Anteprima Pacific Rim: 12 minuti di nostalgico avvenirismo

In attesa del blockbuster diretto da Guillermo Del Toro, abbiamo potuto vedere un breve montaggio di sequenze da esso estrapolate: una selezione che mostra la potenza visiva del film, nonché il suo riferirsi a una memoria (cinefila e televisiva) comune a un'intera generazione.

E' poco più di un trailer lungo, la selezione di sequenze che abbiamo potuto vedere dall'imminente blockbuster Pacific Rim di Guillermo Del Toro; abbastanza, comunque, per farci vibrare di anticipazione e rendere più spasmodica l'attesa per l'uscita in sala. Specie per dei figli (quali siamo) della tradizione che il film vuole omaggiare, questo ritaglio di sequenze parla alla memoria e all'aspetto più ludico del nostro approccio alle immagini: la pellicola appare infatti debitrice, in parti uguali, al filone dei kaiju eiga (i film nipponici di mostri portati alla ribalta da Godzilla) e a quell'animazione giapponese che ebbe in Go Nagai il suo padre fondatore, arrivata sui nostri teleschermi, a partire da fine anni '70, coi vari Goldrake, Mazinga e Jeeg. Il film narra di un'invasione di creature mostruose, i Kaiju, arrivate attraverso un portale interdimensionale sito sul fondo dell'Oceano Pacifico: nessuna arma terrestre sembra adeguata a sconfiggere un tale nemico, finché non vengono ideati dei prototipi di robot giganteschi, gli Jaegers, comandati da coppie di piloti collegati alla macchina da una rete neurale. Gli stessi Jaegers, tuttavia, sembrano col tempo rivelarsi inutili in una guerra che si fa sempre più impari; la forza multinazionale, come ultima spiaggia, si affida alla più improbabile delle coppie, formata da un ex pilota e una recluta inesperta, che dovrà comandare un possente ma apparentemente obsoleto Jaeger, provato nei primi test sulle creature meccaniche e subito abbandonato.

L'essenzialità, evidentemente voluta, del plot di base, non toglie nulla alla potenza visiva, persino alla magniloquenza, di ciò che abbiamo potuto vedere. I dodici minuti mostratici (aperti da un'introduzione dello stesso Del Toro) si compongono di quella che sarà presumibilmente l'apertura del film, con una ricognizione sulla nascita della minaccia, sui notiziari che ne annunciano l'arrivo, e sulla costituzione della forza internazionale che dovrà fronteggiarla; di una breve sequenza in cui un pescatore e suo e figlio, su una spiaggia innevata, assistono all'arrivo dal mare, e alla caduta, di un gigantesco Jaeger, con alla guida un pilota ferito; dell'addestramento dei due protagonisti (gli attori Charlie Hunnam e Rinko Kikuchi) alla guida del gigante meccanico, con la perdita di controllo da parte della seconda, che si fa vincere da un ricordo che la vede, bambina, testimone della distruzione della sua città; infine, di una lunga sequenza di battaglia, in cui vediamo il gigantesco essere d'acciaio affrontare un altrettanto imponente nemico, con un apocalittico profluvio di esplosioni, armi in grado di sterminare un esercito, nonché strade ed edifici distrutti. In tutto ciò, al di là dell'ovvia spettacolarità e profusione di curatissimi effetti visivi (opera della sinergia tra la Industrial Light & Magic e la Legacy Effects) incuriosisce la prevista resa della conversione in 3D: il regista, infatti, ha dato il suo assenso a tale operazione dopo essersene dichiarato inizialmente contrario, scettico sull'effetto della stereoscopia nella ripresa di oggetti di grandi dimensioni. I passi da gigante fatti dalle stesse tecniche di conversione (il recente Into Darkness - Star Trek lo dimostra) fanno sì che si possa sperare (cosa impensabile fino a poco tempo fa) in un valore aggiunto per il film.
Considerata la limitatezza (quantitativa) del materiale mostratoci, e la sua concentrazione sulle sequenze visivamente più d'effetto, non è possibile qui fare considerazioni sull'aspetto narrativo del film. Il fatto che la stesura iniziale dello script sia opera di quel Travis Beacham che fu autore della (non esaltante) versione 2010 di Scontro tra titani, provoca comunque qualche apprensione; ma Del Toro ha già dimostrato, in più di un'occasione, di saper imprimere il suo marchio e il suo estro anche su soggetti poco esaltanti, trasformandoli e in parte rigenerandoli narrativamente. Lo stesso accenno, visto qui, a una componente "psicologica" che si ripercuote sull'azione dei piloti, e sulla loro capacità di dominio del mezzo, apre possibilità interessanti nello sviluppo della trama; su come queste siano poi state sfruttate dal film, attualmente non ci è possibile fare congetture. Certo, un punto va comunque tenuto fermo: un'operazione come questa va letta innanzitutto come un divertissment di serie A, un blockbuster dall'anima ludica che getta un occhio al passato, e alla memoria di una generazione (coi due filoni a cui abbiamo accennato) e uno a un presente in continua, e tumultuosa, evoluzione. Già queste caratteristiche, unite al nome del regista, bastano per suscitare la nostra curiosità; e forse anche di più. Le immagini viste, non lo nascondiamo, aumentano non di poco l'attesa: per chi la condivida, l'appuntamento è quindi per l'11 luglio, data in cui l'epico scontro tra Jaegers e Kaiju sbarcherà nelle nostre sale.