Zack cane eroe, la recensione: l'amicizia tra un bambino e un cane nel dramma della guerra

La recensione di Zack cane eroe, film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale che racconta l'incredibile legame tra un bambino e il suo pastore tedesco, stasera in onda su RAI1.

Zack cane eroe, la recensione: l'amicizia tra un bambino e un cane nel dramma della guerra

Berlino, Seconda Guerra Mondiale. In seguito alla promulgazione delle leggi di Norimberga, anche la famiglia del piccolo Joshua in quanto appartenente alla fede ebraica finisce nel mirino di una sempre maggiore intolleranza. Giorno dopo giorno la situazione diventa sempre più complicata e ben presto i suoi genitori comprendono come si stia arrivando al punto di non ritorno. Tra i tanti divieti imposti vi è anche quello di non poter possedere animali domestici, e così Joshua è costretto a separarsi dal suo amato pastore tedesco di nome Zack.

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Zack - Cane Eroe: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Zack cane eroe la separazione è traumatica e il quadrupede finisce nelle mani di una coppia di mezz'età, ma un giorno decide di fuggire per far ritorno alla casa dove viveva con il suo padroncino: di Joshua e dei suoi familiari non vi è ormai più nessuna traccia, giacché sono stati deportati in un campo di concentramento. Zack comunque non si perde d'animo e si mette sulle tracce del bambino, ma finisce nelle mani di un addestratore tedesco che lo usa per salire di posizione nei ranghi dell'esercito. Ben presto però Joshua e Zack avranno modo di ritrovarsi...

Per non dimenticare

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Zack - Cane Eroe: un'immagine del film

Tra pochi giorni, per la precisione il 27 gennaio, ricorre come ogni anno il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto e anche le piattaforme televisive rendono il loro omaggio trasmettendo produzioni inerenti il dramma della Shoah o la Seconda Guerra Mondiale. Come nel caso di RAI1, che oggi in prima serata trasmette un film poco conosciuto dal grande pubblico come Zack, cane eroe, mai passato in sala e in prima visione televisiva. Ci troviamo d'altronde di fronte a una produzione modesta, più adatta forse al piccolo schermo sia per la narrazione convenzionale, dedicata ad un pubblico più vasto possibile - con un occhio di riguardo ai bambini coetanei del piccolo protagonista - che per una messa in scena senza particolare guizzi che ha comunque il merito di cavarsela discretamente pur a dispetto di un budget ridotto.

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Alti e bassi

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Zack - Cane Eroe: una foto del film

Zack, cane eroe è insomma la classica produzione che non si prende rischi di sorta e che diluisce la tragicità del contesto in un approccio quasi favolistico che si ripercuote nel rapporto tra il bambino e il cane, all'insegna di un sentimentalismo retorico che procede sui canonici step: allontanamento, riconciliazione e prevedibile lieto fine. La violenza di quanto avvenne realmente nei campi di concentramento è lasciata fuori campo, anche se una manciata di sequenze tensive, in particolare nella mezzora finale, comunque non mancano. Certo la storia di questo pastore tedesco, erede cinematografico di colleghi ben più famosi come Hachiko o Rin Tin Tin, si offre ad un'emotività di facile presa e vedere l'animale vagare, insieme ad altri suoi simili, in paesaggi aridi e devastati dalla brutalità del conflitto evoca pagine ben più suggestive, salvo poi adagiarsi su uno svolgimento più canonico che si adegua ai relativi stereotipi.

Niente di nuovo sul fronte di guerra

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Zack - Cane Eroe: una sequenza del film

Non che dal punto di vista stilistico ci si potessero attendere molto da Lynn Roth, regista che in carriera ha firmato commedie misconosciute come Cambio vita (1997) e The Little Traitor (2007) e che qui conferma tutta la sua medietà, con una mano quasi impalpabile mentre esegue il mero compitino di rappresentare quanto scritto in sceneggiatura, a sua volta adattamento del romanzo di Asher Kravitz, fotografo naturalista di origini israeliane. Va dato atto al film che pur senza eccellere non vi sono al contempo neanche effettivi scivoloni, all'insegna di un classico titolo a tema pensato per uno spettatore senza troppe pretese. Il cast è al contempo onesto e non si fa nemmeno disprezzare, pur dovendo fare i conti con personaggi che sembrano perennemente pedine di una narrazione telefonata, senza così poter imprimere troppe sfumature ai suddetti. Tanto che a rubare la scena, come immaginabile, è ovviamente il coraggioso pastore tedesco.

Conclusioni

Il piccolo Joshua e la sua famiglia, in quanto appartenenti alla comunità ebraica, sono costretti dalle nuove leggi ad abbandonare gli amati cani di proprietà: una separazione che spezza il cuore al bambino, incredibilmente affezionato al suo amato pastore Zack. Ma i due saranno destinati a incontrarsi ancora, in una situazione ancor più drammatica dove il loro legame sarà fondamentale per la sopravvivenza di entrambi. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Zack, cane eroe, ci troviamo di fronte a un film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale senza infamia e senza lode, una classica produzione media che si affida ad un facile sentimentalismo nel rapporto tra il piccolo protagonista e l'animale, nel tentativo di coinvolgere soprattutto un pubblico di famiglie.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Una messa in scena senza infamia...

Cosa non va

  • ... e senza lode.
  • La sceneggiatura, adattamento di un romanzo, non spicca per originalità e si affida agli stereotipi.