Trying 2, i protagonisti Esther Smith e Rafe Spall: “La serie Apple è una sad-com”

Intervista a Esther Smith e Rafe Spall, protagonisti di Trying, serie in cui interpretano una coppia che cerca di adottare un bambino: la seconda stagione su Apple TV+ dal 21 maggio.

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Trying: una scena della seconda stagione

Creata da Andy Wolton, esattamente a un anno di distanza dall'esordio della prima stagione su Apple TV arriva Trying 2, disponibile dal 21 maggio sulla piattaforma di streaming. In questi otto nuovi episodi della serie continuano a seguire le vicissitudini tragicomiche di Nikki e Jason, interpretati da Esther Smith e Rafe Spall, trentenni che non riescono ad avere un figlio e quindi entrano nel lungo e difficile processo di adozione.

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Trying: Esther Smith e Rafe Spall sorridenti nella seconda stagione

Nel cast c'è anche Imelda Staunton nel ruolo di Penny, che li assiste durante il lungo percorso burocratico ed emotivo che forse li porterà finalmente ad accogliere un bambino nella loro famiglia. Ambientate nel Regno Unito, Trying è un misto di realtà dura e cruda e umorismo.

Per i due attori, che abbiamo incontrato virtualmente, la serie è molto simile alla vita reale: "Se dovessimo inquadrarla in un genere direi che è una "sad-com" (commedia triste). È un bel mix di entrambe le cose" ci ha detto la protagonista Esther Smith.

Trying e il calore del pubblico

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Locandina di Trying

Com'è stata la reazione del pubblico alla prima stagione di Trying?

Esther Smith: È stato bello, ho ricevuto diversi messaggi dalle persone che hanno fatto lo stesso percorso e si sono sentite sollevate a vedere rappresentata la loro stessa esperienza. È stato un attestato di stima anche per il team creativo. Questi messaggi arrivano in modo costante e ci rendono sempre felici e orgogliosi. Ho ricevuto molto messaggi privati di apprezzamento su Instagram da persone che hanno affrontato il processo dell'adozione e sono tutti molto felici di vedersi rappresentati in una serie, li fa sentire meno soli. La serie è uscita durante il lockdown e molte di queste persone hanno affrontato il percorso durante questo periodo strano. È già un processo difficile, ma con l'aggiunta dell'isolamento, senza poter entrare in contatto con le altre persone, diventa ancora più impegnativo. E anche le persone che non stanno cercando di adottare possono rivedersi in questa serie: raccontiamo due persone che, a 30 anni, cercano di mettere a fuoco la propria vita. Una delle gioie dei social media è che puoi avere questo scambio con le persone.

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Rafe Spall: Non avevo idea di quanto fosse laborioso questo processo: ci vuole molto tempo, devi affrontare molta burocrazia. Dal punto di vista emotivo è un'esperienza provante. Grazie a questa serie ho capito quanto sia complesso e nutro grande rispetto per le persone che decidono di affrontare questo viaggio. Non è facile. Ma se riesci ad arrivare alla fine e vuoi ancora adottare un bambino vuol dire che lo stai facendo per le giuste motivazioni. Lo trovo commovente.

Trying: Nikki e Jason, due di noi

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Trying: una foto di scena della seconda stagione

Anche nella seconda stagione vediamo i protagonisti concedersi qualcosa per sé: stavolta James mangia olive nere direttamente dal barattolo di nascosto. Quanto è importante concedersi un piccolo piacere in modo da andare avanti anche quando tutto sembra nero?

Rafe Spall: Ognuno di noi si può rivedere in questo: tutti hanno debolezze e difetti. Nella prima stagione il mio personaggio fuma, Nikki invece si fa sempre un drink. Devono far portare via la spazzatura da due persone, vista la quantità di alcol che hanno consumato. È umano. Tutti amiamo cose che non necessariamente ci fanno bene. È una cosa istintiva: il tono della serie è il più realistico possibile. È divertente come è divertente la vita reale. Non volevamo fare niente di troppo intimo o troppo esagerato: abbiamo pensato sempre a cosa succederebbe nella vita reale. Non abbiamo spinto troppo sul pedale della comicità: anche le cose più divertenti potrebbero succedere davvero. La commedia è davvero divertente solo se è sincera. Il motivo per cui ridiamo è che riconosciamo quella cosa: la risata diventa quasi un modo per togliersi un peso e liberarsi. La verità è la nostra guida: con Esther siamo sempre molto onesti: quando una cosa non ci sembra realistica ce lo diciamo. Quando una scena sembra troppo "da sit-com" facciamo un passo indietro. Questo secondo me ha creato il preciso tono della serie.

Trying: lavorare con Imelda Staunton

Com'è lavorare con Imelda Staunton?

Esther Smith: È una gioia averla con noi e poter lavorare con lei. Non si può che imparare moltissimo da lei. Arriva e fa il suo lavoro senza alcuno sforzo. Poi se ne va e pensi: wow, è come se una maga avesse sparso la sua polvere magica sul set. È un privilegio poterla vedere all'opera: è geniale. Di persona poi è gentile e molto divertente.

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Trying: Esther Smith e Sian Brooke nella seconda stagione

Rafe Spall: Con me no invece. È gentile con te, con me è aggressiva fisicamente. Sto scherzando ovviamente! È meravigliosa: è un'aggiunta di grande livello per la serie. Siamo davvero molto fortunati ad averla con noi.

Trying 2: girare in piena pandemia

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Trying: Esther Smith e Rafe Spall in una scena della seconda stagione

Qual è stata la cosa più difficile della seconda stagione?

Rafe Spall: Abbiamo girato la serie in UK, durante la pandemia: la sfida più grande è stato portare a termine la serie in modo sicuro. Ce l'abbiamo fatta grazie al team di Apple, che ha fatto della sicurezza una priorità. C'era una procedura precisa: tutti sono stati regolarmente tamponati, tutti hanno indossato le mascherine e abbiamo mantenuto il distanziamento. Tutto è rimasto dietro le quinte: quando si guarda la serie sembra che sia tutto normale. È stato difficile ottenere questo risultato, ma ce l'abbiamo fatta. Siamo molto orgogliosi di essere riusciti a mantenere la qualità della serie senza mettere in pericolo nessuno.