Swamp Thing, la recensione: su Amazon la DC Comics si tinge di horror

Recensione di Swamp Thing, serie horror disponibile su Amazon Prime Video e basata sui fumetti della DC Comics.

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Swamp Thing: Un'immagine della serie

Scrivere la recensione di Swamp Thing, serie horror targata DC Comics e disponibile in Italia su Amazon Prime Video, comporta non poca frustrazione alla luce di quanto accaduto con lo show a livello produttivo: inizialmente annunciato con tredici episodi, il serial fu poi confermato per una prima stagione di dieci capitoli, ed è stato cancellato dopo che il pubblico americano - leggi: gli abbonati del servizio di streaming DC Universe - aveva visto solo la puntata inaugurale, nonostante l'apprezzamento generale nei confronti di quel primo frammento della serie.

Un destino ingrato per uno show dal pedigree notevole, essendo a cura di Gary Dauberman, uno degli sceneggiatori di punta della Warner Bros., e avendo tra i produttori esecutivi James Wan. Senza contare, ovviamente, la matrice fumettistica, che con il ciclo di Alan Moore negli anni Ottanta fu uno degli antesignani della linea editoriale Vertigo (non a caso un altro personaggio di punta di quell'etichetta, John Costantine, debuttò proprio al fianco della creatura paludosa).

Accadde nella palude

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Swamp Thing: Kevin Durand e Derek Mears in una scena

La storia di Swamp Thing si svolge in Louisiana, nella città di fittizia di Marais (termine francese che significa "palude"). Qui si diffonde un misterioso virus, e il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie manda sul posto la dottoressa Abby Arcane (Crystal Reed), originaria di quella zona. Qui ritrova l'amico d'infanzia Matt Cable, ora un poliziotto, e le loro strade incrociano quelle dello scienziato Alec Holland (Andy Bean), le cui indagini su quanto sta accadendo nella palude portano alla sua uccisione. La sua morte, però, non mette fine all'inchiesta, poiché i suoi ricordi vengono assorbiti da una creatura che è effettivamente l'incarnazione delle piante paludose: Swamp Thing, un'entità che ha il compito di difendere la regione dalle minacce esterne. Minacce come quella di Jason Woodrue (Kevin Durand), genetista convocato per studiare le proprietà della palude e sfruttarne il pieno potenziale, alterando gli equilibri naturali che a loro volta portano a una maggiore presenza di fenomeni e creature paranormali...

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A tutto orrore

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Swamp Thing: Leonardo Nam e Crystal Reed in una scena della serie

Forte della firma congiunta di Dauberman e Wan, la serie abbraccia senza remore la propria natura horror, dimostrando ancora una volta come il ramo televisivo della DC sia disposto a puntare su una diversificazione dei prodotti (anche se, come nel caso di Titans e Doom Patrol, non vi è un legame diretto fra gli show creati appositamente per la piattaforma di streaming della casa editrice). Il brivido è costantemente dietro l'angolo, senza scivolare troppo nel citazionismo (anche se la presenza di Adrienne Barbeau, protagonista della versione cinematografica del 1982, è a dir poco succulenta), e l'unico vero difetto della distribuzione internazionale via Amazon, che propone l'intera stagione subito, è la perdita della costruzione graduale dei misteri della palude che si aveva con il modello americano, dato che DC Universe proponeva gli episodi a ritmo settimanale (uno dei motivi per cui la cancellazione immediata fu oggetto di dibattito).

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Swamp Thing: un momento della serie

Particolarmente intrigante a livello di genere, oltre alla firma di Len Wiseman per la regia dei primi due episodi che rendono bene il mood strambo e inquietante della serie, è la scelta di Derek Mears per il ruolo titolare. Questi è infatti un veterano dell'horror, avendo interpretato icone come Jason Voorhees e il Predator, e la sua altezza imponente di quasi due metri dà la giusta aura di terrore a Swamp Thing, vera e propria creatura non (più) di questo mondo.

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Una serie morta sul nascere

Al di là dell'apprezzabilissima componente di genere, non manca l'elemento strettamente supereroistico, legato nella fattispecie agli angoli più ultraterreni dell'universo DC, con apparizioni di alcuni personaggi che, sulla carta, dovevano porre le basi per un vero e proprio pacchetto di serie dedicate all'occulto e all'orrore, con tanto di presenza della cosiddetta Justice League Dark. Ed è lì che si cela l'unico vero difetto dell'operazione portata avanti da Dauberman: partendo forse dal presupposto che almeno una seconda annata fosse cosa sicura, ha puntato fin dall'inizio sull'espansione del mondo di Swamp Thing, con tanto di obbligatorio post-credits nel finale di stagione che annuncia l'ora fantomatico secondo ciclo di episodi. Lo showrunner ha quindi peccato di eccessiva ambizione, ma è un errore tutto sommato perdonabile perché, al netto di singole scene, i dieci episodi raccontano una storia a suo modo completa. Certo, dispiace non poco che questo sia destinato a rimanere un unicum, ma è un unicum affascinante, ideale per chi vuole avvicinarsi all'universo DC ma non sopporta i supereroi classici.

Conclusioni

Chiudiamo questa recensione di Swamp Thing con un misto di piacere e delusione, perché se da un lato questa incursione del ramo televisivo della DC Comics in toni decisamente horror è molto efficace e interessante, dall'altro fa arrabbiare non poco il fatto che, principalmente per questioni di budget, la serie sia stata cancellata mesi prima di arrivare fuori dagli Stati Uniti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Il tono horror funziona molto bene.
  • Il cast è per lo più efficace.
  • Derek Mears è inquietante ed eroico in egual misura.

Cosa non va

  • La cancellazione della serie fa sì che alcuni elementi rimangano irrisolti.