Lukas Moodysson alle Giornate del Cinema Europeo

Retrospettiva completa sull'interessante regista svedese. Tra i film proiettati anche il bellissimo Hunger, il film collettivo Deutschland 09 e il ritorno in patria di Jean-Claude Van Damme con JCVD.

Sarà la retrospettiva completa del regista, sceneggiatore e scrittore svedese Lukas Moodysson l'omaggio cinematografico internazionale della seconda edizione delle Giornate del Cinema Europeo che si terranno a Firenze dal 17 al 27 settembre presso il Cinema Stensen, Cinema Odeon, Istituto Universitario Europeo, Palazzo Vecchio, Deutsches Institut e Cinema Grotta di Sesto Fiorentino. La manifestazione presenterà 30 film europei con anteprime italiane oltre a tavole rotonde e ospiti internazionali. La kermesse è promossa dal Comune di Firenze, Ufficio Europe Direct - rappresentanza della Commissione Europea presso Palazzo Vecchio e dalla Fondazione Niels Stensen di Firenze. Il Comitato promotore della manifestazione raccoglie la Mediateca Regionale Toscana Film Commission, Controradio, il gruppo Bassilichi spa (main sponsor) e Gruppo Var&Sesa.

Al prezzo di 5 euro (costo dell'accredito per undici giorni di cinema) il Festival conferma Orizzonti Europei, la selezione non competitiva internazionale al cui interno verranno presentati lungometraggi, fiction e documentari, come osservatorio sulle tematiche economiche, politiche e delle istanze socio-culturali che coinvolgono l'intero continente europeo; la sezione Ritorno a Firenze sarà dedicata al regista svedese Lukas Moodysson omaggiato con la retrospettiva completa. La novità di quest'anno è la sezione Berlino 20 anni dopo, il focus dedicato alla città di Berlino a vent'anni dalla caduta del muro che si inserisce in una serie d'iniziative più ampie promosse da Regione Toscana, Festival dei Popoli, Università di Firenze, Fondazione Stensen, Museo Pecci, Goethe Institut di Roma e Mediateca Regionale Toscana Film Commission.

L'inaugurazione del Festival (17 settembre presso il Cinema Odeon, ore 21.00) sarà affidata all'anteprima italiana del film collettivo Deutschland 09: tredici episodi fra cinema e documentario che raccontano lo stato della Germania a 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, a 40 anni dalle rivolte giovanili del 1968, a 30 anni da "Germanie in autunno" del 1977 e a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino. I registi del mosaico cinematografico sono Fatih Akin, Tom Tykwer, Wolfgang Becker, Sylke Enders, Dominik Graf, Romuald Karmakar, Nicolette Krebitz, Isabelle Stever, Hans Steinbichler, Hans Weingartner, Christoph Hochhäusler, Dani Levy e Angela Schanelec. L'opera racconta tante piccole storie che si focalizzano sulla miriade di problemi quotidiani che assillano i cittadini tedeschi: una giornalista in carriera perde il suo autocontrollo accusando della sparizione del suo portafoglio un ragazzo sul quale è facile avere sospetti; un business-man che viaggia per lavoro, trova in ogni parte del mondo i suoi punti fermi, come l'hostess sull'aereo sempre sorridente, la bevanda preferita a base di succo di pomodoro, l'acqua S. Pellegrino intatta sul comodino. Non mancano neanche i riferimenti a eventi politici più specifici come il caso di Murat Kurnaz tenuto prigioniero a Guantánamo per cinque anni, oppure la vicenda di un professore universitario arrestato ingiustamente come terrorista. La pellicola è stata presentata al Festival internazionale del Cinema di Berlino 2009 nella sezione Fuori Concorso. Interverranno Dario Nardella (Vicesindaco del Comune di Firenze) e gli organizzatori del Festival. Prima della proiezione del film verrà proiettato il cortometraggio Talk di Lukas Moodysson come assaggio della retrospettiva completa a lui dedicata.

