Recensione Sex Movie in 4D (2008)

Le battute a sfondo sessuale si sprecano, i momenti espliciti ridicolizzano le allusioni, ma c'è tempo anche per mettere in circolo i sentimenti, attorno a una storia d'amore che stenta a rivelarsi e a un'altra che esplode per caso e "guarisce" dalla frivolezza.

18 anni vergine

Il filone 'ragazzi impacciati alla ricerca del primo piacere sessuale' si arricchisce di un nuovo capitolo. A fare ancora commedia di questa corsa contro il tempo per appagare per la prima volta la propria libidine è stavolta Sex Movie in 4D, spassoso e volgarotto manifesto adolescenziale che si dibatte tra gli istinti sessuali che rendono particolarmente duro il risveglio al mattino e i sentimenti più profondi che spesso complicano le cose. A differenza degli altri titoli di genere, visti in abbondanza e archiviati in fretta nel recente passato, in questo caso la sostanza si fa più consistente: il film è infatti tratto da un romanzo, All the Way di Andy Behrens, tradotto in maniera pimpante per il grande schermo da John Morris e dallo stesso regista, Sean Anders.

Protagonista di Sex Movie è Ian, un anonimo diciottenne che trova su internet la ragazza dei suoi sogni, una sventola bionda e procace pronta a offrirsi senza remore ad ogni suo desiderio. A dividerli, gli 800 chilometri che separano Chicago da Knoxville, un viaggio che il ragazzo decide di intraprendere a bordo della Pontiac GTO del fratello Rex (un omofobico James Marsden tutto grugniti e attitudine idiota) insieme all'amico Lance, un ragazzotto dall'inspiegabile fascino e sciupafemmine impenitente, e la migliore amica Felicia, l'esempio più tipico dell'amore a portata di mano senza che ce ne si renda conto. La strada verso la soddisfazione dei propri impulsi non può però che essere lunga e tortuosa, costellata di ostacoli da superare, bizzarre situazioni da vivere, ulteriori frustrazioni con le quali scontrarsi. E come ogni viaggio che si rispetti, anche quello di Sex Movie rappresenta un percorso di crescita che modificherà gli obiettivi e farà scoprire valori più importanti dei pruriti sessuali.

Per godere davvero di un simile film bisogna accettare la sua sfumatura demenziale, prendere coscienza che la vita dei giovani è dominata dalla ricerca del sesso e che nei rapporti interpersonali spesso le mosse sono dettate dalle pulsioni sotto la cintola. Tenute fuori gioco le aspettative che sotto la superficie si nasconda qualche riflessione più profonda, Sex Movie risulta piuttosto godibile e neppure troppo sciocco. Le battute a sfondo sessuale si sprecano, i momenti espliciti ridicolizzano le allusioni, ma c'è tempo anche per mettere in circolo i sentimenti, attorno a una storia d'amore che stenta a rivelarsi e a un'altra che esplode per caso e "guarisce" dalla frivolezza. In fondo, il film di Sean Anders mantiene ciò che promette: risate in buona quantità attorno a un argomento che solletica da sempre l'interesse dello spettatore comune. I tre giovani protagonisti, Josh Zuckerman, Amanda Crew e Clark Duke, onorano il compito con performance convincenti incasellate nello stereotipo che rappresentano, mentre attorno a loro una serie di figure più strambe vanno animando il film con verve. Un buon modo per trascorrere con spensieratezza una serata di questa torrida estate.