The Order, la recensione: su Netflix arrivano le streghe mannare

La recensione di The Order, il nuovo teen drama originale Netflix che riporta streghe e lupi mannari sui nostri schermi.

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The Order: un'immagine della serie

The Order, nuova serie tv originale Netflix, è un teen drama di genere sovrannaturale creato da Dennis Heaton e Shelly Eriksen. Come vedremo in questa recensione di The Order, se con Le terrificanti avventure di Sabrina il colosso dello streaming aveva di certo alzato il livello qualitativo dei prodotti destinati ad un pubblico giovane, con questa nuova serie è stato fatto un evidente passo indietro.

Da personaggi scarsamente approfonditi e caricaturali ad una trama mal strutturata e a tratti lacunosa (per non parlare poi del pessimo CGI che rende i momenti horror più che spaventosi ridicoli) questo The Order sembra riunire tutti i difetti che ormai difficilmente ci aspettiamo di trovare in una serie tv recente. Il fatto che negli episodi conclusivi la qualità migliori e il tutto diventi appena più interessante non salverà questa serie dall'essere velocemente dimenticata e messa da parte, perché molti dei suoi giovani spettatori non andranno probabilmente oltre il secondo o il terzo episodio.

Una trama che, seppur intricata, è priva di spunti interessanti

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The Order: Jake Manley in una scena

Ciò che è subito evidente da pochi accenni alla trama di The Order è senza dubbio la mancanza di originalità, ma anche la volontà da parte degli autori di sfruttare un genere che da anni fa presa sul pubblico teen, quello del sovrannaturale e urban fantasy. Jack Morton (Jake Manley) è una matricola alla Belgrave University, un campus famoso per ospitare una misteriosa società segreta chiamata L'Ordine ermetico della rosa blu. Jack, spinto anche dal nonno Pete (Matt Frewer), vuole entrare a tutti i costi nell'Ordine per vendicare la defunta madre, scomparsa per mano del suo leader supremo, Edward Coventry (Max Martini). Una volta diventato un membro della strana società segreta Jack scoprirà presto che i suoi accoliti praticano la magia nera e che sono da sempre in lotta con una confraternita di licantropi votati a distruggere ogni creatura sovrannaturale.

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The Order: un'immagine promozionale

Sorvolando su Le terrificanti avventure di Sabrina, esempio che abbiamo già fatto, è chiaro come questa serie si rifaccia apertamente a classici come Buffy - L'ammazzavampiri e Streghe o a successi più recenti come The Vampire Diaries e Teen Wolf, ma che in qualche modo fallisca nel ricreare ciò che di questi prodotti attirava tanto i giovanissimi. L'impressione che ci siamo fatti dopo aver visto tutti i dieci episodi che compongono The Order è che la serie voglia mettere subito tanta carne al fuoco, creando molte sottotrame che dipendono da quella principale, senza però preoccuparsi di sviluppare ogni situazione con la stessa cura. Molto spesso ci si stupisce della velocità con cui i problemi vengano risolti se non rapidamente abbandonati e in molte occasioni le scelte fatte dai personaggi risultano prive di logica e decisamente poco realistiche. Le evidenti lacune nella sceneggiatura, che avrebbe decisamente giovato nell'approfondire un numero più limitato di temi (come per esempio quello delle origini di Jake che viene per assurdo trascurato fino all'ultimo episodio), rendono The Order un prodotto mal riuscito e decisamente poco interessante.

Una serie di personaggi che non lasciano il segno

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The Order: Sarah Grey in una scena

I difetti nella costruzione della trama vengono resi ancora più evidenti dalla scarso approfondimento dei personaggi di The Order, sia di quelli principali che di quelli secondari. Nel corso della serie ci viene detto poco e niente di loro, della scarsa attenzione al passato di Jake abbiamo già parlato, ma la situazione non è diversa per ognuno dei personaggi che vengono introdotti un episodio dopo l'altro: dai membri dell'Ordine ai licantropi che accoglieranno tra loro il nostro protagonista, non scopriamo nulla che non sia direttamente funzionale al risolversi delle diverse situazioni. Lo spettatore, quindi, non riesce mai a provare empatia per i personaggi, non facendosi di conseguenza coinvolgere dalla serie. Anche quello che potrebbe essere uno degli spunti narrativi più interessanti, ovvero la relazione proibita tra Jake e il membro dell'Ordine Alyssa Drake (Sarah Grey), non viene sviluppato come dovrebbe: i due risultano completamente privi di feeling e il tutto non è altro che un blando espediente per portare avanti la trama.

Una seconda stagione per The Order?

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The Order: Max Martini in una scena

L'idea di un personaggio diviso tra due mondi, in conflitto con se stesso e con chi lo vorrebbe appartenere a l'una o all'altra fazione, seppur non originale potrebbe comunque fornire degli spunti interessanti. Peccato però che il mondo delle streghe e quello dei licantropi non vengano mai approfonditi come vorremmo: per quanto riguarda l'Ordine ci viene detto che si tratta di un'organizzazione enorme, con membri come Michelle Obama e in passato Mussolini, ma noi vediamo sempre e solo la stessa manciata di studenti universitari che passano dal pulire i pavimenti del "Tempio" magico a recitare oscuri incantesimi in latino. I lupi mannari, poi, sono quattro ragazzi che si dividono tra la caccia al crimine sovrannaturale (che quasi mai ci viene mostrata) e l'ennesima partita a beer pong. Siamo sicuri si potesse fare meglio.

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The Order: Jake Manley durante una scena

Nonostante la serie risulti di poco più coinvolgente negli episodi conclusivi ci chiediamo quanto valga la pena rinnovarla per una seconda stagione. E' difficile che Netflix scelga di investire su una storia come questa quando ha già in catalogo prodotti ben più riusciti destinati ad un pubblico giovane.

Movieplayer.it

2.0/5