Le Sezioni (Orizzonti Europei, Berlino vent'anni dopo, Ritorno a Firenze)

Nella sezione Orizzonti Europei spunta l'anteprima italiana di Falco di Thomas Roth sull'avvincente parabola del cantante e musicista austriaco Hans Hölzel, meglio conosciuto con il nome d'arte "Falco", che conquista giovanissimo la fama internazionale. Droga e alcol diventano indispensabili per affrontare il peso del successo e lo stordimento continuo porta il cantante ad allontanarsi dalla vita reale e a costruire la sua rovina. Due le opere italiane selezionate. Rata Nece Biti di Daniele Gaglianone, vincitore del David di Donatello 2009 per il miglior documentario, è un reportage duro e commovente a 18 anni dalla guerra che ha insanguinato i Balcani e che ha cambiato per sempre una parte dell'Europa. Altro lavoro italiano presente al Festival è il documentario di Costanza Quatriglio sull'artista Nada Malanima, nota più semplicemente come Nada, cantante e scrittrice toscana: la pellicola - dal titolo Il mio cuore umano, presentata al Festival di Locarno 2009 - è un racconto intimo e delicato sulla cantante che attraverso documenti storici - anche dell'archivio Rai - ripercorre la propria storia e quella della canzone italiana. Nada e la regista Costanza Quatriglio saranno presenti al Festival per incontrare il pubblico.

Il viaggio cinematografico si sposta sulle isole britanniche: Hunger, opera prima dell'artista Steve McQueen, che rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale d'arte contemporanea di quest'anno, ripercorre le ultime sei settimane di Bobby Sands, l'eroe più amato e citato dell'irredentismo nordirlandese. Somers Town, invece, è l'ultimo film del regista Shane Meadows (evento in collaborazione con Lucca Film Festival), girato in bianco e nero, racconta la storia di due giovani che s'incontrano in una Londra malinconica uniti dall'amicizia e dall'amore per la stessa ragazza. Tra biopic e mockumentary sarà omaggiato Jean Claude Van Damme con il film JCVD, ritorno nel natio Belgio dove tra una rapina alla posta e qualche problema familiare di troppo la star farà i conti, con molta autoironia, con la propria vita. Sempre nella zona fiamminga La Merditude des Choses di Félix van Groeningen narra la storia del piccolo Gunther, cresciuto da una nonna affettuosa con un padre alcolizzato e tre zii attaccabrighe e incorreggibili in un paese miserrimo della provincia fiamminga. Presentato a Cannes 2009, è diventato un caso che ha incuriosito stampa e pubblico non solo per il titolo, ma anche per il manifesto del film che ritrae quattro uomini nudi, di spalle, in bicicletta (nel film uno degli hobbies degli amici di Gunther). Infine omaggio al grande regista Andrzej Waida: verrà proiettato il discusso Katyn - sul massacro di 20.000 ufficiali e soldati polacchi per ordine di Stalin (durante la 2° guerra mondiale) - e il commovente dietro le quinte Andrzej Wajda: Let's shoot!, un documentario che ripercorre il lavoro sul set di Katyn, i dubbi, la concentrazione e la commozione del regista stesso in uno dei suoi film più personali.

Nella sezione Berlino vent'anni dopo 7 anteprima italiana di In Berlin di Michael Ballhaus, un documentario sulla Berlino degli architetti, degli attori, dei dj, dei rapper, dei fotografi e dei registi. Pellicole rare sono le due proiezioni Sinfonia di una grande città di Walter Ruttmann del 1927 e, il remake a 75 anni di distanza, Berlin Symphony di Thomas Schadt del 2002. Due film-sinfonia di puro montaggio nel primo sulla vita quotidiana di una metropoli ricca di storia ma lanciata nel futuro della tecnologia e delle macchine, nel secondo un affresco contemporaneo sulla grande capitale all'inizio del XXI secolo (entrambi solo musicati).

Ritorno a Firenze è la sezione dedicata al regista svedese Lukas Moodysson che verrà onorato dalla retrospettiva completa (9 i titoli e prima in Italia) e sarà presente a Firenze a conclusione del Festival per la prima italiana del suo ultimo film, Mammoth con Gael Garcia Bernal e Michelle Williams. La retrospettiva è un'occasione imperdibile per scoprire anche le pellicole meno note e più radicali di un regista che in soli dieci anni, dopo il fortunato esordio di Fuking Amal (1998), ha saputo imporsi alla ribalda del cinema mondiale. La carriera di Moodysson apparirà così in tutta la sua complessità come il percorso di un autore che non si accontenta mai del proprio lavoro e che di film in film ha portato avanti un discorso coerente e coraggioso sui temi dell'identità personale e del condizionamento sociale nella contemporaneità.