Supernatural - Stagione 5, episodio 14: My Bloody Valentine

Con l'episodio di San Valentino, un monster of the week che gli autori riescono a legare alla storyline principale, Supernatural va in pausa per un mesetto, in attesa della volata verso il finale di stagione.

Quando si deve fronteggiare il nemico definitivo, il Diavolo in persona, quando si ha a che fare con una tragedia dello spessore insormontabile dell'Apocalisse, c'è poco spazio per i diversivi ed è per questo che avevamo sollevato qualche perplessità su alcuni episodi stand-alone della stagione 5 di Supernatural. Ma va anche detto che gli autori si rendono conto di questo ed apprezziamo lo sforzo di ricollegare alla storyline principale della stagione anche buona parte dei momenti da monster of the week che non possono mancare in una produzione di largo respiro come quella che racconta le avventure di Sam e Dean Winchester.
E' questo anche il caso di My Bloody Valentine, che dal titotolo richiama (e prende in giro?) l'ultima esperienza cinematografica di Jensen Ackles, San Valentino di sangue 3D; un episodio in onda il giorno degli innamorati ed aperto proprio da una coppia impegnata nel celebrare la festività, tra rose e cioccolatini che presto sfociano in una passione incontrollabile e letteralmente famelica.Un episodio di sensuale cannibalismo, uno dei momenti più gore della serie negli ultimi tempi, che, aggiunto al marchio angelico rinvenuto sui cuori delle vittime in fase d'autopsia, che lascia poco spazio ai dubbi, sia per noi che per i fratelli Winchester: dopo un consulto con il fidato Castiel, l'ipotesi che il responsabile possa essere un Cupido impazzito sembra più che legittima. E l'incontro con il cherubino, un Lex Medlin informale e sopra le righe che abbraccia con energia i protagonisti, non sembra particolamente ispirato, tanto da far dubitare che l'episodio diretto da Mike Rohl possa decollare.

E invece accade l'imprevisto, nella trama come nella qualità di My Bloody Valentine: accantonato la banale e fuorviante deriva sanvalentinesca, i poteri forti entrano in gioco e lo spirito dell'episodio si fa più chiaro ed affascinante. Le morti successive, infatti, allontanano dall'ipotesi puramente amorosa e fanno pensare a passioni di ben più ampio respiro, di vera e propria fame intesa nel più biblico dei sensi, quella scaturita dalla mancanza di qualcosa, quella generata dalla Carestia. Quello che sta accadendo è infatti opera di un altro dei Cavalieri dell'Apocalisse, la Carestia appunto, che si aggiunge a Guerra, già conosciuto lo scorso autunno in Good God, Y'All.
A dare il volto al secondo dei Cavalieri, ed a farlo con convinzione e stile, è un James Otis decrepito, disgustoso ed a caccia di anime da inghiottire, anche se un po' troppo esplicito nel suo sermone sul consumismo americano. La sua influenza continua ad estendersi a tutta la comunità, solleticando in modo insaziabile i desideri di ognuno degli abitanti del villaggio in cui la storia è ambientata.
Ricerca e poi lotta con Carestia a parte, è questo il punto più interessante dell'episodio, perchè permette agli autori, in questo caso rappresentati da Ben Edlund, di riprendere un tema delicato lasciato da parte sin da inizio stagione ed approfondire il diverso atteggiamento dei due fratelli: se per Castiel la fame è indirizzata a semplici panini con hamburger, di cui il corpo che lo ospita andava pazzo, per Sam torna in superficie l'ormai sopita dipendenza per il sangue di demone a cui Ruby l'aveva iniziato.Parallelamente Dean sembra immune a quanto sta accadendo, una stranezza che lui spiega in modo semplice: qualunque suo desiderio, che sia sesso o cibo o quant'altro, lo soddisfa subito. Così semplice? Non esattamente ed è proprio Carestia ad illuminarci: Dean è immune perchè è morto dentro dopo tutto quello che ha passato.
Due opposti che sottolineano quanto già detto fin qui sui due fratelli e su quello che li aspetta, e che confermano la coerenza con cui la stagione è costruita fin qui e con cui presumibilmente sarà affrontata la parte finale, al ritorno in onda in USA dal 25 Marzo con l'episodio Dead Men Don't Wear Plaid, che non potrà non tener conto di quanto accaduto in My Bloody Valentine, in particolare nel drammatico finale che ha visto l'inevitabile quanto dolorosa disintossicazione di Sam, che richiama quanto già visto lo scorso anno in When the Levee Breaks. Le urla del fratello sono troppo per Dean e, sebbene morto dentro, il maggiore dei due Winchester è costretto ad uscire all'aperto, guardare verso il cielo e chiedere aiuto, perfettamente consapevole di dover affrontare qualcosa più grande di loro.

Movieplayer.it

3.0/5