Courmayeur 2011, giorno 6: Winter il delfino chiude il Festival

L'atteso incontro con Stephen Frears e la proiezione de La scala di Satana caratterizzano l'ultima giornata della manifestazione in attesa di conoscere i vincitori del Mistery

La XXI edizione del Noir in Festival si avvia alla conclusione e lo fa nel migliore dei modi accogliendo l'ospite d'onore Stephen Frears. Dopo un tributo ufficiale organizzato presso il Pala Noir, il regista britannico si mette a disposizione del pubblico e della stampa con un incontro che traghetta la sesta giornata verso la cerimonia ufficiale di premiazione. Così, in attesa di conoscere i nomi dei vincitori del premio Mistery, il festival si riserva ancora del tempo per godere degli ultimi bagliori noir grazie a Calvet di Dominic Allan . Presentato nella sezione DocNoir, il documentario concentra la sua attenzione sulla vita avventurosa e sfaccettata di Jean-Marc Calvet che, dopo un passato da guardia del corpo a Cannes e da malvivente a Miami, trova la forza di ricominciare nella pittura dopo essersi rifugiato, ormai al limite della disperazione, in America Latina. Meno vissuto e più romantico è sicuramente il lungometraggio L'incredibile storia di Winter il delfino. Diretto dall' ex attore Charles Martin Smith (American Graffiti, Starman, Gli Intoccabili) passato dietro la macchina da presa nel 1986 con Morte a 33 giri, il film chiude il programma della sezione MiniNoir con le avventure del delfino Winter, ferito gravemente dopo essere rimasto impigliato in una trappola per granchi e tornato a nuotare soprattutto grazie all'impegno di un brillante medico esperto in prostetica e alla devozione incrollabile di un ragazzo. Materiale perfetto per un pubblico giovanile, la vicenda prende ispirazione da un fatto realmente accaduto, tanto che, accanto al ben noto Morgan Freeman fa la sua prima apparizione niente meno che il vero Winter, trasformato in simbolo di coraggio e speranza per milioni di persone.

Con l'ultimo film in programma nella selezione ufficiale si cambia nuovamente atmosfera andando a curiosare nei segreti economici dell'alta borghesia norvegese. Ad offrire questa visione indiscreta è Headhunters di Morten Tyldum. Diplomato presso la School of visual art of New York e apprezzato per il suo lungometraggio d'esordio Buddy, Tyldum racconta la vicenda di Roger, un cacciatore di teste particolarmente conosciuto e uomo apparentemente soddisfatto della sua quotidianità composta da una moglie gallerista e una villa lussuosa. Nonostante le apparenze, però, il suo stile di vita dispendioso nasconde gravi problemi economici che trovano soluzione in un contrabbando d'opere d'arte non sempre privo di rischi. Chiude definitivamente questa edizione parzialmente baciata dalla prima nevicata della stagione, un reperto cinematografico storico, antenato di tutto l'horror moderno. Si tratta del film muto La scala di Satana diretto da Benjamin Christense nel 1920 e proiettato a termine della serata di premiazione con una nuova colonna sonora composta da Pivio e Aldo De Scalzi ed eseguita live per l'occasione.