Cyrus è un film onesto: parola di John C.Reilly

Il simpatico attore approda a Locarno in compagnia di uno dei registi del suo Cyrus, Jay Duplass, per presentare il film in Piazza Grande.

Tenero e divertente, Cyrus conferma il trend positivo del cinema indipendente americano degli ultimi anni. Come per molti altri titoli, anche in questo caso è la fucina del Sundance ad aver lanciato la pellicola nel circuito dei festival, in attesa del banco di prova del box office. Il talento dei due interpreti, John C. Reilly e una radiosa Marisa Tomei, unito a un'indispettita performance di Jonah Hill, che interpreta un bamboccione ventunenne invadente e bramoso dell'affetto materno, e alla regia onesta e prova di fronzoli dei fratelli Duplass, garantiscono l'ottimo risultato di un lavoro libero e onesto, privo di sovrastrutture e svincolato dai gusti del grande cinema commerciale. E onestà è la parola chiave dell'incontro con Jay Duplass, uno dei due registi, e con la star John C. Reilly, ospiti a Locarno per accompagnare la proiezione di Cyrus in Piazza Grande.

Il film parla di un figlio troppo cresciuto che non ha intenzione di abbandonare il nido. In Italia il problema è sentito in modo particolare, visto che i figli restano a casa fino a trent'anni, anche fino a trentacinque, non tanto per ragioni affettive quanto per motivi economici. Come è nata l'idea di creare un personaggio come Cyrus?
Jay Duplass - In realtà il nostro scopo era quello di scrivere una love story cucita su misura su John C. Reilly. La scelta di creare il personaggio di Jonah Hill è stata funzionale alla storia. Cyrus è nato in un secondo tempo, per ostacolare il nostro protagonista nella sua riscoperta dell'amore.
John C. Reilly - Quando sono stato in Italia giravo per le strade e vedevo tutti i giorvani che si baciavano. In spiaggia, sulle panchine, nei parchi. All'inizio pensavo che fosse a causa della bellezza del paese, dall'entusiasmo della gente e dell'atmosfera. Poi ho capito che è perché tutti vivono con i genitori.

Vi sono delle somiglianze tra Cyrus e Fratellastri a 40 anni, commedia da te interpretata nel 2008.

John C. Reilly - Effettivamente è vero. Sono entrambe storie familiari e in entrambi i casi vi sono dei figli che rifiutano di abbandonare le case materne. Per fortuna in Cyrus interpreto un personaggio più maturo. In generale quando creo un personaggio di questo tipo non faccio grandi ricerche ma mi affido al mio istinto. Mentre in Fratellastri a 40 anni mi sono concentrato principalmente sulla dimensione comica, in questo caso ho cercato di guardarmi dentro e di essere completamente sincero, ho scavato a fondo nei miei sentimenti per creare un personaggio vero.

Quale è stato il rapporto sul set con Jonah Hill?
Jay Duplass - Ottimo! La nostra relazione è basata su una comune passione per la pizza. In realtà amiamo molto tutti e due il cinema indipendente. Jonah ha dichiarato più volte che il nostro The Puffy Chair è uno dei suoi film preferiti e la cosa non può che farmi piacere. Abbiamo trascorso del tempo insieme e abbiamo scoperto di lavorare molto bene in team. Jonah mi piace molto perché è orgoglioso del lavoro che fa.

Cyrus è prodotto da Tony e Ridley Scott. Come avete fatto a convincerli? Cosa gli è piaciuto del film?
Jay Duplass - In realtà il gancio con i fratelli Scott è stato il nostro produttore, Michael Costigan, che ha lavorato anche con loro. Per convincerli a occuparsi della produzione esecutiva gli ha fatti credere che era ambientato nello spazio.

Come hai sviluppato il personaggio di John?
John C. Reilly - Con grande libertà. Mia moglie è una produttrice indipendente e conosco bene le difficoltà di questo settore. Penso che la capacità creativa sia fondamentale in film di questo tipo, che lasciano grande spazio all'improvvisazione. Io avuto massima libertà per creare il mio personaggio, anche perché ho contribuito a scrivere il film. Cyrus è stato pensato per me. Se io avessi deciso di non partecipare il progetto non avrebbe visto la luce, ma io volevo fortemente che il film venisse prodotto. Tra l'altro non potevo chiedere di meglio. Cyrus è stato girato vicino a dove vivo e in ordine lineare, dall'inizio alla fine. In genere i registi vogliono il controllo assoluto della storia e non lasciano spazio agli attori, e poi nella maggior parte dei casi sono costretti a girare in modo non lineare per questioni economiche, ma stavolta abbiamo avuto la possibilità di concentrarci unicamente sulla dimensione creativa. Così ho svuotato la mia mente per aprire il mio cuore e concentrarmi sui miei sentimenti e sull'onestà.

Come si pone un regista americano che nutre ambizioni artistiche di fronte al botteghino?

Jay Duplass - Io non mi preoccupo troppo di questo. Io e mio fratello tentiamo di realizzare i migliori film con ciò che abbiamo a disposizione. Il nostro problema è trovare i soldi per fare il prossimo film, ma quando lavoriamo ci concentriamo unicamente sulla materia che trattiamo. Nel caso di Cyrus la Fox Searchlight ci ha permesso di rischiare. Spero che il film guadagni molto, ma è una pellicola costata molto poco perché abbiamo spinto lo studio a lavorare in economia per avere la massima libertà creativa. Iin questo senso la Fox si è dimostrato uno studio coraggioso. Ci sentiremmo in colpa se un nostro film non recuperasse almeno le spese.
John C. Reilly - Negli altri paesi è più difficile produrre un blockbuster, mentre in America il problema principale è economico. Quando fai un film sei pazzo se non ti preoccupi anche del lato economico.

Se dovessi scegliere un film solo tra quelli girati da far vedere ai nipoti per spiegare chi sei per quale opteresti?

John C. Reilly - Alcuni film non li sceglierei, di questo ne sono sicuro. Mio padre è morto vent'anni fa e ho pochissime foto di lui e ancor meno video. I miei figli, invece, avranno molte più cose su di me, ma non saprei proprio scegliere uno solo dei miei film. Ovviamente tengo molto a Cyrus. A questo proposito sono molto onorato di essere qui e del riconoscimento che Locarno mi ha tributato.

Locarno, però, non è glamour come altri festival, come Venezia o Toronto.
John C. Reilly - E' vero. In effetti non lo è. Ma è molto rilassante, è tutto molto bello. Nessun altro festival ti può offrire una piazza gremita con 7000 persone che guardano il tuo film, perciò preferisco Locarno ai circhi della celebrità.