The Jinx: la vita (e le morti) di un milionario serial killer nella mini-serie HBO

Arriva in Italia The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst, la docu-serie, vincitrice di due Emmy Awards, diretta da Andrew Jarecki. Sei puntate targate HBO che ripercorrono gli ultimi trent'anni giudiziari e privati del milionario accusato di tre omicidi. Da stasera su Sky TG24 alle 21.10.

A pochi giorni dalla notizia, battuta dalle più importanti agenzie d'oltreoceano e ripresa dai maggiori organi d'informazione on line, della decisione della famiglia di Kathleen McCormack di citare in giudizio, per cento milioni di dollari, Robert Durst, il milionario newyorchese marito della giovane donna scomparsa nel 1982 ed unico indagato per la sua presunta morte (non è mai stato trovato il corpo), arriva finalmente anche in Italia, grazie a Sky TG24, la docu-serie diretta dal candidato all'Oscar per Una storia americana, Andrew Jarecki, ed incentrata proprio sulla ricostruzione degli ultimi trent'anni giudiziari e privati dell'uomo accusato di tre omicidi in altrettanti stati americani.

The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Una foto promozionale della serie-documentario della HBO
The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Una foto promozionale della serie-documentario della HBO

The Jinx, prodotta dalla HBO, si dipana in sei episodi realizzati attraverso un lavoro approfondito, fatto di vere e proprie indagini investigative che hanno visto Jarecki, Marc Smerling (co-autore, co-produttore e direttore della fotografia) e la troupe impegnati per oltre sette anni. Una serie nata dalla decisione dello stesso Durst di raccontare la sua versione dei fatti, maturata dopo la visione di Love&Secrets, la pellicola diretta proprio da Andrew Jarecki nel 2010, con protagonisti Ryan Gosling e Kirsten Dunst, e focalizzata nel raccontare, in chiave cinematografica, il ventennio 1982-2002 della vita dell'uomo, partendo dalla scomparsa della McCormack per ripercorrere, a ritroso, il loro incontro fino alle successive controversie giudiziarie.

Quello che ne è scaturito non è solamente uno dei migliori prodotti televisivi dell'anno ma anche il primo caso nel quale una serie tv è cruciale in un'indagine federale. Anzi, è proprio grazie ai dettagli e alle contraddizioni scoperte e portate a galla dal team guidato da Jarecki e ad un microfono dimenticato acceso dopo un'intervista decisiva, che l'FBI, prima della messa in onda dell'ultimo episodio sugli schermi americani, ha emesso un mandato di cattura per Robert Durst, arrestato lo scorso marzo ed attualmente detenuto in un carcere della Louisiana in attesa del processo che partirà il prossimo gennaio.

Leggi anche: La recensione di Love & Secrets

Lo iettatore

The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Durst in una foto tratta dal documentario
The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Durst in una foto tratta dal documentario

La serie, vincitrice di due Emmy Awards, vede Robert Durst protagonista assoluto della narrazione. Attraverso le interviste, concesse al regista per oltre un anno, scopriamo qualche dettaglio della complessa personalità del milionario erede dell'impero immobiliare di famiglia, la Durst Organization, una delle più importanti ed influenti dinastie della costa est degli Stati Uniti con un patrimonio stimato intorno ai 650 milioni di dollari, in possesso di alcuni tra i più celebri progetti edilizi che hanno dato vita al profilo architettonico di New York. Durst, oggi settantunenne, ci appare come un uomo esile, dalla voce traballante e rauca, con tic facciali evidenti e una mente lucidissima, che per oltre trent'anni ha continuato a professarsi innocente nonostante tutti gli indizi riportassero direttamente a lui. Guardando le sei puntate, nonostante si sia consapevoli di stare assistendo alle menzogne di un uomo accusato di tre omicidi, sarà impossibile rimanere indifferenti al cinismo ironico di Durst, finendo anche per ridere a qualche sua battuta o considerazione poco edificante su alcuni protagonisti della sua storia. Una personalità affascinante che ha catturato lo stesso Jarecki e che è stata determinante, nel 2003, per l'assoluzione da parte di una giuria popolare dall'accusa di aver ucciso, smembrato, decapitato e gettato in sacchetti della spazzatura, nella baia di Galveston, il corpo del suo vicino, Morris Black. Robert Durst nel corso delle interviste si trincera dietro "non saprei", "non ricordo", stupito dall'accanimento nei suoi confronti. Uno iettatore, come suggerisce il titolo della serie, la cui vita è stata punteggiata dalla morte violenta di più persone entrate in stretto contatto con lui e che tre decadi lo hanno accompagnato come fantasmi persecutori in cerca di vendetta.

Tra documentario ed indagine

The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Robert Durst in una foto del documentario
The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst - Robert Durst in una foto del documentario

La particolarità di The Jinx risiede non solo nella storia incredibile che vede protagonista la pecora nera della Durst Organization ma anche nella realizzazione puramente visiva dell'intero lavoro. Forte di una conoscenza approfondita dei temi trattati, Jarecki, riesce a costruire una narrazione contraddistinta da un montaggio tutt'altro che lineare ma ugualmente efficientissimo nell'accompagnare lo spettatore durante i sei capitoli che costituiscono la serie. Capitoli divisi per tematiche che vanno dalla già citata scomparsa di Kathleen McCormack all'uccisione della migliore amica di Durst, la giornalista e scrittrice Susan Berman, trovata morta nel suo appartamento di Beverly Hills pochi giorni prima della deposizione di importanti informazioni circa la sparizione della prima moglie dell'uomo, passando per la turbolenta e anaffettiva infanzia del milionario. Unendo testimonianze di persone legate alle vittime, ricostruzioni dettagliate delle scene del crimine o dei racconti dell'uomo, prove, filmati privati e televisivi con le risposte date da Robert Durst durante le interviste condotte dal regista, Jarecki costruisce un pastiche stilistico di rara riuscita. Un materiale vastissimo gestito con intelligenza e forte gusto estetico, sottolineato dalla fotografia vivida di Marc Smerling e dalla sigla eseguita dagli Eels con Freesh Blood, brano dal sound rock venato da contorni lascivi ed oscuri come la vita e le morti di Robert Durst.

Movieplayer.it

4.5/5