Berlinale 2010: 60 candeline e un fantasma

Un'assenza pesante quella di Roman Polanski all'ultima Berlinale, che sembra prendere posizione nei confronti della vicenda che lo vede protagonista assegnandogli l'Orso d'argento per la regia.

Si chiude l'edizione 2010 del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, scioltasi negli ultimi giorni come la neve che quest'anno ha caratterizzato il background cittadino in cui la manifestazione si è tenuta. Dalla Russia di How I Ended This Summer alla Turchia di Honey, la Berlinale conferma la tendenza a premiare cinematografie ritenute minori, nell'ambito di una Competion che quest'anno si è dimostrata di medio livello, senza veri capolavori, seppur con punte decisamente interessanti come Caterpillar di Wakamatsu, Howl con James Franco ed il documentario Exit Through the Gift Shop del writer Banksy, e pochi momenti di autentico basso livello, tra i quali spicca indubbiamente e tristemente Jud Süß, melodrammone storico sul nazismo firmato dal regista de Le particelle elementari.

Non sono mancate le star, con in prima linea quelle statunistensi, dal cast al servizio di Martin Scorsese in Shutter Island, tra cui Leonardo DiCaprio e Ben Kingsley, a quello de L'uomo nell'ombra, che vanta la presenza di Ewan McGregor e Pierce Brosnan, e la partecipazione di un grande nome europeo come Gerard Depardieu coraggioso a mettersi in gioco in Mammuth. Assenti invece le stelle del discusso The Killer Inside Me di Michael Winterbottom, a riprova delle distanze prese dalla violenza del film, nonostante le smentite del regista in conferenza stampa.
L'Italia è stata rappresentata nelle sezioni parallele da Ferzan Ozpetek e le sue Mine vaganti, il Silvio Soldini di Cosa voglio di più, l'esordio di Aronadio Due vite per caso e quel piccolo gioiello che è La bocca del lupo di Pietro Marcello.
Ma è la presenza de L'uomo nell'ombra, ed il premio al suo regista Roman Polanski, il segnale più forte di questa edizione.
Si è molto parlato della vicenda Polanski, affrontata nel recente passato anche a Cannes con Roman Polanski: Wanted and Desired (sul quale potete approfondire leggendo la nostra recensione), con posizioni a favore o contro il popolare regista polacco, la cui assenza a Berlino è risultata più evidente ed eloquente della presenza di tanti altri ospiti del Festival.
L'orso d'argento assegnatogli per la regia, visto a posteriori, fa valutare la presenza de L'uomo nell'ombra nella Competition berlinese come una dichiarazione d'intenti; inserirlo direttamente in concorso e non out of competion come naturalmente fatto con l'altra grande firma presente, quella di Scorsese, è un segnale importante.
L'Oscar per Il pianista ed ora questo nuovo riconoscimento, entrambi ricevuti in absentia, sono l'ennesima prova di una carriera da sempre irrimediabilmente segnata dai problemi giudiziari del regista. Una vicenda scomoda sulla quale ognuno nell'ambiente cinematografico e non solo ha una opinione e sulla quale la Berlinale, con questo premio, sembra aver voluto esprimere la sua.