Claudia Cardinale, musa per De Oliveira in Gebo et l'ombre, a Venezia

In mancanza dell'anziano maestro portoghese ci pensano i suoi interpreti, in primis la splendida Claudia Cardinale, a raccontare l'esperienza sul set.

A 104 anni il maestro Manoel De Oliveira torna a trarre ispirazione dal teatro per la sua nuova pellicola, Gebo et l'ombre, che viene presentata oggi in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Il testo teatrale in questione è l'omonima Gebo et l'ombre, pièce del 1923 dello scrittore portoghese Raul Brandao. Il testo, incentrato sul confronto tra povertà e onesta, è una parabola morale claustrofobica in cui, a sprazzi, fa capolino lo sguardo sardonico di De Oliveira. Purtroppo l'anziano maestro non è presente a Venezia, ma a presentare il film ci pensa la diva Claudia Cardinale insieme ai cointerpreti Michael Lonsdale e Luis Miguel Cintra e al produttore Luis Urbano.

Come è nata l'idea del film?
Luis Urbano: Manoel mi aveva proposto questo film e un altro progetto, Il diablo, adattamento dell'opera di uno scrittore brasiliano. Fin dall'inizio Manoel voleva girare il film in francese per ringraziare la Francia di averlo sostenuto all'inizio della sua carriera. Così la pellicola è stata girata in Francia in lingua francese e, in parte, con attori locali.

Potete raccontarci come è stato il vostro rapporto con Manoel de Oliveira sul set? Che indicazioni vi ha dato?
Claudia Cardinale: Questo film è stato fatto in 25 giorni, cosa che non accade mai. E' come una pièce teatrale. Tutti gli attori lavoravano chiusi in una stanza ed è stata un'esperienza incredibile perché questo film parla di povertà. Io interpreto una madre che piange sempre perché attende il ritorno a casa del figlio. Manoel è un regista straordinario, ha un'energia incredibile.

Michael Lonsdale: Manoel è stato magnifico e discreto. Mi ha confessato di dirigere poco gli attori perché crede che loro sappiano cosa fare meglio di lui. Ero eccitato all'idea di lavorare con Claudia e Jeanne Moreau. Il mio è un uomo discreto, pacato e dedito al lavoro. Teme le sofferenze di sua moglie e quindi cerca sempre di proteggerla perchè lei è molto fragile. Il finale del film è molto semplice perché non vuole rivelare grandi verità, ma è una storia molto sensibile.

Luis Miguel Cintra: Io ho lavorato spesso con De Oliveira perciò lo conosco bene. Tra il testo teatrale originale e la sceneggiatura vi è una grande distanza perché il film ha scelto di affrontare più da vicino i temi attuali. E' stato Manoel stesso a confessarmi di sentire la necessità a fare un film sulla povertà. Il suo sguardo è molto più attuale del testo originale. La morale del film è che i soldi fanno talmente parte della vita di oggi da influenzare tutte le persone, indistintamente. Manoel continua a darmi del lei perchè vuole mantenere le distanze per poter vedere gli attori dall'esterno e mi ha confessato che lavorare con un cast così importante è più difficile perché gli attori così bravi apportano molte cose nel film ed è più difficile gestire il tutto.

In un film così cupo, però, a tratti compare un sottile umorismo.
Luis Miguel Cintra: Lo humor è presente in questo film come in tutte le opere di Manuel De Oliveira e poi c'è anche la sua capacità di sfruttare le caratteristiche personali degli attori. Vi è una dimensione espressionista, astratta

Claudia, come è stato lavorare con un regista che ha quasi 104 anni di età?
Claudia Cardinale: Manoel ha un'energia pazzesca. Ha fatto nuoto, è uno sportivo e lavora a ritmi serratissimi. E' il primo film che faccio con lui ed è stata un'esperienza straordinaria anche per l'atmosfera familiare che si è creata sul set. Il fatto di lavorare sempre in un'unica stanza ha creato un'intimità incredibile e la presenza di Ricardo Trepa, nipote di Manoel, ha contribuito a rafforzare questa sensazione.

Come spiegate la magia che si crea sul set di De Oliveira?
Luis Miguel Cintra: Quando noi recitiamo nei film di Manoel non conosciamo gli effetti che avrà sul pubblico, ma abbiamo la consapevolezza di qualcosa di sottile che ci lega insieme. Di un livello interpretativo che non è immediato. Uno dei trucchi che Manoel usa sul set quando filma un dialogo è usare sempre due telecamere in modo da riprendere sempre entrambi i personaggi per cogliere le loro espressioni e per creare ambiguità in modo da ottenere un surplus di senso.