Roma 2008, il Festival della contaminazione che sfata i luoghi comuni

Con la terza edizione della kermesse capitolina si cambia musica: via le star hollywoodiane per privilegiare la produzione nazionale e i cast europei. La manifestazione, diretta per la prima volta da Gian Luigi Rondi, scommette quindi su nuovi autori e titoli sui generis per superare le polemiche degli scorsi mesi.

Tocca a Piero Marrazzo, Presidente della Regione Lazio, inaugurare la conferenza stampa di presentazione del Festival Internazionale del Film di Roma 2008. Nell'elegante cornice della Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica, che ospiterà la manifestazione dal 22 al 31 ottobre, Marrazzo ha espresso la grande soddisfazione da parte delle istituzioni per il lavoro svolto fin qua dagli organizzatori del festival. "Abbiamo lavorato perché tutti loro avessero piena libertà e autonomia - spiega Marrazzo - Le polemiche potevano fermare questa manifestazione, ma una rottura istituzionale avrebbe fatto male a quel grande mondo di donne e di uomini che vivono di creatività e professionalità. La messa in crisi di un sistema può creare una crisi economica di grande portata. Il cinema è a Roma ed è giusto che Roma abbia il suo festival. Con Gian Luigi Rondi difendiamo la libertà di qualcosa che viene da lontano, che non è patrimonio delle istituzioni. La festa del cinema è patrimonio della città e non deve cambiare quello spirito e quella grande capacità di far pensare in grande questa manifestazione. Bisogna quindi garantire che questa festa continui a essere 'bella'. Non credo a spazi alternativi a quello dell'Auditorium, perché spostare il festival da qui significherebbe indebolire quell'albero che abbiamo piantato e che deve continuare a germogliare". Anche Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma, interviene a dichiarare la propria "fiducia incondizionata" nei confronti del presidente Rondi e degli organizzatori, e tiene a precisare che "dopo aver creduto e supportato questo progetto, ora il nostro posto è tra il pubblico".

Dopo mesi di polemiche, confronti infuocati sul futuro della manifestazione e auspici di forti cambiamenti nell'organizzazione dell'impianto festivaliero, il nuovo Festival di Roma riparte quindi da qui, dall'illustrazione del lavoro svolto in questi mesi dagli organizzatori che hanno preparato un programma che non può certo essere considerato di gran richiamo, ma che nelle intenzioni tende a privilegiare nuovi autori e interpreti e quindi possibili belle scoperte. "Avevamo chiesto al Festival di Roma continuità e trasformazione - dichiara Gianni Alemanno, sindaco di Roma - quindi prendere tutto quello che c'era di positivo delle passate edizioni e operare gli aggiustamenti necessari per questa importante occasione. Ci attendiamo non solo l'evento e la capacità di attrarre interesse culturale ed economico, ma anche la possibilità che tale evento compia un radicamento vero nella città, ma anche nel tessuto culturale nazionale. Vogliamo agire in uno spirito di complementarietà con altri eventi nazionali, ma rivendichiamo una centralità perché Roma per la sua tradizione, per Cinecittà e per tutte le sue proposte culturali è il cinema, e perciò il luogo migliore per celebrarlo. Bisogna raccogliere la grande tradizione andando a valorizzare tutto quello che il cinema italiano sta realizzando negli ultimi tempi. La città di Roma si sta presentando all'evento per offrire il suo volto migliore, perché la sua bellezza e il suo fascino ne fanno il luogo ideale per una manifestazione del genere". Grandi aspettative quindi verso questa nuova creatura che in molti vogliono già morta, ma che alcuni stanno faticando per far crescere e migliorare. Tra questi naturalmente il nuovo presidente Gian Luigi Rondi che tiene a ricordare ancora una volta di essere per questa edizione "solo un passeggero che ha preso un treno in corsa", ma che dichiara grande fiducia nel lavoro effettuato in questi mesi dai selezionatori. "E' la prima volta in vita mia che dirigo un festival senza aver visto un solo film - rivela Rondi - perché questo è un compito che tocca ai selezionatori. Da parte mia, ho chiesto che ci fosse una sola selezione ufficiale, sebbene composta da due sezioni distinte. Da una parte abbiamo la sezione Anteprima che offre grandi film e grandi interpretazioni per rimarcare il lavoro degli attori e delle attrici; dall'altra c'è Cinema 2008, la sezione competitiva, che riguarda autori noti, importanti, ma anche autori nuovi che è giusto scoprire".
