulla in cambio: la sua struttura narrativa necessita di uno sforzo per essere compresa, ma allo stesso tempo non stimola a fare quello sforzo. Non c'è pathos, non c'è molto che incuriosisca, i tempi sono dilatati, mancano dialoghi interessanti o situazioni che ci permettano di provare empatia per i personaggi. Nè possiamo essere catturati dall'impatto visivo, perchè anche le sequenze più ricercate e meglio fotografate sono penalizzate da una inspiegabile scelta stilistica.

Post Tenebras Lux è infatti girato in un antiquato formato 4:3, con le porzioni laterali del quadro spesso deformate da un fastidioso effetto prisma, che le caratterizza con fuori fuoco e doppia immagine.
Resta quindi un susseguirsi di scene spesso slegate tra loro, che si trascinano senza saper affascinare, fino ad un ultimo sussulto nel pre-finale, in cui il protagonista si stacca letteralmente la testa dal collo con le mani, per poi restare inerme al suolo, mentre la pioggia si mescola al sangue in pozzanghere dalle quali una mucca berrà soddisfatta.

Movieplayer.it

2.0/5