Tommaso Ragno a Giffoni 2023: "Sono come Shahrazād: racconto per non morire"

Intervista a Tommaso Ragno, ospite di Giffoni 2023: l'attore ci parla del suo bisogno di lavorare tanto e di come

Tommaso Ragno a Giffoni 2023: 'Sono come Shahrazād: racconto per non morire'

Sono pochi gli attori che, come lui, possono vantare una decina di titoli in uscita in un anno: tra serie tv, cinema e teatro, Tommaso Ragno nel 2022 è stato quasi onnipresente. Grazie a Nostalgia di Mario Martone e Siccità di Paolo Virzì ha anche partecipato ai due festival di cinema più importanti al mondo, Cannes e Venezia. Se vi state chiedendo chi è Tommaso Ragno, sappiate che sono almeno 30 anni che lo vedete in film e serie in cui dà sempre il meglio di sé.

Nostalgia Photo Credits Mario Spada 4
Nostalgia: Tommaso Ragno in una scena

Nato a Vieste, ma trasferitosi a Milano per frequentare la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, Tommaso Ragno ha debuttato sul palcoscenico proprio grazie a Martone, con l'opera La seconda generazione. Ospite al Giffoni 2023, all'attore abbiamo riferito le parole di Carla Signoris, che, alla presentazione del nuovo palinsesto di Prime Video, ha detto che uno degli attori più bravi con cui abbia mai recitato è proprio Ragno. Non è la prima volta che raccogliamo lodi per lui dai colleghi più diversi. Abbiamo quindi approfittato della nostra intervista per chiedergli che effetto faccia.

"Fa piacere essere apprezzato da persone che stimo moltissimo. Non lo dico per falsa modestia, perché la modestia è falsa sempre, ma non credo di essere il più bravo. Soprattutto perché vedo il lavoro dei miei colleghi, che sanno fare cose di cui io non sono capace. Dipende molto dai ruoli che capitano, se ti permettono o meno di mostrare le tue qualità. Questo non è uno sport. Per quanto riguarda me, uno dei criteri che seguo è cercare sempre di fare meglio della volta precedente. Ringrazio Carla Signoris e le persone che pensano questo di me, ma penso che si debba fare un buffering: in questo lavoro una buona dose di ego ci vuole, ma bisogna spruzzarne anche una di ironia. Anche perché poi ci pensa la vita a essere ironica. È giusto che un attore pensi di essere il migliore: perché c'è una scommessa tale, una messa in gioco tale di se stessi che, se non c'è quel tipo di presunzione, è troppo faticoso. Anche se bisogna sempre ricordarsi che non salviamo le persone: le intratteniamo".

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I peggiori: Tommaso Ragno in una scena del film
I peggiori: Tommaso Ragno in una scena del film

Dicevamo che solo nel 2022 sono usciti ben sei film con Tommaso Ragno. Alla domanda su perché abbia l'esigenza di passare così frequentemente da un set all'altro, l'attore risponde sereno: "È questione di fortuna. Quello che è in mano mia, per quanto possibile, perché si tratta di un lavoro collettivo, è di fare bene qualsiasi cosa mi arrivi".

L'attore apprezza il cinema e non si tira indietro quando gli chiediamo quale sia il suo B-movie preferito: "Ultimo tango a Zagarolo: è un film meraviglioso. Se parliamo di B-movie italiani secondo me è ai vertici".

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State a casa: Tommaso Ragno in una scena del film

Non chiedetegli però se è vero che il genere in Italia sia rinato, come si dice da quasi dieci anni a questa parte: "Ho la sensazione che ogni film sia un film di genere. Magari sì, ci sono delle caratteristiche che spiccano e aiutano a identificare un film, come in libreria c'è la sezione fantasy. Ma è solo una questione di comodità: per orientarci e capire cosa andare a guardare. La cosa importante è se la storia ti prende, se senti di aver a che fare con quel racconto. Anche quando è molto diversa da me: un film, come anche un libro, non deve per forza rispecchiare me stesso. Quella funzione ce l'hanno i social, che sono degli specchi. Un film, un libro, uno spettacolo sono delle porte. Delle finestre verso qualcos'altro, che non devono essere necessariamente somiglianti al mio misero mondo".

Per l'attore raccontare è infatti una cosa seria: "Quando dico così lo dico ironicamente. La mia vita è stata arricchita parecchio dalla musica, dai libri che ho letto, dall'esistenza di mondi che non erano soltanto questo. E mi hanno aiutato. Un po' come il racconto che si fa ne Le mille e una notte, dove c'è Shahrazād che racconta per non morire. Lei lo fa perché non le taglino la testa, ma è anche molto di più. È un non farsi tagliare la testa per pensare con la tua. E anche per poter vivere meglio nel mondo. Raccontare per non morire per me è il grande contenitore in cui metterei tutte queste differenti tipologie di storie".