E' stato quindi svelato oggi il programma ufficiale delle sezioni principali, dopo che una settimana fa era stato presentato quello relativo a L'altro cinema e Occhio sul mondo. "Quest'anno abbiamo operato piccole trasgressioni per rompere parecchi luoghi comuni - esordisce Piera Detassis che del festival è coordinatrice e curatrice della sezione Anteprima - Innanzitutto, c'è la credenza generale che non si debba aprire un festival con un film italiano, ma noi l'abbiamo voluto fare. Ci sono ben 21 film italiani sparsi nelle varie sezioni. Iniziamo il festival con il film bello e importante di Maria Sole Tognazzi, L'uomo che ama, in cui, probabilmente per la prima volta, si mostra un uomo che soffre per amore, un tema che ritroveremo in molti film. Sono tanti infatti i titoli con protagoniste donne dominanti che vincono sopra l'uomo. Tra gli altri film italiani che vedremo, grande attenzione andrà riservata a opere come I galantuomini di Edoardo Winspeare, in cui il tema romantico si mescola al tema civile, più impegnato; Parlami di me, l'esordio di Brando De Sica, figlio di Christian, il quale interpreta questo assolo in forma di musical, che riprende uno spettacolo scritto da Maurizio Costanzo e Enrico Vaime; mentre fuori concorso troveremo Si può fare di Giulio Manfredonia, un film che ruota attorno alla malattia mentale. Ci saranno poi ancora L'ultimo Pulcinella, Il Sangue dei vinti con relativo dibattito sul tema controverso di cui si sta facendo un gran parlare negli ultimi giorni e Aspettando il sole". Sono quindi ben cinque i film italiani in competizione, più una coproduzione Francia-Polonia-Italia che vede alla regia Giacomo Battiato, autore del thriller Resolution 819. Oltre ai film di De Sica, Tognazzi e Winspeare, si batteranno per la conquista del Marc'Aurelio d'oro anche Matteo Rovere con Un gioco da ragazze, una storia di bullismo tutta al femminile e Daniele Vicari con Il passato è una terra straniera tratto dal romanzo omonimo di Gianrico Carofiglio.
Si conferma perciò una netta virata del festival di Rondi verso la produzione italiana, anche se il diretto interessato tiene a precisare che "la mia missione è stata da sempre il cinema italiano e sapere che erano stati selezionati questi film mi ha molto rallegrato, ma non c'è mai stata un'idea dell'italianità del festival. Semplicemente, se si sono trovati film italiani di maggior interesse rispetto ad altri, i direttori li hanno scelti autonomamente. Un presidente deve essere al di sopra delle parti e distaccato rispetto a certe scelte. Non c'è mai stata nessuna interferenza nel lavoro dei selezionatori da parte mia, neanche dal punto di vista morale o di persuasione". Piera Detassis sottolinea come per la sezione Anteprima da lei curata sia stata "rispettata la quota italiana della scorsa edizione, alla quale è stato aggiunto un solo titolo fuori concorso. Quest'anno c'è stata un'offerta maggiore di prodotti interessanti rispetto agli altri anni e il segnale più forte che dà il festival è l'apertura affidata a un film italiano, che tra l'altro è un'opera seconda di una donna. Sicuramente siamo stati attenti anche agli incroci, seguendo il consiglio di Rondi di celebrare le famiglie italiane, ma abbiamo scelto tutti i titoli secondo un criterio qualitativo ben preciso". Le parole della Detassis sono confortate dalle dichiarazioni di Teresa Cavina, curatrice insieme a Giorgio Gosetti della sezione Cinema 2008, secondo la quale "il Festival di Roma non significa solo proiettare film, ma anche fornire altre occasioni, opportunità professionali per gli operatori del settore. Volevamo che l'attenzione dei produttori stranieri fosse maggiore per il cinema italiano. Pensare di aumentare i film italiani senza essere severi sulla qualità non avrebbe però fatto bene al cinema italiano, perciò abbiamo voluto mettere in evidenza solo titoli di alta qualità da una parte, mentre dall'altra volevamo aiutare l'industria italiana ad aprirsi verso l'estero".
