Luigi Pisani, un debutto 'rivoluzionario' per Martone

In 'Noi credevamo' il giovane attore cilentano interpreta il rivoluzionario Salvatore, ma non credeva che avrebbe lavorato con Mario Martone, un giorno. O almeno, aveva quasi perso le speranze. Nella nostra intervista esclusiva, ci racconta il suo debutto sul grande schermo dopo anni di teatro.

Occhi verdi incorniciati da una folta chioma castana, e da lineamenti ben cesellati, ma soprattutto un cospicuo curriculum teatrale alle spalle. Luigi Pisani è stato scelto da Mario Martone per il ruolo di Salvatore, uno dei tre rivoluzionari di Noi credevamo, ultimo film del regista italiano presentato in concorso a Venezia 2010. Con lui abbiamo abbiamo parlato del suo incontro con Martone, di com'è stato il suo debutto nel cinema accanto all'autore de L'amore molesto e ad attori come Toni Servillo, ma anche del personaggio di Salvatore, da lui interpretato.

Hai fatto tantissimo teatro, interpretando tra le altre cose anche Love and Crash di David Gallarello, tratto da Shakespeare. Come sei stato scelto da Martone per Noi credevamo?
Sì è vero, ho fatto molto teatro e interpretare Macbeth nello spettacolo Love and Crash prodotto dal Teatro Stabile d'Abruzzo ha segnato per me una crescita attoriale notevole, anche grazie al supporto di un bravo regista teatrale quale David Gallarello. E a proposito di registi bravi, ho sempre pensato che Martone fosse uno dei più grandi di questo periodo. Quando, nell'estate di quattro anni fa, seppi che era in vacanza nel Cilento (dove io sono nato e ho vissuto fino a 18 anni) decisi di andarlo a cercare per presentarmi e farmi conoscere come attore. Avevo apprezzato moltissimo i suoi film, da L'amore molesto a Morte di un matematico napoletano e mi era piaciuto tantissimo il suo Edipo andato in scena al Teatro India di Roma. Fu un incontro molto piacevole nella sua semplicità e due anni dopo (quasi avevo perso le speranze!) fui contattato per il primo di sei provini. Alla fine, Martone mi chiamò per dirmi che ero stato scelto, proprio mentre provavo Love and Crash nel Teatro Comunale de L'Aquila... insomma, un'emozione nell'emozione!

Com'è stato lavorare con lui? Cosa pretende dai suoi attori?

Lavorare con Mario è una fortuna unica per un attore perchè è una palestra di vita umana e professionale. La cosa che maggiormente mi ha colpito è che con lui la comunicazione, molto aperta e schietta, non ha bisogno di tante parole perchè ci si capisce con gli sguardi e coi gesti, anche nei momenti più difficili. Ed è proprio lo sguardo l'elemento che Martone tende a valorizzare: attraverso la macchina da presa, riesce a catturare ogni più piccola emozione, a leggere lo stato d'animo, a trasmettere quello che altri non vedono.
Per la grande esperienza di regia teatrale, sul lavoro pretende dai suoi attori serietà assoluta e disciplina, senza nessun tipo di deroga, mantenendo sempre, però, un atteggiamento tranquillo e sereno che aiuta a lavorare bene e ad acquisire fiducia in se stessi.

Sei alla tua prima prova cinematografica e affianchi attori di cinema già rodati come Lo Cascio, Zingaretti e Servillo. Hai avuto difficoltà a confrontarti con la macchina da presa, rispetto al palcoscenico, oppure no?
E' stato meraviglioso confrontarmi con questo canale comunicativo. Rispetto all'interpretazione teatrale, che si basa su una recitazione più accentuata nelle espressioni e nei gesti, ho capito che l'impostazione andava modellata su una situazione diversa da quella a cui ero abituato. Per cui, prima di iniziare le riprese, avevo un po' di ansia da prestazione ma, appena entrato nel vivo del lavoro, ho capito che tra me e la macchina da presa c'era un ottimo feeling. Certamente, una grossa mano, soprattutto all'inizio, me l'hanno data i consigli di Martone e la possibilità di osservare da vicino grandissimi attori quali Servillo, Lo Cascio, Binasco, Zingaretti... insomma, un esordio migliore non potevo immaginarlo.

Cosa ti è rimasto dentro, dall'esperienza fatta sul set di Noi credevamo?
Sicuramente questa esperienza mi ha arricchito molto artisticamente e ora ho tanta voglia di continuare a interpretare nuovi ruoli davanti alla macchina da presa, senza però abbandonare il palcoscenico che rimane sempre una grandissima scuola per un attore.

Pensi che Noi credevamo possa in qualche modo spingere ad una riflessione sull'attualità, oppure si tratta di una semplice pagina della nostra Storia? Noi credevamo mostra una pagina di storia italiana molto importante e poco conosciuta ma spingerà sicuramente a riflettere sul momento storico che stiamo vivendo.

In che modo ti sei preparato ad interpretare il tuo ruolo, nel film?
Ho cercato il più possibile di documentarmi sulla storia dell'Unità d'Italia e poi ho guardato foto e ritratti risalenti ai primi del 900, cercando di percepire la profondità di sguardi antichi, di gente abituata ad una vita che seguiva ritmi decisamente diversi dai nostri.

Chi è Salvatore, il personaggio che interpreti nel film?

Salvatore è un ragazzo che proviene da una famiglia di contadini ma può permettersi una vita abbastanza dignitosa rispetto agli altri popolani. Elemento fondamentale della sua personalità è sicuramente la pragmaticità nell'affrontare la vita, qualità che gli deriva dal rapporto viscerale con la sua terra.

Chi è invece Luigi Pisani quando non è sul palcoscenico o di fronte ad una macchina da presa?
Sono un ragazzo che ama fortemente il lavoro che fa. So di essere fortunato perchè ho una famiglia alle spalle che mi supporta in tutto. La certezza di poter contare e di poter condividere la mia passione con le persone a me più care, in ogni situazione (sia sul palcoscenico sia davanti ad una macchina da presa) mi spinge a dare il massimo e mi sostiene nel mio percorso di crescita come attore.

Hai altri progetti in cantiere, dopo il film di Martone? Teatro, cinema o televisione?
Nel 2011 dovrei far parte di un progetto teatrale importante. ma è un po' presto per parlarne.