"Un altro luogo comune che volevamo abbattere - prosegue la Detassis nella sua illustrazione del programma relativo alla sezione Anteprima - era quello che in genere non si mettono nei festival troppe commedie. Ebbene, noi abbiamo voluto esagerare, cercando di offrire quel gusto irresistibile del cinema attraverso quattro commedie. Si tratta di Easy Virtue di Stephan Elliott, con Jessica Biel, Colin Firth e Kristin Scott Thomas, una commedia brillante all'inglese; il già citato Si può fare, che è invece una commedia su un tema difficile; Le plaisir de chanter di Ilan Duran Cohen, una black comedy dell'assurdo; e infine Serce na Dloni, diretto da Krzysztof Zanussi che costruisce una sorprendente commedia morale". Quello di quest'anno si va configurando quindi come un festival sui generis e sui generi, tanto è vero che, continua la Detassis, "un altro luogo comune da demolire è il fatto che in un festival vadano privilegiati i film d'autore. Noi proviamo a declinare invece i generi in film d'autore. Avremo perciò la commedia noir RocknRolla di Guy Ritchie, il western atipico Appaloosa di Ed Harris, il poliziesco Pride and Glory - Il prezzo dell'onore e il fantasy di Twilight". E proprio il film di Catherine Hardwicke, tratto dal primo dei romanzi-culto di Stephenie Meyer e ambientato in un mondo di vampiri teenager e vegetariani, sarà uno degli eventi che catturerà certamente l'attenzione del pubblico giovane. Del film però saranno presentati in anteprima mondiale solo 15 minuti più il backstage. L'evento comprenderà l'incontro con il pubblico da parte della regista e dei protagonisti, gli attori Kristen Stewart e Robert Pattinson, e sarà inoltre corredato dalla lettura di alcuni brani in anteprima del nuovo libro della Meyer dedicato a questa saga tanto amata dai ragazzi. Altro film che sarà sicuramente amatissimo dai più giovani è High School Musical 3, la cui presenza alla kermesse capitolina era stata già data per certa nelle scorse settimane. Come Twilight, anche il film diretto da Kenny Ortega sarà presentato nella sezione Alice nella città in collaborazione con Anteprima. Al film sarà riservata un'accoglienza in grande stile organizzata dalla Disney, ma un pizzico di delusione, siamo certi, sorgerà negli animi degli affezionati della saga alla notizia che il loro idolo, Zac Efron, non ha al momento confermato la sua presenza al festival. Ad accompagnare il film ci saranno invece il regista e gli attori Corbin Bleu e Vanessa Anne Hudgens. Altro motivo che terrà i fan in apprensione è la data unica in cui sarà proiettato il film: l'appuntamento è infatti per domenica 26 ottobre alle 17 alla Sala Santa Cecilia dell'Auditorium. L'unica replica del film sarà effettuata il 31 ottobre, proprio la data in cui il film sbarcherà in tutte le sale del territorio nazionale.
Oltre al musical con protagonista nuovamente Troy Bolton e la sua classe di amici all'ultimo anno di scuola, la musica fa da filo conduttore di altre pellicole ed eventi relativi al festival. "Abbiamo scelto di contaminare il festival con incontri e break musicali - rivela la direttrice di Ciak - Tra questi eventi rientra anche l'omaggio a Viggo Mortensen, che il pubblico potrà conoscere subito dopo la proiezione del film Appaloosa di cui è interprete. Oltre ad essere attore, Mortensen è anche scrittore, fotografo e musicista, una personalità quasi rinascimentale, e durante l'incontro verrano suonate musiche da lui composte e lette poesie da lui scritte. Ci sarà poi l'intervento durante il festival di Carmen Consoli che ha scritto la colonna sonora de L'uomo che ama e suonerà due pezzi prima della proiezione del film. C'è inoltre Silvio Orlando che farà debuttare proprio al festival la sua band formata da 15 attori italiani: si chiamano SNAP BAND che sta per Senza Nulla A Pretendere Band e suoneranno per 15 minuti prima di Parlami di me, film scelto dallo stesso Orlando perché giudicato un accostamento interessante di due generi attoriali diversi". Tanti quindi gli incontri che faranno dialogare il pubblico con chi il cinema lo fa, "un modo di ribadire che i festival - spiega la Detassis - sono un media caldo, possono cioè intrattenere un rapporto caldo col pubblico". E sulle grandi star internazionali, riguardo alle quali si era giocata molta della polemica pre-festival, la coordinatrice del festival fa sapere che quello del troppo glamour è un altro dei luoghi comuni che si è provveduti a sfatare: "Quest'anno approfittiamo di un momento di stanca del cinema americano per proporre cast europei, come quelli tedeschi o inglesi, che presentano i migliori attori della loro generazione, alcuni già star affermate, altri nomi nuovi da scoprire. Per noi il ruolo dell'attore resta essenziale". Nelle scorse edizioni si è criticata soprattutto la scarsa attenzione riservata alla selezione dei film in concorso, con uno sbilanciamento netto a favore delle Premiere (ora Anteprime) che con cast di grande richiamo condannavano inevitabilmente i film dei nomi sconosciuti presenti in competizione ad un disinteresse generale, da parte cioè di pubblico e critica. Nonostante le dichiarazioni di questi mesi di Rondi, che intendeva fare del suo festival una manifestazione più popolare rispetto a quella "d'arte" della Mostra di Venezia, anche quest'anno la sezione competitiva, a parte poche eccezioni, non propone di certo un cartellone particolarmente allettante.
"Cinema 2008 è composto in questa edizione da 15 film in concorso - spiega Teresa Cavina, curatrice della sezione - di cui 9 in anteprima mondiale e i restanti in anteprima internazionale per un totale di 18 paesi che faranno capolino alla kermesse. Tra questi ci sono scoperte dovute anche alla giovane età: abbiamo infatti due opere prime e tre opere seconde. La sezione apre con un film importante, Eight, che nasce dall'impegno civile di otto grandi registi che hanno deciso di sostenere la campagna delle Nazioni Unite, lanciata nel settembre del 2000, per il miglioramento della vita della popolazione mondiale. Ciascuna delle otto opere che compongono il film prende in considerazione uno degli otto obiettivi fissati dalle Nazioni Uniti per migliorare il mondo e ridurre la povertà". Il fil rouge che tiene insieme buona parte dei film selezionati per Cinema 2008 sembra comunque essere un'immagine potente della donna: "Abbiamo tanti formidabili ritratti di donne - prosegue la Cavina - che non sono bene e non sono male, sono semplicemente la vita". Per alcuni dei film in concorso, Teresa Cavina tende a spendere qualche parola in più, a partire da quelli italiani: "Tra i film in concorso abbiamo l'ottimo esordio di Matteo Rovere con Un gioco da ragazzi e il piacere di accogliere Daniele Vicari con Il passato è una terra straniera, un film straordinario che ci riporta ai temi che hanno fatto scoprire Vicari in Velocità Massima, arricchiti con riflessioni sul bene e sul male e sulle scelte che segnano una vita che abbiamo visto ne L'orizzonte degli eventi. C'è poi un titolo che batte bandiera polacca, ma è stato girato da un regista italiano, cioè Resolution 819 di Giacomo Battiato, un film importante sul processo a Karadzic e Mladic, autori di efferati crimini contro l'umanità perpetrati durante la guerra nei Balcani, un tema quanto mai di attualità vista la cattura di Karadzic avvenuta lo scorso luglio". Accanto ai film italiani torna poi un tema sempre caro ai film che compongono il cartellone di un festival, la guerra: "Tra questi spicca Opium War - rivela la Cavina - una attenta riflessione sulla guerra ad opera di un regista afgano. Altra guerra forse più amara che dilania uno stato è quella raccontata dal film Shattenwelt della tedesca Connie Walter, che riflette sugli effetti, sulle ferite che ancora sopravvivono nell'animo dei tedeschi provocate dal terrorismo degli anni Settanta". La chiusura del festival, all'interno di Cinema 2008, è invece dedicata a Tsui Hark con la proiezione del suo nuovo lavoro, Sam Hoy Tsam Yan, che la Cavina definisce "uno stravagante e intensissimo horror sentimentale, con un romanticismo battagliero che abbraccia il melò".
Oltre ai film già citati, alcuni dei titoli più attesi sono certamente La duchessa, film biografico su Lady Georgiana Spencer, interpretato da Keira Knightley; La banda Baader Meinhof di Uli Edel sugli attacchi di matrice terrorista nella Germania degli anni '70 (un film che fotografa quell'evento di cui si analizzano le conseguenze nel già citato Shattenwelt) interpretato dai migliori attori dell'attuale cinema tedesco; e The Garden of Eden di John Irvin, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway e interpretato, tra gli altri, da Mena Suvari, Caterina Murino, Carmen Maura e Matthew Modine. Accanto alla selezione ufficiale e alle proiezioni speciali, trova posto anche Alice nella città, la sezione dedicata al cinema per ragazzi che quest'anno intende però sganciarsi da modelli e schemi di genere per tentare nuove strade, andare oltre la rappresentazione convenzionale del film per ragazzi. "Abbiamo cercato titoli che rappresentassero un momento della vita di tutti noi - dichiara Gianluca Giannelli Savastano, curatore della sezione - Si tratta di una scommessa, ma siamo confortati dal fatto di aver scelto film straordinari che riescono a sposare in pieno la nostra proposta culturale. L'obiettivo che ci siamo posti era quello di offrire ai film di Alice la stessa visibilità delle altre sezioni". Torna anche nella selezione di Alice il tema della donna e in particolare nell'italiano La siciliana ribelle, diretto da Marco Amenta: "E' una storia vera - commenta Giannelli - con una grande interpretazione di Veronica D'Agostino intorno alla quale c'è quella, non meno importante, di Gérard Jugnot che interpreta il giudice Paolo Borsellino. La sorella di Borsellino ha già dato la sua disponibilità a un incontro con i ragazzi". Tra i film della sezione grandi aspettative sono riservate all'anteprima mondiale di LOL, una sorta di "Tempo delle mele trent'anni dopo" con Sophie Marceu alle prese con una figlia adolescente, e a quelle "piccole perle indipendenti" che promettono grande qualità: tra queste, la commedia musicale Magique! di Philippe Muyl; il canadese Only di Ingrid Veninger e Simon Reinolds che ha stupito i selezionatori per il tipo di messaggio che manda e per le grandi interpretazioni che offre; e The Home of the Dark Butterflies, film borderline candidato della Finlandia come miglior film straniero agli Oscar del 2009.
Grazie poi alla Fondazione Cineteca Italiana di Milano, i selezionatori di Alice nella città hanno scoperto di poter presentare prodotti restaurati che rappresentano i picchi dell'animazione italiana. Si potranno perciò vedere nel corso del Festival di Roma titoli come I sogni del Signor Rossi, con la presenza in sala del regista Bruno Bozzetto; l'intera opera di Luzzati e Gianini; i lavori di Leo Lionni, definito da Giannelli un "puro innovatore", e i corti di Nino e Toni Pagot. "Alice nella città mi ha fatto un grosso regalo - spiega Gian Luigi Rondi - ideando la retrospettiva del cinema italiano di animazione e io ho voluto che tutti i film della selezione ufficiale fossero preceduti dai corti che appartengono a questo omaggio all'animazione italiana". Sono tanti però gli omaggi che il Festival di Roma riserverà al cinema italiano. Tra questi, uno che sta particolarmente a cuore al presidente Rondi riguarda le famiglie del cinema italiano: "Ho voluto fortemente che ci fosse questo filo conduttore che riguardasse le grandi famiglie del nostro cinema - rivela con grande orgoglio Rondi - Avremo quindi la famiglia De Sica, con il film diretto da Brando, interpretato dal padre Christian e dedicato al nonno Vittorio; la famiglia Rossellini, con l'ultimo film che ha girato Gil sulla sua lunga malattia e che verrà egli stesso a presentare con una gamba sola, dopo l'amputazione di un mese fa; quindi la famiglia Tognazzi, con l'opera seconda di Maria Sole che verrà al Festival, dietro mia espressa richiesta, accompagnata dalla madre e dal fratello Gianmarco; infine avremo la famiglia Manfredi e quella dei Vanzina, con l'omaggio a Steno. Esorto tutti perciò a seguire durante il festival le famiglie che hanno fatto il cinema italiano e che ancora oggi continuano a farlo". Giornate speciali saranno poi dedicate a paesi quali Francia, Germania e Russia, quest'ultima fortemente voluta dal presidente Rondi.
Grande attenzione sarà poi riservata quest'anno al mercato. A questo proposito, Giorgio Gosetti, che dirige tra le altre cose anche l'area dedicata al mercato, snocciola con orgoglio una serie di cifre: "Quest'anno abbiamo circa 600 partecipanti al Mercato del film e almeno la metà saranno stranieri, per un totale di 40 paesi iscritti. Avremo circa 110-120 titoli che saranno presentati ai professionisti del mercato, di cui 40 anteprime internazionali. Siamo certi che il mercato dirà che sta cambiando una tendenza: dopo un momento di particolare bassa tutti stanno aspettando un segnale diverso, una ripartenza di interesse verso il buon cinema. In questo momento così delicato, segnato da questa inversione di tendenza, la produzione italiana potrebbe avere un vantaggio, rappresentato dal successo internazionale conseguente all'affermazione di Cannes". Dovranno tener conto delle logiche di mercato anche i progetti presentati all'interno della Fabbrica dei progetti, che lo scorso anno portava la denominazione di New Cinema Network. "E' un luogo in cui arrivano quest'anno 26 idee - spiega Teresa Cavina - cioè 26 progetti che sperano di essere finanziati. E' il posto dove produttori e idee si incontrano. Nelle scorse edizioni sono stati presentati 50 progetti e ben 15 hanno trovato finanziamenti. Tra questi, due sono già finiti, uno dei quali, Plastic City, è stato presentato alla scorsa Mostra del cinema di Venezia. Anche qui c'è spazio per l'Italia con ben tre autori nostrani. In quest'area si gioca anche il destino dei futuri registi, con la presenza di dieci autori di cortometraggi che avranno la possibilità di incontrare professionisti del settore coi quali scambiarsi esperienze e punti di vista".
Si auspicava un cambiamento per la terza edizione della Festa, ora Festival del film di Roma, ma a parte l'evidente ridimensionamento di numeri e aspirazioni, a guardare il cartellone dei titoli che animeranno tra qualche settimana la manifestazione capitolina non si può certo parlare di svolta. Ad affollare il tanto criticato red carpet saranno per lo più personaggi misconosciuti che nessun appeal possono avere sul pubblico. A salvare il festival da uno scenario desertico saranno probabilmente gli 'eventi' più commerciali come la presentazione del terzo capitolo del fenomeno High School Musical o l'anteprima di 15 minuti dell'atteso Twilight, così come gli incontri organizzati ad hoc con le poche grandi star, che, a parte qualche eccezione, al festival non arrivano da protagonisti di film presentati in anteprima nelle sale dell'Auditorium, ma per essere omaggiati per quanto fatto in passato. Nonostante le rassicurazioni rispetto alla bontà dei film italiani in concorso (ben 5 col jolly Battiato) qualche legittimo dubbio resta poi sulla reale qualità di un'offerta così ricca, che potrà essere cancellato solo dopo la proiezione dei titoli, anche perché di produzioni italiane abbondano anche le altre sezioni. Il concorso, a detta degli organizzatori, propone un insieme di autorialità, scoperta e innovazione linguistica, ma superate le inevitabili difficoltà nell'individuare i film in competizione in mezzo a una selezione ufficiale che appare un po' caotica, a leggere i titoli dei film che vedremo all'Auditorium è impresa davvero ardua illuminarsi.
Si può parlare piuttosto di scommesse, che speriamo vengano vinte dai selezionatori, perché a parte l'occhio di riguardo da riservare alla produzione nazionale e i prodotti di lingua anglofona sui quali inevitabilmente si affollano le maggiori aspettative, non è facile individuare titoli particolarmente allettanti. Se poi alcuni "film-evento", come definiti dagli organizzatori e che effettivamente una certa curiosità la sollevano, sono stati confinati nelle scomode proiezioni di mezzanotte un motivo ci dovrà pur essere. Come al solito, però, limitarsi a giudicare un festival "sulla carta" non è certo intelligente, così come affrontarlo con pregiudizi e prese di posizione. Aspettiamo quindi di assistere alle proiezioni di queste opere sconosciute e al momento impenetrabili per compiere valutazioni più fondate e corrette, certi dell'onestà e del grande lavoro compiuto dai selezionatori che sicuramente non si sono trovati in una posizione ideale, con una nuova giunta che avrebbe preferito cancellare questa manifestazione e festival internazionali più prestigiosi che hanno affilato le unghie pur di accaparrarsi i titoli migliori in un momento critico della produzione cinematografica mondiale.